Cronaca

Il punto sul progetto "CRA Aperta": "Un modello da esportare sul territorio" | VIDEO

Obiettivom supportare gli anziani, ancora stabilmente residenti nel proprio domicilio, e i loro caregiver

QUI PER ISCRIVERSI AL CANALE WHATSAPP DI BOLOGNATODAY

Il punto su un progetto sperimentato nei quartieri Savena e Santo Stefano, nato dalla sinergia tra Comune, Ausl, Unibo e Terzo Settore, grazie al finanziamento dell'Arcidiocesi. E' "Cra Aperta" che nasce con l'obiettivo di supportare gli anziani, ancora stabilmente residenti nel proprio domicilio, e i loro caregiver attraverso azioni quotidiane concrete, frutto della collaborazione tra enti pubblici, terzo settore e realtà parrocchiali del territorio, in grado di attivare servizi sociali e sanitari, nonché reti di volontariato e di prossimità. 

La CRA diventa così un punto di riferimento "per intercettare i bisogni dei più fragili, promuovere soluzioni condivise e percorsi di sostegno flessibili e pesonalizzati. Una casa per la co-progettazione a sostegno delle persone anziane e dell’intera comunità", fa sapere Ausl. 

"Una sorta di casa di comunità socio-sanitaria- ha detto il dg dell'Ausl, paolo Bordon - un modello che può essere esportato nel nostro territorio". 

"Favorire l'assistenza domiciliare, creare una rete in grado di proteggere le fragilità - ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi - un'iniziativa che va nella giusta direzione,  curare nel modo migliore e, stranamente, più economico".

Il progetto

Intende porre al centro il benessere della comunità, facendo perno sulle risorse dei contesti locali.  La CRA diventa infatti un setting assistenziale che valicare i confini rendendo le proprie mura luogo di cura, non solo per gli ospiti che vi vivono la propria quotidianità, ma anche per anziani e caregiver dei dintorni che, pur risiedendo al proprio domicilio, trovano in ascolto e risposte ai propri bisogni.

Questa esperienza è stata anche oggetto di uno studio condotto dall’Università di Bologna. L’obiettivo era sviluppare un modello del processo di presa in carico dal momento del contatto fino alla realizzazione degli interventi. Oltre al modello si è provveduto alla selezione degli strumenti adeguati per la raccolta delle informazioni, per il monitoraggio dell’impatto dell’intervento e per la rilevazione della soddisfazione degli utenti. Il gruppo di lavoro dell’Alma Mater ha quindi svolto le prime analisi dei dati raccolti, utile ad una definizione di un modello di approccio trasferibile ad altri contesti.

Una buona prassi di integrazione e lavoro di rete tra enti pubblici e tessuto sociale, che dà concretezza al termine “comunità”, facendolo diventare una vera e propria realtà.  

Popolazione anziana ed enti coinvolti

La città di Bologna è abitata da un numero crescente di anziani, molto spesso soli. Gli anziani over 65 anni rappresentano infatti il 25% della popolazione bolognese e oltre la metà (circa 13,3%) fa parte di nuclei unipersonali. Dal 2022 Comune di Bologna, Azienda USL di Bologna e CRA Beata Vergine insieme all'Alma Mater hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione per realizzare il progetto "Cra Aperta" sostenuto dal  finanziamento dell'Arcidiocesi di Bologna. 

Nel corso dei primi di 2 anni di attività il progetto ha consentito di attivare servizi per 32 casi, sebbene le persone anziane sole che hanno potuto beneficiare di una presa in carico continuativa siano state 12.

Le attività e gli interventi predisposti per gli anziani e i caregiver inseriti nel progetto sono: l'inserimento in gruppi di socializzazione, la formazione ai caregiver per l'utilizzo di ausili a domicilio da parte del personale assistenziale operativo nella CRA, orientamento e supporto per l'attivazione di prestazioni relative ai servizi sociali e sanitari presenti sul territorio.

Fine vita: 


Si parla di