Segnalazioni

“9 ore di preghiera per la vita”, cittadino indignato: "Dimissioni di Prefetto, Questore e Sindaco di Bologna"

Sono uno dei partecipanti a quella che doveva essere la “9 ore di preghiera per la vita” in programma a Bologna il 19 dicembre. 

Premetto che scrivo a titolo personale, e non di rappresentante della organizzazione.

Ma scrivo comunque , come cittadino italiano, perché sono veramente indignato per quanto successo e per dire che di fronte a casi come questi dovrebbero assolutamente dimettersi le autorità coinvolte (Prefetto, Questore, Sindaco) in quanto espressione non di uno stato democratico e libero, ma di una specie di regime dittatoriale o fondamentalista di quelli che ci fanno vedere ai telegiornali, additandoli ad esempio di conculcamento della libertà e dei diritti delle persone.

 

Riassumo i fatti, per chi non li sapesse.

1)      Il 12 dicembre il comitato NO194  aveva indetto (e preannunciato alla questura con 6 mesi di anticipo) una giornata di preghiera vicino all’ Ospedale Maggiore di Bologna.  Ma un gruppo di persone che recitano il rosario contro l’ aborto evidentemente non può essere tollerato un in paese “libero” (?!).    Quindi all’ ultimo momento questa è stata vietata.  

2)      Ma non solo la preghiera pubblica vicino all’ Ospedale è stata vietata, ma sembrava impossibile trovare una qualsiasi altro luogo e un qualsiasi altro giorno.

3)      Alla fine è stato trovato un posto “alternativo” in era una piazza assolutamente isolata e inaccessibile (piazza San Giovanni in Monte), dove, a parte i residenti della piazza, nessuno ci passa.  In pratica una “finzione” di manifestazione pubblica.

4)      Anche il giorno della manifestazione è stato spostato (dal 12 al 19 dicembre), potete immaginarvi con quali disagi per chi si era già organizzato per l’ evento, che, come dicevamo era stato preannunciato da sei mesi.

5)      Anche il tempo della manifestazione è stato dimezzato (4,5 ore invece di 9).

6)   Ma, come se non bastasse sentite questa:

La piazzetta dove eravamo stati confinati (Piazza San Giovanni in Monte) era, come detto, completamente inclusa negli edifici e accessibile solo da due stradine. Vedere la mappa allegata. Eravamo stati messi lì perché non dessimo “fastidio” (?!) a nessuno . In compenso è stato consentito ad un gruppo di qualche decina di provocatori potessero per ore dar fastidio a noi, pure in questa situazione di confinamento in un luogo isolato.  Infatti la polizia ha consentito che un gruppo di dittatori (che avevano dichiarato apertamente che il 19 andremo acacciare gli antiabortisti”  (*) stazionasse nell’ unico punto in cui potevano mettersi per darci fastidio, e cioè all’ inizio di vicolo Monticelli (vedi freccia rossa nella immagine).  Il gruppetto di "fascisti rossi" (che nega esplicitamente e cerca di combattere il diritto costituzionale altrui a manifestare liberamente il proprio pensiero) ha potuto stazionare per tutto il tempo all’ imbocco del vicolo, con megafoni puntati direttamente verso la piazzetta dove stavamo noi, ampiamente in grado di infastidirci. E la polizia stava lì a guardare e tollerare.  Molti constatavano che sembrava che la polizia fosse lì a proteggere il gruppo di disturbatori piuttosto che a proteggere noi. Come mai si è  tollerata questa vergogna?  Hanno fatto tanto i difficili con noi, spostandoci in un angolo inaccessibile della città, perchè non potessimo “disturbare” nessuno (e perché nessuno ci potesse vedere) , poi però lasciano che gli altri disturbassero noi, nell’ unico punto dove potevano farlo, e dove poteva facilmente essere impedito questo disturbo.  Non era possibile, visto che si era fatto tanto, per impedire a noi che manifestassimo fuori dall’ Ospedale, impedire almeno che il gruppo contestatore stazionasse sotto il portico di via Farini e puntasse il megafono verso di noi?  E’ possibile solo impedire alla gente di pregare in pubblico, ma non è possibile impedire ad un gruppo di provocatori  di disturbare e minacciare? E’ questa la “libertà” e il livello di tutele dell’ “ordine pubblico” che vige a Bologna? Insomma sembrava tutta una cosa orchestrata per "punirci" di aver avuto la "impudenza" di voler manifestare in questa città.


I TUTORI DEI DISORDINE PUBBLICO SI DIMETTANO

Si appellano  all’ “ordine pubblico” per questi comportamenti indegni.  Ma se tutelare l’ ordine pubblico vuol dire SANCIRE LO STATUS QUO DELLA DITTATURA CHE IMPEDISCE ALLA GENTE DI ESERCITARE I SUOI DIRITTI COSTITUZIONALI  E PERFINO DI PREGARE IN  PUBBLICO (cosa che si pensava avvenisse solo nei territori del califfato), non si tratta di “ordine pubblico”, ma di “disordine pubblico costituito”. Sarebbe come se in un luogo dominato dalla mafia e dalla camorra si lasciassero spadroneggiare mafiosi e camorristi “per non turbare l’ ordine pubblico”.  Peccato che l’ ordine pubblico è “turbato” molto di più dalla presenza di delinquenti e prepotenti che impongono la loro dittatura e tolgono al libertà alla gente, piuttosto che da episodi di violenza esplicita.

A metà mattinata, quando tutti gli attivisti del comitato no194  provenienti da vari parte città d’ Italia, sono arrivati nella pizza San Giovanni in Monte, si contavano 80 persone.   Poche dirà qualcuno.  E allora? Se siamo in pochi non abbiamo diritto a manifestare o pregare in pubblico, e la mafia dei fascisti rossi ha diritto invece di venirci a molestare?

Non mi rassegno che  l ‘ Italia “democratica” si trasformi  in un paese dittatoriale.

Dimissioni immediate di Prefetto, Questore e Sindaco di Bologna!!!

E la magistratura indaghi contro chi a Bologna , o in altre parti d’ Italia, sembra libero di minacciare la gente, impedire loro di manifestare,  e arrogarsi il diritto di impedire l’ esercizio dei loro diritti costituzionali .

 Angelo 


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