Cronaca

Londra, il Procuratore Amato: 'Sul killer non avevamo elementi concreti'

Il capo della magistratura bolognese spiega come non si sia potuto fermare uno dei tre attentatori di Londra. Le prove decisive forse nell'apparecchio informatico del ragazzo, ma gli fu restituito

Aveva perfino dichiarato sprezzatamente ai poliziotti, che lo avevano controllato a Bologna nel marzo del 2016, di voler fare il terrorista, ma per l'autorità giudiziaria non esistevano elementi concreti per poterlo trattenere. E' quanto emerge da un colloquio telefonico del Procuratore Amato, intervistato ai microfoni di Radio24 da Raffaella Calandra, sul fermo di Youssef Zaghba, il 25enne italo-marocchino che assieme ad altre due persone ha partecipato all'attentato ai mercati Borough, a Londra, sabato scorso..

Quando fu fermato, osserva il Procuratore Capo della Repubblica Giuseppe Amato, “all’operatore che lo controllò, disse che voleva fare il terrorista. Poi si corresse. Gli fu sequestrato l’apparecchio informatico, ma non c’erano, secondo il tribunale del riesame, i presupposti per ravvisare la sussistenza di un reato e ne ordinò la restituzione, e non si è potuto esaminare integralmente il contenuto di questo apparecchio”.  

Si arricchisce di elementi quindi il fermo del terzo attentatore ucciso a Londra sabato scorso. Il procuratore aggiunge anche a Radio 24 che “fu segnalato a Londra come possibile sospetto” e sottolinea: “In un anno e mezzo, è venuto 10 giorni in Italia ed è stato sempre seguito dalla Digos di Bologna. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare - rassicura il procuratore - ma non c’erano gli elementi di prova che lui fosse un terrorista, era un soggetto sospettato per alcune modalità di comportamento”. 

"Abbiamo appreso dalla stampa questa mattina che Youssef Zaghba, il terzo attentatore di Londra, è un italo-marocchino figlio di una donna italiana, residente sul nostro territorio nella frazione di Fagnano di Castello di Serravalle - ha scritto in una nota il sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscingo - dalle informazioni in nostro possesso è nato in Marocco e dal 2004 risultava iscritto all'anagrafe italiani residenti all'estero. Risulta rientrato in Italia nel 2016, e poi tornato nuovamente all'estero".


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