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Saggezza popolare: i proverbi più amati dai bolognesi

I proverbi bolognesi sono in gran parte mutuati, come tutti, dalla cultura contadina. Rime audaci, che affiancano il susseguirsi delle stagioni alle funzioni fisiologiche, o battute più o meno velate ...

I proverbi bolognesi sono in gran parte mutuati, come tutti, dalla cultura contadina. Rime audaci, che affiancano il susseguirsi delle stagioni alle funzioni fisiologiche, o battute più o meno velate sull’avidità dei borghesi della città, dai notai ai commercianti. In generale, il dialetto bolognese sta morendo: solo gli anziani lo riescono ancora a parlare con disinvoltura, mentre i più giovani a volte non riescono nemmeno a capire gli argomenti delle discussioni. Ai nipoti è rimasta la parlata, l’accento, e un nutrito bagaglio di slang, più o meno travasati dalle espressioni dialettali.
Qui di seguito abbiamo selezionato alcuni detti “urbani”, che spesso si sentono far capolino durante le partite a carte o biliardo dei circoli anziani più frequentati.

L é méi un bèl taŝair che un bèl parlèr
(E’ meglio un bel parlare che un bel tacere)

Si rivolge di solito a chi ostenta conoscenze poi puntualmente smentite durante la discussione

I fiû di gât i ciâpn i póndg
(I figli dei gatti acchiappano i topi)

Questo proverbio è usato per descrivere, in modo pregiudizievole, che non ci si può aspettare un comportamento diverso da parenti e sodali di una persona malfidata

Secånnd al frè a si fà al capózz
A seconda del frate, gli si fa il cappuccio

Dal duplice significato: indica che bsogna sempre adattarsi agli eventi, ma anche un affare pubblico viziato da un conflitto di interesse, un provvedimento emanato “su misura” a vntaggio di una persona specifica

Aria dla finestra. Coulp ed balaestra

(Aria dalla finestra. Colpo di balestra)

Il “colpo di balestra” è il male al collo o alla schiena, tipico dei cambi di stagione

As nómina al pchè, e brisa al pecatòur
(Si nomina il peccato, e non il peccatore)

Si pronuncia dopo aver segnalato a un confidente una mala azione, condotta da un conoscente comune, ma non si vuole indicare il nome del responsabile.

La prémma vólta as pardanna, la secanda as bastanna
(La prima volta si perdona, la seconda si bastona)

Usato nel caso in cui si insista in un comportamento inappropriato, da cui si è stati già richiamati

A cavâl dunè, an’s’guèrda in bacca
A cavallo donato non si guarda in bocca.

Detto che proviene dal mondo del commercio. Quando si trattava il prezzo di un cavallo, si era soliti guardare i denti in bocca per capirne l’età effettiva. Il proverbio indica che se si riceve una donazione è scortese puntualizzare sulla sua qualità.
 


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