Cronaca

Palazzo D'Accursio com'era fino al 1943: tornano le statue di Romagnoli

L'11 febbraio via ai lavori per la ricollocazione. Il 21 dicembre 1943 le parti in marmo furono distrutte dai fascisti e i bronzi furono messi al sicuro

Lunedì 11 febbraio partono i lavori per la ricollocazione sulla facciata di Palazzo d’Accursio dell’opera di Giuseppe Romagnoli “L’amor Patrio e il Valore Militare”. Piazza Maggiore dunque torna in parte come si presentava fino al 1943.

“Questo restauro, fortemente voluto da Francesco Amante (imprenditore bolognese e mecenate - ndr) ci dà due preziose indicazioni: la storia ci insegna che la rimozione è un processo che contiene in sé l’anticorpo per contrastarlo - ha detto il sindaco Virginio Merola - si possono rimuovere delle opere d’arte per una precisa volontà politica ma questo non è per sempre. La passione di un cultore dell’arte permetterà che questi due bronzi, considerati tra gli esiti più alti del liberty in Italia, tornino ora nel luogo originario grazie a un Patto di collaborazione. Per me è veramente una notizia da festeggiare”.

“Ho due passioni, l’arte e i motori e in entrambi i campi mi piace restituire qualcosa alla mia città, che mi ha dato tanto” ha dichiarato Amante. 

Su impulso dell'assessore alla Cultura e Promozione della città Matteo Lepore, il progetto è stato approvato dal Comune nel 2018 attraverso lo strumento del Patto di Collaborazione e l’imprenditore Francesco Amante si è fatto carico di sostenere l’intero processo di restauro e di ricollocazione, sulla base di un progetto approvato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

La storia 

I due bronzi, realizzati da Giuseppe Romagnoli e rappresentanti l’Amor Patrio e il Valore Militare, facevano parte del monumento commemorativo al Re Umberto I, inaugurato nel 1909, originariamente collocato sulla facciata di Palazzo d’Accursio in Piazza Maggiore. La città di Bologna, con questo grande monumento, voleva rendere omaggio al “Re Buono” Umberto I, considerato uno dei più grandi sostenitori della libertà e degli ideali democratici, che aveva, infatti, visitato la città in occasione della liberazione dagli austriaci e che fu assassinato a Monza nel 1900.

Il 21 dicembre 1943 le parti in marmo del monumento furono distrutte dai fascisti in base all’ordinanza della Repubblica di Salò in cui veniva disposto “che tutte le intestazioni, indicazioni o insegne, comunque riferentesi alla ex casa regnante o ai suoi componenti dovranno essere eliminate o sostituite con altre di indole repubblicana”. I due bronzi superstiti furono collocati presso la Villa delle Rose nel 1945, e depositati successivamente nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Giuseppe Romagnoli

Giuseppe Romagnoli nasce a Bologna il 14 dicembre 1872 e si forma presso il Collegio Artistico Venturoli seguendo gli insegnamenti di Luigi Serra e del decoratore Alfredo Tartarini; nel proseguire gli studi si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna e frequenta i corsi di Enrico Barbieri, specializzandosi in particolare nella scultura e nella medaglistica. E’ negli ultimi due anni del XIX secolo che Romagnoli entra in contatto e collabora con Aemilia Ars su invito dello stesso Alfonso Rubbiani e contemporaneamente inizia a ottenere i primi
riconoscimenti, partecipando assiduamente alla Biennale d’Arte di Venezia e alle Esposizioni generali.

Nei primi anni del ‘900 lavora a Bologna realizzando diverse opere funerarie (nel cimitero della Certosa, ad esempio, la cella Salterelli, la tomba Guizzardi e la cella Albertoni), religiose (il busto in terracotta di San Tommaso nella basilica di San Francesco) e civili (diversi busti celebrativi collocati nei palazzi pubblici cittadini).
Negli anni successivi Romagnoli si trasferisce a Roma, dove collabora con Ettore Xiemenes e Giulio Aristide Sartorio, realizzando importantissime commissioni sia nel campo della scultura che in quello della numismatica. Dal 1909 al 1954, Romagnoli diresse la scuola di medaglia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per il quale, dal 1918 fino al pensionamento, realizzò tutti i modelli per le monete del Regno d’Italia, dell’Impero e della
Repubblica Italiana. 

La realizzazione dei bronzi ora restaurati può inserirsi a cavallo tra la fase bolognese dell’attività di Romagnoli e quella romana. 

Francesco Amante

Nato a Bologna il 19/11/1947, è un imprenditore conosciuto a livello internazionale, grande appassionato di arte e motori, che da sempre sostiene attività culturali di grande livello.


Con una laurea a pieni voti sulle strategie di marketing, a 30 anni diventa direttore amministrativo finanziario della Ritz Expansion, licenziataria in Europa dei marchi Timberland, Ralph Lauren, Clarcks, Allen Edmonds.

A 35 anni diventa amministratore Delegato di Finritz, la Holding del Gruppo, della quale, in seguito, diviene Presidente ad Amsterdam. Per 10 anni ha ricoperto il ruolo di Presidente di tutte le aziende del Settore Abbigliamento di Bologna e Provincia presso l’allora Associazione Industriale di Bologna, attualmente Unindustria.
Dal 2000 Antonio Amato l’ha voluto nel Comitato di Difesa della Proprietà Intellettuale presso la Confindustria di Roma.
Dal 2001 al 2011 è presidente dell’Associazione Amici della Galleria D’Arte Moderna di Bologna. Ha prestato e donato opere al MAMbo. Ha promosso e finanziato iniziative che hanno cambiato il volto della città come l’installazione di Flavio Favelli presso il Pantheon della Certosa e il grande lampadario “Casagrande” opera di ZimmerFrei posta all’ingresso della Cineteca di Bologna. Su invito dell’Amministrazione Comunale ha  rappresentato i donatori della Città di Bologna per il progetto di restauro dei portici di San Luca, essendo
egli stesso donatore.

Dal 2004 è presidente della Scuderia Bologna Squadra Corse con cui organizza competizioni d’importante valore internazionale come la “Bologna-San Luca”, gara che Amante ha riportato in vita nel 2004 dopo 46 anni di inattività e la “Bologna-Raticosa” anch'essa ripresa e spinta ai massimi livelli nel 2001, dopo che la storica gara non si correva da 36 anni. Ha vinto 5 campionati italiani di velocità in salita per auto storiche. Da 12 anni
siede nel Board di Carthesio, azienda internazionale specializzata nei passaggi generazionali aziendali, wealth management e private equity. 
Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito l’onorificenza di Commendatore per meriti alla Repubblica.
Prossimamente l’Amministrazione comunale conferirà a Francesco Amante la Turrita d'Argento del Comune di Bologna.


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