Cronaca

Villa Inferno, arrivano condanne fino a quattro anni

In due patteggiano rispettivamente due anni e un anno e otto mesi. Gli imputati erano accusati a vario titolo di spaccio, induzione alla prostituzione minorile e produzione e diffusione di materiale pedopornografico.

Due tra i principali accusati, Davide Bacci e Luca Cavazza, hanno patteggiato, mentre per gli altri si tratta di nove condanne in sede di rito abbreviato, mentre in un caso il Gup Alberto Gamberini ha disposto un'assoluzione con formula piena, una rimodulazione del patteggiamento e in un altro caso si andrà a processo ordinario.

E' il primo punto fermo per la vicenda di Villa Inferno, la serie di feste a luci rosse e droghe pesanti a PIanoro -nelle quali è finita una allora 17enne- scoperta nell'autunno 2020 ma in essere almeno da un anno prima, le cui appendici hanno avuto risvolti anche in pieno lockdown. Gli imputati erano accusati a vario titolo di spaccio, induzione alla prostituzione minorile e produzione e diffusione di materiale pedopornografico.

Accuse poi ridimensionate dal Gup: per molti degli imputati che hanno optato per il rito abbreviato è caduta infatti l'accusa di induzione alla prostituzione minorile, e l'imputazione relativa allo spaccio di droga è stata riqualificata come fatto di lieve entità. Da qui le condanne a pene più miti rispetto a quanto chiesto dalla Procura.

Villa Inferno, principali imputati patteggiano la pena

Due tra i principali imputati, l’imprenditore edile e proprietario della villa nella quale si tennero gli incontri contestati Davide Bacci e l'ex leghista e volto noto del mondo ultras Virtus Luca Cavazza, hanno patteggiato la pena.

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A Bacci sono stati comminati due anni e 10mila euro di multa. All'imprenditore sono state riconosciute le attenuanti generiche, "tenuto conto del buon comportamento processuale (in quanto ha pienamente ammesso tutte le condotte ascrittegli, rendendo dichiarazioni accusatorie anche nei confronti di alcuni coindagati), dello stato di incensuratezza e del fatto che svolge una regolare attività lavorativa". Tuttavia, nei suoi confronti non è stata applicata la sospensione della pena, in quanto Bacci, "oltre ad aver commesso un numero rilevante di reati di indiscutibile gravità, durante l'esecuzione della pena ha, in almeno due occasioni, violato le prescrizioni, dimostrandosi totalmente privo di capacità di autocontrollo".

La sospensione della pena è stata invece concessa a Cavazza, che ha patteggiato un anno e otto mesi e 8.400 euro di multa. Questo perché, scrive il giudice, non solo Cavazza ha collaborato con gli inquirenti, ma nei suoi confronti "sussistono i presupposti (giovane età, incensuratezza e giudizio prognostico favorevole sulla probabilità che si asterrà in futuro dal commettere ulteriori reati) per la concessione della sospensione condizionale". A favore di entrambi, inoltre, ha giocato il fatto di aver risarcito la parte civile, vale a dire la ragazza che aveva partecipato ai festini quando era ancora minorenne.

Villa Inferno, le altre condanne e una assoluzione

Dei 15 imputati complessivi, per i quali il pm Stefano Dambruoso aveva chiesto condanne, nove sono stati condannati a pene che vanno da due mesi e 100 euro di multa a quattro anni e due mesi e 20mila euro di multa. Il pm Stefano Dambruoso aveva invece chiesto condanne che andavano da un anno e quattro mesi a tre anni e otto mesi. Un imputato risulta irreperibile, mentre un altro ha optato per il processo con rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio,

Un imputato è stato assolto da tutte le accuse con formula piena, mentre un terzo imputato che aveva chiesto di patteggiare, l'avvocato, il giudice ha deciso di "rigettare l'istanza di applicazione della pena, dovendosi al più riformulare il patteggiamento esclusivamente con riguardo alla fattispecie di cessione di sostanze stupefacenti".

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Il motivo, si legge nel dispositivo della sentenza, è che nei confronti del soggetto, che aveva chiesto di patteggiare un anno e sei mesi e 700 euro di multa, è caduta l'accusa di induzione alla prostituzione minorile perché i fatti non sussistono, e quella relativa allo spaccio di droga è stata riqualificata in fatto di lieve entità.

Parlando con i cronisti al termine dell'udienza, diversi avvocati si mostrano complessivamente soddisfatti del risultato ottenuto, anche se annunciano di voler fare appello contro le condanne. Da parte sua, il legale di Bacci, Alessandro Cristofori, dichiara che "la sentenza mi pare equilibrata", e per quanto riguarda il suo assistito sottolinea che "è stata accolta la prospettazione di pena che avevamo richiesto". Anche Cavazza, presente all'udienza assieme ai suoi legali Massimiliano Bacillieri ed Ercole Cavarretta, si lascia andare ad un commento, affermando che "è finito un incubo". (Ama/ Dire)


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