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Letture 'bolognesi' sotto l'ombrellone: 5 libri da portare in vacanza che parlano di Bologna

Stare a Bologna anche quando si è lontani, in vacanza. Possibile, sì: basta scegliere le letture giuste, le "penne" che sulla città hanno scritto attraverso i vari generi letterari. Ecco qualche consiglio fra le ultime uscite

Una Bologna che fa da sfondo, una città protagonista, descritta in ogni dettaglio fra vicoli stretti e luoghi che un po' tutti conosciamo: c'è un modo per portarcela con noi in vacanza, questa città. Sotto l'ombrellone, raccontata sulle pagine di "penne" che l'hanno scelta nella loro narrazione, attraverso vari generi letterari. 

Un salto in libreria, prima di chiudere la valigia, per portare sotto l'ombrellone racconti e storie di Bologna: ecco qualche consiglio per le letture estive. Che al mare si sta bene, ma quando al rientro si comincia a vedere San Luca, quella bella sensazione di essere a casa è una grande consolazione...

"PER I BUONI SENTIMENTI RIVOLGETEVI ALTROVE" ROBERTO CARBONI (FRILLI)

Se l'ombra che cercate d'estate è quella scura scura del noir, ecco che questo libro ambientato a Bologna e scritto dal bolognese Roberto Carboni è quello che fa per voi. Maneggevole nella forma e scorrevole nel contenuto si farà divorare fra un bagno e l'altro. Senza svelare troppo: 

"…anche Bologna dormiva silenziosa, avvolta in una foschia umida che la faceva sembrare una fotografia sgranata. In alto i lampioni, file di perle, spiccavano nel buio e in Piazza dei Martiri le foglie gocciolavano come alambicchi.
Si incamminarono per una via dei Mille deserta di persone ma affollata di banche, ognuna delle quali prometteva, come un Cavallo di Troia: il mutuo giusto per te! Cartelloni patinati mostravano famiglie raggianti. Di debiti. Fateci entrare in casa vostra: bussava il cavallo.
Brutto segno.
I muri dei palazzi erano stati letteralmente tappezzati di cartelli neri dalle scritte rosso sangue: “Dimenticatevi la pietà”. E sotto: “Per i buoni sentimenti: rivolgetevi altrove”.

"L'ABBANDONATRICE", STEFANO BONAZZI (FERNANDEL)

Durante l'inaugurazione della sua prima mostra fotografica, Davide riceve una chiamata: Sofia, l'amica di cui aveva perso le tracce anni prima, si è tolta la vita. Al funerale, Davide conoscerà Diamante, figlio di Sofia. Un sedicenne scontroso e instabile che insieme al dolore si porta appresso un fardello di domande: che relazione c'era tra Davide e Sofia? Perché sua madre è scappata dall'Italia troncando ogni rapporto con amici e famigliari? Perché il suicidio? Tornato a Bologna insieme a Diamante, Davide si ritroverà a vivere una complicata convivenza a tre che coinvolge anche Oscar, il suo compagno, e grazie alla quale riemergerà la storia di Sofia, colei che lascia per paura di essere lasciata: una storia di abbandoni e di fughe, di silenzi e di madri dai comportamenti irrazionali e inspiegabili. "L'abbandonatrice" è un romanzo che racconta gli attacchi di panico e la droga, l'adolescenza e il disagio. Un romanzo sulle responsabilità che ogni scelta comporta e sulla difficoltà ad accettarne le conseguenze, a qualunque età, qualunque ruolo la vita ci abbia riservato.

"DRAMMI QUOTIDIANI", PAOLO PANZACCHI (PENDRAGON)

Francesco Garelli, giovane pubblicitario, è sposato con Giulia e ha una figlia di tre anni di nome Elena. Conduce una vita frenetica, dividendosi tra gli impegni di lavoro e quelli del ménage familiare, il tutto condito da qualche rimpianto, rapporti di amicizia saltuari, suoceri invadenti, genitori stressanti e piccole invidie. Francesco è insoddisfatto del rapporto con la moglie, ma crede che ci siano margini per migliorare: per questo le proverà tutte, dallo champagne al pilates, sino a quando non sarà colpito da una strana influenza, durante la quale rifletterà sulla propria condizione. E maturerà una decisione irrevocabile: sparire per sempre. Naturalmente, però, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...

"NON DIRE CAZZO", FRANCESCA RIMONDI (SPERLING&KUPFER)

«C'è un grosso equivoco dietro ciò che leggerete, che mi tocca molto da vicino in quanto Figlio Numero Uno, il cui unico ruolo nel romanzo è far sorridere il lettore con le proprie sfighe adolescenziali in mezzo alle tragedie-che-fannopiangere- però-sono-raccontate-con-leggerezza della vita di mia madre, tra cui il filone in perfetto stile 'Quasi Amici' di mio nonno in ospedale, che se lo leggesse so che si incazzerebbe più di me. Mi sento perciò in dovere di precisare alcune cose. Il primo punto è la sottile linea di demarcazione tra autobiografia e finzione letteraria che l'autrice si ostina a dichiarare evidente e scontata. Non vedo come sia possibile, dato che nemmeno io, personaggio partecipe in prima persona, mi accorgo della distinzione. Quindi la mia priorità assoluta è chiarire a tutti che ogni singolo episodio che riguarda me è, per utilizzare i termini da intellettualoide damsiana di mia madre, un espediente narrativo il cui fine è quello di evitare al lettore di tagliarsi le palle tra un monologo depresso di lei sola a lavorare a Clear Valley e un monologo depresso di lei sola a lavorare a Jesi.
Che poi non le mancavano gli espedienti narrativi per strappare due risate. La luna di miele in stile commedia-americana-con-Ben-Stiller dove la mettiamo? E tutti gli episodi della 'pisina'? Mio fratello, Numero Due, praticamente, è un fenomeno da baraccone; non appena crescerà e leggerà questo libro, nella migliore delle ipotesi scapperà di casa, nella peggiore diventerà un serial killer. Per non parlare della possibilità che questa invenzione di pura fantascienza - ci tengo a sottolinearlo - diventi famosa. Io sarei costretto a cambiare paese, per dire. Ma è un'ipotesi molto remota. Voglio dire, senza offesa eh mà, tu scrivi come Foster Wallace e dentro c'è tutto: c'è lo sfoggio del tuo bagaglio musicale con i continui occhiolini che strizzi al lettore, c'è persino la critica sociale attraverso le chat WhatsApp delle mamme... Però è una raccolta di post di Facebook, non può diventare famoso, cazzo, anche se va detto che come lettura da cesso è ottima.
L'unica cosa a cui devo stare attento è che nessuno sotto la soglia dei venticinque anni si impossessi di una copia. Nel frattempo, mi raccomando, in attesa della mia versione più veritiera (Non rompere il cazzo), non datele troppo retta.»

Dalla postfazione di Numero Uno

"OLTRE L'ARCOBALENO"- L'AMORE CHE SIAMO, AUTORI VARI (CreateSpace Independent Publishing Platform​)

L’antologia "Oltre l’arcobaleno", iniziativa nata dal desiderio di alcuni autori di schierarsi dalla parte dei diritti civili, giunge alla terza edizione. Al suo interno, racconti legati alle tematiche del mondo omosessuale, declinato da ogni punto di vista possibile. Drammi, percorsi e incontri caratterizzano storie in cui i protagonisti celebrano con allegria, sconfitta o più semplicemente attraverso la quotidiana normalità del vivere il diritto di essere e non arrendersi mai. Tra i racconti inclusi anche il testo vincitore e i tre selezionati della seconda edizione del Premio Letterario Oltre L’Arcobaleno. Quest’anno il ricavato dell’opera andrà interamente a sostegno delle attività di Gay Center per il progetto della Casa Famiglia Refuge LGBT.


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