Coronavirus, medici di base in allarme: "Protezioni e studi inadeguati", via alla ricetta dematerializzata
Snami, il sindacato dei medici italiani, si appella al Prefetto di Bologna. Il Capo della Protezione Civile Borrelli ha firmato l’ordinanza che consente la dematerializzazione delle ricette mediche
“Ho firmato un’ordinanza di Protezione Civile che consente la dematerializzazione delle ricette mediche, con l’attribuzione di un codice per cui i cittadini non dovranno più andare da un medico di base, ma avranno un codice in farmacia per ritirare i farmaci”. Lo ha detto oggi 19 marzo il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa.
Ingatti un grido di aiuto dei medici di base che si appellano al prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, per le condizioni in cui sono costretti a lavorare. "Potremmo essere inconsapevoli vettori, oltre a rischiare di ammalarci", scrive in una lettera del 16 marzo Roberto Pieralli dello Snami, il sindacato autonomo dei medici italiani. Lo Snami chiede dunque al prefetto di "requisire struttura e beni (mobili e immobili) ed assumere ogni altro provvedimento idoneo al fine di attuare le superiori disposizioni governative" che secondo il sindacato sono rimaste sulla carta, sia dal punto di vista delle protezioni individuali sia da quello dei locali degli studi medici, spesso inadeguati a garantire le distanze di sicurezza tra i pazienti.
Fascicolo sanitario: guida alle nuove funzioni per la ricetta dematerializzata
"Molti medici, in particolare la stragrande maggioranza di medici di assistenza primaria e medici di continuità assistenziale- si legge nella lettera, riportata dall'agenzia Dire- sono stati lasciati ancora allo sbaraglio, senza adeguata dotazione quantitativa o qualitativa di dispositivi di protezione individuali adeguati (mascherine omologate, camici monouso impermeabili e non, occhiali, guanti) prescritti". Conclude quindi lo Snami: "Noi medici in prima linea sul territorio ci troviamo non solo senza i dispositivi di protezione individuale prescritti da Governo e Regione che non li distribuisce, ma anche nell'impossibilità di acquistarli a nostre spese anche dopo averli reperiti autonomamente".