Cronaca

Università, il collettivo Hobo si (ri)appropria dell'aula di via Filippo Re

Storia infinita quella della sala universitaria di via Filippo Re già occupata, sgomberata e posta sotto sequestro. Stamattina gli attivisti la riaprono: "Non potevamo aspettare i lunghi tempi della burocrazia Unibo"

Community Center - foto pagina FB Hobo

Storia infinita quella del Community Center di via Filippo Re. Il collettivo Hobo (laboratorio dei saperi comuni) torna a riappropriarsi, per l'ennesima volta, della sala universitaria, già occupata, sgomberata dalle forze dell'ordine e posta sotto sequestro, in più riprese.

"Una settimana di banchetti ha dimostrato che il Community Center, aula studio e spazio di iniziative, dibattiti, diffusione e produzione di sapere altro non poteva di certo aspettare i lunghi tempi della burocrazia Unibo". Così fanno sapere gli attivisti, che questa mattina hanno riaperto l’aula studio e lo spazio di autogestione. 

Da oggi quindi il Community Center "riprende a vivere senza aspettare i tempi della burocrazia universitaria e soprattutto senza accettare la chiusura imposta da una chiara volontà politica di negazione dei bisogni di studenti e precari". Oltre alla normale attività di studio durante l’orario diurno, già da questa settimana sono previste diverse iniziative di dibattito, socialità e musica. Prome il collettivo, che affonda contro l'Alma Mater: "Se la scusa utilizzata dall’università per tenere l’aula studio chiusa era l’inagibilità dei bagni, il problema lo risolviamo autonomamente: appena riaperto lo spazio, infatti, ci siamo subito messi al lavoro per sostituire i sanitari rotti da mani complici del potere con nuovi sanitari".


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