Cronaca

Recruiting Day nel segno della protesta, Rettore: 'Non capisco, iniziativa pro studenti'

2mila studenti si sono presentati davanti ai reclutatori di imprese italiane e multinazionali, mentre i collettivi hanno colto l'occasione per protestare vs l'"Università-azienda", causando disagi. Duro l'Ateneo: "Ancora una volta ci troviamo di fronte a una situazione di disagio arrecata alla maggioranza degli studenti".

foto twitter Tpo

Tutti in fila nonostante la pioggia per giocarsi le proprie carte davanti ai reclutatori di aziende italiane e multinazionali. Gli studenti dell'Alma Mater di Bologna hanno risposto in massa al Recruiting day, la giornata organizzata dall'Ateneo per mettere in contatto i propri laureati con il mondo del lavoro.

Sono 2.000 gli studenti accreditati, di cui 600 prenotati per i colloqui con le 45 imprese presenti: tra le altre Intertaba (Philip Morris), Roche, Maserati, Intesa San Paolo, Vodafone, Esselunga, Coop Adriatica, Bonfiglioli, Berco e Heinz. "Un'affluenza enorme- commenta a caldo Roberto Nicoletti, prorettore agli studenti- l'iniziativa incontra un bisogno effettivo che esiste" da parte dei neolaureati che cercano lavoro. Ma è arrivata anche "una risposta molto positiva dalle aziende, che hanno bisogno di persone: è un segnale importante", sottolinea Nicoletti.

 La mattinata in via Belmeloro è stata però complicata dalla protesta dei collettivi universitari. Una quarantina di manifestanti si sono riuniti in piazza Verdi e poi, con un piccolo corteo, si sono diretti verso le aule del Recruiting day lanciando slogan contro "l'Università-azienda" e la sua "fiera dello sfruttamento", contro l'Expo di Milano e il progetto Fico a Bologna. "Se è gratis non è lavoro", il coro più ripetuto. La protesta però è stata tenuta abbondantemente a distanza: due camionette della Polizia e un cordone di agenti in assetto antisommossa hanno chiuso la strada all''incrocio con via Sant'Apollonia, impedendo ai manifestanti di arrivare davanti alla sede del Recruiting day. Alla fine, gli unici a rimetterci sono stati gli studenti, diretti ai colloqui con le aziende o in facoltà, e i residenti, costretti a fare il giro largo per aggirare lo sbarramento delle Forze dell'ordine.

"Questa volta proprio non capisco- commenta il rettore- contestare un'iniziativa che si prende cura dei propri compagni... si può fare di più e meglio? Certo. Ma preferisco comunque questa iniziativa al disinteresse, al nulla, alla protesta e al protagonismo del no, sempre e comunque", scuote la testa Dionigi. Polemico anche il commento di Mattia Mazzacurati, esponente di Student Office e presidente del Consiglio studentesco. I cordoni di Polizia "sicuramente" non erano "a vantaggio degli studenti, che afflitti già da una difficile situazione economica e sociale, si sono dovuti asserragliare dentro le strutture ospitanti l'evento organizzato dall'Ateneo, il cui scopo, meglio non dimenticarselo, è quello di agevolare l'ingresso di questi ultimi nel mondo lavorativo". Insomma, secondo Mazzacurati "ancora una volta ci troviamo di fronte a una situazione di disagio arrecata alla maggioranza degli studenti". Il presidente del Consiglio studentesco giudica il Recruiting day "in modo assolutamente positivo", perchè "va nella giusta direzione", provando a "ridurre il distacco che vi è tra Università e mondo delle imprese. Certo, tutto è migliorabile- aggiunge Mazzacurati- ma invito gli studenti che oggi legittimamente hanno manifestato la propria contrarietà a esporre in modo civile e nelle sedi opportune il proprio pensiero, affinchè tutti possano dare il proprio contributo per la crescita del nostro Ateneo, mettendo da parte le posizioni ideologiche". (agenzia Dire)


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