Cronaca

Legge fine vita, Popolo della Famiglia: "Bonaccini si risparmi il triste teatrino"

Ieri, in Veneto, la discussione della legge sulla cosiddetta eutanasia legale si è arenata dopo ore di discussione. Anche Bologna sono state depositate le firme, ma sono passati 6 mesi

Marco Cappato alla raccolta firme a Bologna - foto Fb

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"Ieri il Consiglio regionale in Veneto una consigliere del Pd (Anna Maria Bigon - ndr) si è astenuta facendo sospendere la votazione col suo voto diventato determinante e scatenando le ire dei vertici regionali del suo partito; piccolo terremoto politico anche all'interno del cdx, incomprensibile nella Lega che, pur avendo un leader che vorrebbe raccogliere il voto cattolico, poi si spacca su questi temi”. 

Si tratta del voto sulla legge del fine vita, che ha raccolto oltre novemila firme in tutta la regione Veneto, che si è arenata dopo sei ore e mezza di discussione. 

E' quanto riferiscono Marco Dall’Olio e Carla Lodi , coordinatore e vice regionale del Popolo della Famiglia: “Anche in Emilia Romagna sono state depositate in Regione a Bologna le firme a favore di Liberi Subito, la proposta di legge per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria elaborata dall’Associazione Luca Coscioni". 

Dall'Olio e Lodi consigliano quindi "caldamente al presidente Bonaccini di risparmiarsi questo triste teatrino che
evidenzia ogni volta che sui temi etici le convinzioni possono non essere sempre allineate", si legge nella nota "pur sapendo che nella nostra regione governa il csx. Ora il Pd veneto sottolinea che il tema non può essere discusso sui banchi dei consigli regionali ma in Parlamento perché un tema nazionale".
“Il Popolo della famiglia ben sapendo che questo argomento è un tema fondamentale nelle agende politiche sì è già attivato per appoggiare la raccolta firme 'diritto alla vita, reddito di maternità, sostegno ai sofferenti' che ha l’obiettivo di contrastare democraticamente questa ideologia imperante dell’autodeterminazione e dell’eutanasia” concludono Dall’Olio e Lodi.

A che punto siamo in Emilia-Romagna

Attraverso la campagna Liberi Subito, l’Associazione Luca Coscioni ha depositato in diverse regioni italiane una proposta di legge volta a garantire tempi e procedure certi per chi, in presenza delle condizioni stabilite dalla sentenza Antoniani/Cappato, vuole accedere al cosiddetto “suicidio medicalmente assistito”.

Si tratta della 242/2019, cosiddetta sentenza Antoniani/Cappato: la Corte costituzionale ha riconosciuto anche il diritto al suicidio medicalmente assistito per le persone in possesso di quattro requisiti; che ne formulino richiesta in piena lucidità, con patologia irreversibile, insopportabili sofferenze fisiche o psichiche e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale: "Inoltre, i giudici costituzionali hanno ritenuto che la verifica delle condizioni che rendono legittimo l’aiuto al suicidio e delle relative modalità di esecuzione debba restare affidata, in attesa dell’intervento legislativo, a strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale" sottolinea l'Associazione Luca Coscioni.

In verità, in Emilia-Romagna, terza regione italiana, è stata depositata la proposta di legge regionale di iniziativa popolare per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria (oltre 7.200 firme: "Dopo il deposito avvenuto il 7 luglio 2023 e l'assegnazione alla Commissione competente, la proposta di legge – già dichiarata ammissibile dalla Consulta di Garanzia Statutaria – deve essere ancora esaminata dall’Assemblea legislativa". spiega l'associazione

“Chiediamo che la discussione della proposta inizi quanto prima e che venga in ultimo approvata affinché le persone che si trovano nelle condizioni previste dalla sentenza Antoniani/Cappato non debbano prolungare le loro sofferenze, ma abbiano tempi certi di verifica e attuazione - dichiara Dichiarazione di Marco Cappato - chiediamo in particolare alla Presidente della Commissione Ottavia Soncini di calendarizzare la proposta in Commissione, alla Presidente del Consiglio regionale Emma Petitti di garantire la calendarizzazione in aula prima della campagna elettorale, e al Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini di fare quanto in suo potere per rimuovere eventuali ostacoli politici o burocratici che dovessero rallentare il percorso affinché finalmente Regione Emilia- Romagna si assuma la responsabilità di decidere su questo tema”.

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