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Dai Prati di Caprara ai piedi di San Luca: 10 curiosità sullo stadio di Bologna

In principio la squadra si allenava nella Piazza d’Armi dei Prati di Caprara. La strada per arrivare ai piedi di San Luca è davvero lunga e singolare

In principio si allenava nella Piazza d’Armi nei pressi dei Prati di Caprara, dove oggi sorge l’Ospedale Maggiore. Le porte erano fisse, ma venivano montate e smontate all’occorrenza. Nonostante il campo di fortuna nel 1910 il Bologna FC, fondato a ottobre dell'anno prima, vinse il Campionato Emiliano.

La storia della squadra e dei campi di gioco è davvero curiosa, scopriamola insieme: 

1) Un pastore lunatico. Il pastore che pascolava le pecore ai Prati di Caprara sarebbe stato troppo lunatico, così la squadra traslocò in via via Massarenti, l'allora strada San Vitale, nel tratto compreso tra le attuali via della Cesoia e via Paolo Fabbri. Gli spogliatoi vennero ricavati al primo piano del civico 90, uno steccato delimitava il campo e venne costruita una piccola tribuna in legno e juta.

2) Il campo in salita. Non c'è pace per gli 11, guidati dal Presidente Rodolfo Minelli. Nel 1913 vennero sfrattati e si trasferirono in località Ragno, sull’allora via Toscana (oggi Murri). Nacque così il campo dello Sterlino – Starlén, nome dialettale di quella zona pedecollinare. Venne recintato da una staccionata in legno e si innalzò una grande tribuna coperta di lamiera. Per i posti popolari si realizzò una gradinata in terra battuta. Il 30 novembre 1913 fu inaugurato, ma alla prima partita, i calciatori si accorsero che il campo era in salita, il dislivello, da porta a porta, superava il metro.

3) Nuovo campo dello Sterlino. Al termine della Grande Guerra venne ristrutturato e ampliato: una nuova tribuna, una terrazza pensile, la prima

.in Italia, la gradinata popolare, modificata nel 1921, così da poter accogliere diverse migliaia di spettatori. Su questo campo si formarono le nuove leve che diedero vita al grande Bologna degli anni Trenta.

4) Lo stadio ai piedi di San Luca. Il nuovo impianto polisportivo del Littoriale venne inaugurato il 31 ottobre 1926 e fu definito "primo anfiteatro della rivoluzione fascista" e "monumento della nuova epoca". 

5) Mussolini sul cavallo bianco. Alla cerimonia partecipò Benito Mussolini che tenne il discorso di apertura, entrando allo stadio su un cavallo bianco con l'alta uniforme di generale della Milizia (Mvsn, nota anche come Camicie Nere). Era considerato uno dei più grandi e moderni d'Europa e venne edificato a spese del partito fascista bolognese che promosse una colletta tra le aziende cittadine. 

6) La Torre di Maratona. Elemento caratterizzante del nuovo stadio. Dentro un'abside era collocato il bronzo di Mussolini a cavallo, eseguito da Giuseppe Graziosi. La scultura venne distrutta alla fine della seconda guerra mondiale e il bronzo riutilizzato da Luciano Minguzzi per creare le statue della Partigiana e del Partigiano, ora a Porta Lame.

Oltre al campo di calcio, l'impianto prevedeva la pista per l'atletica, campi di tennis e due piscine, di cui una, per la prima volta in Italia, al coperto.

7) Da Littoriale a Renato Dall'Ara. Con la caduta del regime, lo stadio cambiò nome: divenne il “Comunale”, ma l’ultima e definitiva modifica al nome avvenne nel 1983, quando è stato intitolato alla memoria di Renato Dall’Ara, presidente del Bologna Fc per 30 anni, nel giorno del ventennale della sua scomparsa.

8) I Mondiali di Italia ’90.  Per ospitare le partite della Coppa del Mondo venne ampliato in capienza (fino a 38.279 posti a sedere) e le scale esterne rivestite.

Al Dall'Ara si disputarono: il 9 giugno 1990 Emirati Arabi-Colombia 0-2,  il 14 giugno Jugoslavia-Colombia 1-0
19-6-1990, il 19 giugno Jugoslavia-Emirati Arabi 4-1. Il 26 giugno, per gli ottavi di finale, Bologna ospitò Inghilterra-Belgio 1-0. 

9) Omaggio a Bulgarelli e Weisz. Il 10 maggio 2009 la curva che da sempre ospita i sostenitori rossoblù è stata intitolata a Giacomo Bulgarelli (Portonovo di Medicina, 24 ottobre 1940 – Bologna, 12 febbraio 2009), il "capitano" che guidò la squadra alla vittoria dello scudetto del 1964. 

A gennaio del 2018, la curva sud è stata intitolata ad  Arpad Weisz, allenatore del Bologna calcio dal 1935 al 1938, deportato e ucciso nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1944.

10) Il campo di gioco. Viene considerato uno dei migliori, grazie ai sassi di fiume disposti a un metro di profondità, in modo da formare piccoli canali attraverso i quali l’acqua defluisce agevolmente. Il mix di erbe garantisce la compattezza del manto erboso, che può affondare le radici in almeno 40 cm di terreno attivo. Questi ed altri accorgimenti hanno fatto sì che in quasi 90 anni non si sia mai resa necessaria una rizollatura del campo, se non in percentuale minima. (Fonti: Bologna FC, Storia e Memoria di Bologna. Foto: Senato, Bologna Welcome, Bologna FC)


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