Cronaca

Rivendute a decine su internet, ma sono bici rubate a Bologna: coppia nei guai, arrestato il ricettatore

I Carabinieri di Bologna portano alla luce un 'giro' collaudato di bici rubate e rivendute sui portali. Oltre 100 i casi tracciati. Ecco le zone colpite

Immagine di repertorio

Un collaudato 'giro' di bici rubate, che passava di mano in mano fino alla rivendita a prezzi stracciati su internet. E' quello che hanno scoperto i Carabinieri di Bologna, che ieri -dopo mesi di indagini- hanno messo le manette al ricettatore e denunciato una coppia per lo stesso reato.

Il gruppetto, secondo quanto ricostruito dai militari, aveva messo in piedi un vero e proprio centro di raccolta clandestino dei mezzi risultati rubati, che di volta in volta venivano poi rivenduti sui siti e sui portali online, a prezzi che variavano dai 30 ai 150 euro.

VIDEO | Bici rubate a raffica: le foto dei mezzi recuperati

Appostamenti, immagini delle telecamere e incrocio dei dati, luoghi e date dei furti con il piazzamento della 'roba' su internet, ha permesso alle pattuglie coordinate dal maresciallo della Bologna Centro Claudio Corda di risalire agli organizzatori dell'attività illecita.

VIDEO | Bici rubate e rivendute sul web, come funzionava il sistema di ricettazione

Arrestato colui che è ritenuto il ricettatore principale: si tratta di H.M. cittadino pakistano di 30 anni, incensurato. Sono finiti denunciati, sempre per ricettazione, anche due italiani: Z.M. donna 45enne piemonte e D.A. napoletano 41enne, entrambi con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.  

Per il 30enne si prevedono anche strascichi sulla sua vita lavorativa: difatti, il luogo dentro il quale le biciclette venivano stoccate -e in alcuni casi anche modificate- era il retro dell'esercizio commerciale dove il 30enne era impiegato. I titolari del posto invece sono risultati estranei ai fatti.

Via Ugo Bassi: 'Me l'hanno venduta', ma è una bici del Comune

In pratica l'uomo e la donna, tutti e due pregiudicati ma molto esperti nel 'settore', procuravano le biciclette al 30enne incensurato, che a sua volta le rivendeva su internet in tempi rapidissimi. A riprova del fatto che fosse un 'giro' collaudato, in zona Massarenti è stato trovato anche un altro deposito, probabilmente usato dalla coppia per nascondere temporaneamente i mezzi, in attesa di 'concludere' con il ricettatore finale. L'affare veniva poi concordato di volta in volta proprio nei pressi dell'esercizio commericale dove era impiegato il 30enne, una trattativa che è finita negli obiettivi delle telecamere dei militari, che infine si sono palesati e hanno portato via tutti e tre i soggetti.

In tutto si calcolano circa 117 mezzi sospetti acquistati e rivenduti nel giro di pochissimi giorni, mentre in una quindicina di casi si è accertata sia la loro provenienza furtiva che la restituzione ai legittimi proprietari. Le indagini sono partite da settembre di quest'anno, con una insolita quantità di denunce di furto di biciclette in una zona precisa della città, tutte nel giro di pochi giorni.

Cantina zeppa di bici rubate in via Vezza: 38enne denunciato

Le zone entro le quali il gruppo agiva non sono difficili da intuire: si parla soprattutto del triangolo tra via Belle Arti, ospedale Sant'Orsola e Piazza Verdi, ma bici sospette rinvenute in mano ai due sono risultate rubate sia in Cirenaica che in tutta la zona universitaria di Porta San Donato.

Nel corso della giornata l'arresto del 30enne è stato convalidato dal Tribunale. Del caso si occupa il pm Marco Forte. Gli inquirenti non escludono che possano esserci altri 'clienti' della coppia e che possano esserci altri sistemi di ricettazione simili in altre zone del capoluogo.

Per lo sviluppo delle indagini -ricordano dall'Arma- è stato fondamentale avere le denunce delle vittime: senza non si sarebbe infatti potuto sapere luogo e data del furto, dati essenziali per cercare conferme territoriali e dare forma a un fenomeno per definizione anonimo. Una ulteriore spinta al lavoro dei carabinieri è stata offerta dai portali di tracciamento di bici rubate, come i gruppi facebook e siti dedicati.


Si parla di