Cronaca

Camici bianchi in sciopero, fischietti sotto il Sant'Orsola: "Finalmente le professioni sanitarie sono tutte unite"

Uno sciopero ben riuscito secondo gli organizzatori quello andato in scena questa mattina in via Albertoni, dove infermieri e medici si sono fatti sentire a suon di fischietti, sbandierando la loro disapprovazione nei confronti delle scelte politiche

Il personale sanitario, a Bologna come in altre città d'Italia, oggi ha impugnato bandiere e fischietti per una protesta in occasione dello sciopero nazionale proclamato dai Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing up. Medici e infermieri si sono dati appuntamento in via Albertoni, proprio davanti al Pronto Soccorso del Sant'Orsola, per il sit-in che ha visto come slogan: "La salute non sciopera, la sanità sì".  Lo sciopero è stato proclamato in un primo momento per il taglio alle pensioni dei medici, ma rispetto alla situazione generale dei lavoratori della sanità si tratta di una goccia che fa traboccare il vaso alla fine di anni in cui sono stati compiuti tanti errori. Errori che portano anche al trasferimento all'estero. 

"Oggi siamo qui per protestare insieme ai medici perché le condizioni nelle quali lavoriamo non ci tengono in salute visti i turni massacranti più che stancanti - una delle voci, quelle di Maria Teresa Brasacani, infermiera a Imola - e se non siamo in salute noi non lo può essere la sanità pubblica. Finalmente siamo uniti, qui ci sono tutte le professioni sanitarie. La politica deve investire nella sanità pubblica, la salute è un diritto inviolabile e se non c'è quella non può esserci altro diritto". 

 

"Esaperazione della categoria, la tenuta è a rischio e speriamo che le istituzioni si assumano finalmente le loro responsabilità visto che la fuga dei medici è oggi quotidiana e riguarda tutti gli ospedali d'Italia" ha spiegato Luca Spinardi neuroradiologo del Policlinico Sant'Orsola di Cimo. 


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