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Basilica di San Petronio, la chiesa più grande di Bologna: 7 cose da sapere

Tra le chiese più care ai bolognesi, domina Piazza Maggiore ed è dedicata al santo patrono. Sapevi, ad esempio, che al suo interno c'è la meridiana più lunga al mondo in un luogo chiuso? E che ....

La basilica di San Petronio è tra le chiese più conosciute della città e tra le più care ai bolognesi, perchè domina la piazza principale, Piazza Maggiore, e perchè è dedicata appunto al santo patrono. Maestosa, è tra le 5 chiese più grandi d'Italia, la sua costruzione è iniziata a fine XIV secolo, ed è duranta a lungo, passanto per numerosi architetti e progetti.

1. LA MERIDIANA PIù LUNGA DEL MONDO AL CHIUSO. Sul pavimento della basilica, nella navata sinistra, l’astronomo pontificio Giandomenico Cassini nel 1655 ampliò  la linea meridiana già realizzata un secolo prima dal domenicano  Danti. Si tratta della più lunga meridiana del mondo (in luogo chiuso) e corrisponde esattamente alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre. Ogni giorno, entrando dal foro posto a 27 metri di altezza nella volta, un raggio di sole interseca la linea, segnando così il trascorrere lento e inesorabile dei giorni e delle stagioni.
Da una parte la verticalità della struttura gotica, che eleva lo spirito verso l’alto facendo sentire il fascino dell’eterno, e dall’altra il senso della precarietà della vita richiamato dalla meridiana creano nel visitatore una feconda tensione spirituale.

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2. PERCHE' E' STATA EDIFICATA. Nel 1388 il Comune di Bologna, interpretando un desiderio che la città nutriva già da molto tempo, decise di costruire la basilica sul lato meridionale della piazza Maggiore. Significativa è la motivazione: in rendimento di grazie per la condizione di libertà vissuta in quegli anni, e ad impetrazione del suo perpetuarsi.
La chiesa venne concepita perciò fin dal suo inizio non come cattedrale della città ma come tempio votivo e civico, e tale è sempre rimasta, divenendo il simbolo più evidente della tradizione religiosa e civile di Bologna

3. UNA CELEBRE INCORONAZIONE. Tra gli avvenimenti storici che hanno segnato la vita della basilica emergono l'incoronazione imperiale di Carlo V (1530) e la celebrazione della IX e X sessione del Concilio di Trento (1547).

4. LA STATUA DI MICHELANGELO. Nel 1508 venne eretta sulla facciata una grande statua in bronzo di papa Giulio II realizzata dal grande Michelangelo Buonarroti , con quell'opera il papa voleva sottolineare che, nonostante la basilica fosse stata creata per volontà civica come simbolo di libertà e autonomia, la città era sotto il dominio papale. La statua venne così distrutta tre anni dopo. Dell'artista, però, in città rimangono altre tre opere (purtroppo spesso dimenticate) ovvero quelle custodite in San Domenico.

5. SIGNIFICATO DEL PORTALE CENTRALE. Il portale centrale, capolavoro quattrocentesco di Jacopo della Quercia (1374–1438), è sovrastato nella lunetta dalla statua della Madonna col Bambino, con sull’architrave sottostante episodi della vita di Gesù.La venuta del Figlio di Dio, preannunciata dai trentadue profeti scolpiti negli archivolti e stipiti, è il cuore della storia della salvezza dell’umanità rappresentata a sua volta sui pilastri del portale.

Proprio l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo apre all’uomo la possibilità dell’esperienza della comunione con Dio, che lo attende oltre la soglia.
Il messaggio del portale centrale è completato da quello delle due porte minori, che presentano nelle lunette il Cristo deposto dalla croce e sostenuto da Giuseppe d’Arimatea, opera di Amico Aspertini (1474-1552), e il Cristo risorto e un soldato della guardia, di Alfonso Lombardi (1497-1537).

6. CAPPELLA MUSICALE, BOLOGNA CENTRO PRESTIGIOSO.  Le origini della Cappella Musicale risalgono al 1436, allorché una bolla di papa Eugenio IV ordina l’istituzione di una Schola, ove i chierici si istruiscano nella grammatica e nella musica.

Il secolo d’oro della scuola di S. Petronio si apre nel 1657, allorché viene nominato Maestro di Cappella Maurizio Cazzati, che innova profondamente la struttura della Cappella, così da far diventare Bologna uno dei centri più importanti del nuovo stile concertato monumentale.
La caratterizzerà un complesso linguaggio che verrà portato all’estrema perfezione dai successori di Cazzati: Giovanni Paolo Colonna e Giacomo Antonio Perti, versati tanto nello stile osservato alla romana quanto in quello teatrale.
A cavallo fra il XVII e il XVIII secolo, la Cappella di S. Petronio si trova ad essere protagonista della nascita di nuove forme strumentali: ad esempio  si afferma proprio qui il Concerto grosso, la cui paternità è contesa fra Roma e Bologna, ma che certamente fa la sua prima comparsa in un’edizione a stampa con l’opera VIII di Giuseppe Torelli, nel 1708.
Dopo essersi lentamente disgregata nei primi 20 anni del Novecento, la Cappella è stata ricostituita nel 1984 da Monsignor Dante Benazzi, primicerio della Basilica di San Petronio, che ne ha affidato la direzione al Maestro Sergio Vartolo.

Nei suoi venti anni di storia recente la Cappella Musicale di S. Petronio è stata protagonista di numerose esecuzioni molto apprezzate sia in Italia che all’estero. A queste produzioni hanno partecipato e partecipano regolarmente artisti fra i più accreditati nel repertorio barocco: oltre a Liuwe Tamminga, organista titolare della Basilica, Carmela Remigio, Gloria Banditelli, Cristina Miatello, Rosita Frisani, Alessandro Carmignani, Claudio Cavina, Mario Cecchetti, Gabriele Cassone, Fabio Biondi, Marc Minkowsky, e numerosi altri.

7. COSTRUZIONE. Il 7 giugno 1390 si poneva solennemente la prima pietra della basilica. Il progetto, che rappresenta uno dei più maestosi e significativi esempi del gotico italiano, si deve ad Antonio di Vincenzo (1350-1402). Sotto la sua direzione si costruirono la facciata e i fianchi per lo spazio di quattro cappelle per parte, cioè per la lunghezza delle prime due campate, si pose in opera il basamento marmoreo e si coprirono a volta le due navate minori e a capriate di legno la navata maggiore, erigendo una abside provvisoria a capo delle prime due campate.

Poi seguirono varie direzione e progetti, a metà del Cinquecento appariva ormai chiaro che la basilica non si sarebbe mai compiuta, cosicché quando nel 1562 il Papa fece erigere il Palazzo dell’Archiginnasio come sede stabile ed unica dell’Università, si scelse proprio un’area adiacente alla basilica, occupando parte dello spazio su cui avrebbe dovuto estendersi il braccio orientale per il transetto della basilica.

Tra il 1653 e il 1663 si decise di concludere l’edificazione della basilica rinunciando ad ogni ulteriore ampliamento della chiesa. Si costruì una grande abside semicircolare, fu collocato l’altare maggiore, le navate minori vennero chiuse con muri rettilinei.
In tal modo l’impressione di incompiutezza della basilica al suo interno venne sostanzialmente annullata, e l’edificio risultò lungo 132 metri, largo 60, alto 44,27.


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