Salute

West Nile, parola all'immunologo: 6 cose da sapere

Luigi Muratori - professore associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater - fa alcune considerazioni sui casi specifici e sul virus in generale

Il prof. Luigi Muratori

A seguito degli ultimi casi (46 da luglio ad oggi) di West Nile a Bologna (sono di ieri due decessi), l'immunologo Luigi Muratori - professore associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater Studiorum - fa alcune considerazioni sui casi specifici e sul virus west Nile in generale.

Ecco 6 informazioni utili per non creare allarmismi e mirare alla giusta prevenzione.

1. L’infezione in 7-8 casi su 10 è asintomatica, oppure può causare disturbi simil-influenzali che si risolvono spontanemante nel soggetto sano ed immunocompetente (il virus è stato isolato anche in donatori di sangue, soggetti per definizione in ottima salute!), anche se non di rado la guarigione completa può richiedere settimane.

2. La malattia può diventare seria ed addiruttura letale quando viene colpito il soggetto immunodepresso (ad es. il trapiantato, il paziente ematologico, il portatare di malattie autoimmuni) o il portatore di più patologie, tipicamente le persona in età avanzata, che sono anche quelle più frequentemente colpite da tale infezione. Quando il virus supera la barriera ematoencefalica causa infezione del sistema nervoso (menigiti, encefaliti, paralisi flaccide acute che possono progredire sino alla paralisi respiratoria); in tale caso in aggiunta alla febbre con artalgie e mialgie è presente cefalea importante, rigidità nucale, progressivo torpore e confusione mentale. 

3. La diagnosi è laboratoristica, pertanto è essenziale che il medico avanzi il sospetto su base clinica (esposizione del paziente a zanzare, provenienza da aree endemiche, etc.) e proceda al prelievo dei campioni biologici appropriati.

4. L'infezione non viene trasmessa da malato a sano, pertanto non vi è rischio di diffusione del contagio.

5. Non esiste il vaccino per prevenire tale infezione, né farmaci antivirali specifici, quindi la terapia è essenzialmente di supporto, e nei casi con interessamente respiratorio severo o neurologico risulta indicato il ricovero presso i Reparti di Terapia Intensiva. L’unica prevenzione consiste nel prevenire le punture di zanzara, ed ogni mezzo è lecito!

6. Nel periodo luglio/agosto 2018 sia a livello nazionale che regionale sono stati segnalati molti più casi rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, e dato che il vettore dell'infezione circola tipicamente anche nel mese di settembre, le prossime settimane potrebbero riservare un ulteriore picco di nuovi casi.


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