Cronaca

Via libera del Comune al piano per l'abitare da 200 milioni

Dovrebbe portare ad avere 10.000 nuovi alloggi in città nell'arco di 10 anni, nuovi studentati e "sfitto zero" degli alloggi Erp

Emily Clancy e Matteo Lepore dopo l'approvazione del piano casa - foto Facebook

Via libera alle linee d'indirizzo del nuovo Piano per l'abitare del Comune di Bologna. Un programma di investimento straordinario da 200 milioni di euro, per impostare una rotta che dovrebbe portare ad avere 10.000 nuovi alloggi in città nell'arco di 10 anni. I primi obiettivi sono realizzare nuovi studentati pubblici e raggiungere lo "sfitto zero" negli alloggi Erp, con un piano di recupero di 600 appartamenti oggi vuoti. La delibera è stata approvata ieri in Consiglio comunale: in aula anche il sindaco Matteo Lepore, il centrodestra non ha votato.

I punti del programma

Il programma prevede tra l'altro 280 alloggi in affitto sociale, di cui 92 in studentato, nel comparto Bertalia-Lazzaretto, per dare risposta a 600 persone e 180 studenti. Altri 130 alloggi sono previsti nell'ex area ferroviaria Ravone, di cui metà con intervento diretto del Comune e l'altra metà con bando aperto agli operatori del mercato. Alla Stamoto invece è previsto, nell'arco di 10 anni, un nuovo quartiere verde con usi misti e 280 alloggi di edilizia sociale, più uno studentato. Numerosi anche i progetti di nuovo co-housing: all'ex mercato in via Fioravanti per 11 famiglie; all'ex clinica Beretta per 16 famiglie; nell'edificio ex Asp di via Capo di Lucca; nell'edificio Acer di via Barontini; a Villa Celestina. Previsto inoltre un piano ad hoc per trattenere i talenti attratti in città e il varo della nuova Agenzia sociale per l'affitto.

Clancy: "Città accogliente che non espelle nessuno"

"E' un passaggio importante per la nostra città - commenta la vicesindaca Emily Clancy - che continua a crescere e che noi vogliamo che continui a essere accogliente senza espellere nessuno". Il piano punta a "trovare soluzioni strutturali" all'emergenza abitativa, continua Clancy, "perchè non possiamo rispondere a un disinvestimento strutturale di decenni con le solite risposte tampone o di breve periodo". Ora, incalza la vicesindaca, "ci aspettiamo risposte dal Governo" alle richieste avanzate dai Comuni nei mesi scorsi sulla cessione delle aree dismesse, sul fondo per la morosità incolpevole, sul fondo affitti, sull'edilizia popolare e sugli affitti brevi turistici. Finchè non arriveranno risposte, dice Clancy, "continueremo a fare la nostra parte", anche se il piano per l'abitare del Comune di Bologna "non è uno sforzo replicabile ogni mandato se viene fatto, come facciamo ora, solo con le nostre forze".

Le reazioni in aula

Per il capogruppo Pd, Michele Campaniello"la parola chiave del piano è rigenerazione urbana, ci sono contenitori vuoti che non devono rimanere abbandonati. I privati non possono essere costretti a realizzare alloggi, possono essere incentivati. Ma se l'obiettivo sono i terreni vergini, la nostra risposta è no. Deve essere chiaro".Secondo Giacomo Tarsitano, consigliere della lista Lepore, "lasciare solo ai privati il tema abitativo genera disuguaglianze, è la speculazione che crea grandi problemi nelle città". Soddisfatto Detjon Begaj, consigliere di Coalizione Civica. "Sull'abitare servono scelte radicali e il piano risponde a questa esigenza", afferma. "E' la mancanza di alloggi in città che fa schizzare i prezzi per tutti- sostiene il capogruppo Fdi, Stefano Cavedagna- si parla tanto di locazioni, ma non si contempla chi invece vuole comprare casa. Nel piano si parla di investitori privati, ma non c'è chiarezza. Il vero problema è che aumentano i residenti ma non c'è un aumento dell'offerta di immobili. E il Comune di Bologna in questo sta mancando". Per l'ex leghista Francesca Scarano, "il piano si dimentica di una fetta di popolazione, cioè chi ha redditi bassi e con bambini ma che non presenta neanche più la domanda per alloggi Erp perchè i parametri garantiscono situazioni ancora più gravose". 


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