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Restaurata “Rampante”, all'Autodromo torna a brillare la maxi scultura dedicata alle Ferrari

Si tratta dell'opera dell’artista Armand Pierre Fernandez, noto come Arman. I lavori di restauro dovevano essere inaugurati nel fine settimana del Gran Premio di F.1 del 19-21 maggio, poi annullto causa alluvione

Rampante

E’ stato inaugurato ieri pomeriggio il restauro del monumento “Rampante” dell’artista Armand Pierre Fernandez, noto come Arman, posto all’ingresso dell’Autodromo Internazionale “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. Iniziati il 24 marzo scorso, i lavori di restauro erano stati completati entro 16 maggio scorso, per essere inaugurati nel fine settimana del Gran Premio di F.1 del 19-21 maggio. Con l’annullamento del Gran Premio, causa l’alluvione in Romagna, anche l’inaugurazione è stata posticipata, ed è avvenuta oggi, in concomitanza con il passaggio della 1000 Miglia in città ed in autodromo.

“Il restauro del monumento, atteso da tanto tempo, da cittadini, appassionati finalmente è stato completato. Anche il Consiglio comunale, attraverso una mozione presentata dal Gruppo Imola Corre, si era espresso in merito. Dopo il “semaforo verde” della Fondazione Arman, a cui fanno capo tutte le opere dello scultore francese scomparso, si è partiti con le procedure di affidamento. Abbiamo studiato con i tecnici il metodo migliore per questo lavoro, non facile perché lo scopo è quello di riportare alla luce il colore rosso Ferrari delle origini. Siamo soddisfatti dell’esito raggiunto dal restauro e di aver così restituito alla città ed a tutti coloro che lo visiteranno, il monumento ritornato alla sua originale bellezza, proprio nel 70.o compleanno dell’Autodromo” commentano il sindaco Marco Panieri e l’assessore all’Autodromo, Elena Penazzi.  
Da parte sua Pietro Benvenuti, direttore Autodromo sottolinea: “il monumento di Arman è uno dei simboli dell’Autodromo, e così, insieme all’Amministrazione Comunale, ci siamo attivati per ottenere le necessarie autorizzazioni ad intervenire sull’opera. Grazie a due restauratori laureatisi presso l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, la scultura è stata riportata alla sua colorazione originale e vuole essere un omaggio che vogliamo fare alla cittadinanza ed a tutti i turisti che verranno a visitare l'Autodromo proprio nel 70° dalla nascita del Circuito”. 

“L’intervento di restauro è stato realizzato direttamente in loco poiché il bene è considerato inamovibile; le saldature presenti che collegano ogni elemento costitutivo non possono essere svincolate poiché arrecherebbero danni alla materia costitutiva originale creando scompensi conservativi - spiega Giacomo Perna -. Lo stato di conservazione dell’opera era particolarmente danneggiato a causa della depolimerizzazione della vernice rossa e della vernice trasparente. Questo ha reso necessaria la rimozione della vernice presente non più recuperabile per poi agire con la rimozione dei prodotti di ossidazione del bronzo. A seguito della pulitura chimica e meccanica è stata ripristinata la vernice originale tramite un sistema di vernici: un fondo, il rosso e una vernice finale trasparente. La principale difficoltà dell’intervento è stata la fase di verniciatura che, non potendo smontare l’opera e portarla in laboratorio, è stata realizzata direttamente sul posto. E’ stata nostra cura creare un ponteggio isolato dagli agenti esterni come pollini e pulviscolo atmosferico al fine di realizzare una verniciatura il più uniforme possibile”. 
“Operando da anni nel settore dei Beni culturali, la società Formula Imola ci ha affidato l’incarico di organizzare e seguire i lavori di restauro al monumento di Arman. Trovandoci davanti ad un’opera d’arte è stato per noi fondamentale individuare il professionista giusto. La scelta è ricaduta su Giacomo Perna, restauratore specializzato nel trattare i metalli preziosi, che ha eseguito il restauro in modo egregio, operando come su un gioiello smaltato” dichiara l’architetto Lorenza Golinelli dello Studio I-DEA di Imola.

La storia del monumento

Il Comune di Imola, insieme con Franco Calarota, fondatore della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., di Bologna, in accordo con la Sagis (società che allora gestiva l’autodromo) commissionò ad Arman un monumento dedicato alla Ferrari. “Rampante”, questo il titolo dell’opera, è un assemblage di cinque metri di altezza di una pila di repliche in bronzo della Ferrari F40, il primo monumento dedicato alla vettura della Casa di Maranello. La stessa Ferrari diede ad Arman il colore rosso originale per dipingere il monumento. 
Realizzata nel 1999, l’opera venne inaugurata il 30 aprile di quell’anno, in occasione del Gran Premio di F.1 che si corse domenica 2 maggio, alla presenza, fra gli altri, di Arman, Bernie Ecclestone, Jean Todt, Piero Lardi Ferrari, dell’allora sindaco di Imola Raffaello De Brasi, dell’allora presidente della Sagis (società che gestiva l’autodromo), Federico Bendinelli e di Franco, Roberta e Alessia Calarota. La domenica successiva, il 2 maggio 1999, Michael Schumacher e la Ferrari vinsero il Gran Premio di San Marino.  
Il restauro è stato affidato a Giacomo Perna, di Roma e a un suo collega. Si tratta di due restauratori con laurea magistrale conseguita all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma (ISCR): uno specializzato nel restauro dei monumenti in metallo e lega, uno specializzato nel restauro dei materiali e manufatti contemporanei. 
I lavori di restauro sono stati organizzati e seguiti dallo studio di progettazione I-DEA, mentre il cantiere è stato allestito dalla ditta “Mento ponteggi srl”. Il costo complessivo è di 36 mila euro (più Iva), che è stato sostenuto da Formula Imola e da sponsor privati, come Ecocertificazioni.

Tecniche esecutive del monumento

Per quanto riguarda le tecniche esecutive, il monumento è costituito da sezioni longitudinali di modelli Ferrari F40 realizzate in fusione dalla fonderia d’arte Del Chiaro, di Pietrasanta (Lucca), che due anni prima aveva collaborato con lo scultore Stefano Pierotti autore del monumento “a Ayrton Senna”, inaugurato nel parco delle Acque Minerali il 26 aprile 1997.
“Ogni sezione si sviluppa in 140 cm di lunghezza e 31 cm di larghezza. Ogni macchina è quindi costituita da due sezioni collegate tra loro grazie ad un vincolo metallurgico. Il materiale costitutivo è il bronzo; la cromia è data dalla presenza di vernice rossa per la parte di carrozzeria delle macchine e dal colore naturale del bronzo (color simil oro) per gli pneumatici, finestrini e parti accessorie, mentre le parti incise e sotto livello originariamente erano state lasciate leggermente più scure sfruttando l’ossidazione del metallo al fine di aumentare l’effetto prospettico e di tridimensionalità. Le aree di metallo lasciato a vista sono poi state coperte e protette da uno strato di vernice trasparente” riporta il progetto di restauro, che aggiunge “le sezioni di automobili vincolate l’una all’altra sono state poi saldate ad una piattaforma in metallo che è stata a sua volta inglobata all’interno di un basamento di cemento direttamente sul luogo di giacitura. Il monumento si estende per un’altezza di 5,5 metri e una larghezza di 3,8 m”. 


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