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Basilica di San Francesco: 7 cose da sapere sulla chiesa dei due campanili

Fu la prima chiesa in Italia dedicata al santo, ma è stata anche caserma e magazzino

Circondata da alberi altissimi, che la rendono ancora più suggestiva, la Chiesa di San Francesco all'epoca della sua costruzione fu il primo esempio in Italia di edificio sacro in stile gotico di derivazione francese, nato verso la metà del sec. XII a l'Île-de-France, vicino Parigi, con l'esigenza di rivedere il romanico. La basilica domina la bella piazza in via di riqualificazione ed è caratterizzata da un insieme di stili differenti, che vanno proprio dal romanico, al gotico fino al rinascimentale. 

Oltre alla sua posizione incantevole, ecco alcune curiosità e cenni storici sul complesso di San Francesco:

1. I FRATI MINORI. La chiesa venne edificata su un terreno donato dal Comune nel 1236, dieci anni dopo la morte di Francesco, e fu la prima la prima in Italia dedicata al santo. Fu voluta dai Frati Minori, la comunità francescana presente in città sin dal 1218, dove furono inviati dal santo stesso sotto la di Bernardo da Quintavalle, il suo primo seguace, che a Bologna si era laureato in diritto.

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2. SAN FRANCESCO A BOLOGNA. Nei “Fioretti”, al capitolo XXVIII, si racconta della sua visita a Bologna in una piazza “piena di uomini, donne e scolari”, probabilmente l'attuale Piazza Maggiore. Fu in città probabilmente nell'agosto 1222, dove, si racconta, convertì anche due studenti "della Marca d’Ancona; e l’uno avea nome Pellegrino, e l’altro Rinieri: i quali due per la detta predica toccati nel cuore dalla divina inspirazione, vennero a san Francesco, dicendo che al tutto voleano abbandonare il mondo e essere de’ suoi frati". 

3. DUE CAMPANILI. La basilica è 'dotata' di due campanili: il primo, più modesto, del 1260 ca. e l'altro eretto tra il 1397-1402 dall'architetto nato e vissuto a Bologna, Antonio di Vincenzo, arricchito da bifore e trifore.

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4. CAPPELLA MUSICALE E BIBLIOTECA. Sin dalla fine del XIII secolo nella chiesa, si insegnava canto ai bambini. Nel 1537 viene istituita una cappella musicale alla guida della quale ci sarà, due secoli dopo, padre Giambattista Martini, una delle personalità più insigni del Settecento musicale europeo. 

La prima biblioteca presso il convento di San Francesco risale probabilmente alla metà del 1200. Nel 1681 fu costituita una nuova grande biblioteca portata a termine un secolo dopo, quando vi fu annessa la raccolta musicale di padre Martini. Con la soppressione napoleonica, il patrimonio librario andò forse disperso, mentre la raccolta musicale confluì al Liceo Musicale (ora Civico Museo Bibliografico Musicale presso il conservatorio). Anche la nuova biblioteca ricostruita dai religiosi passò al Municipio di Bologna nel 1869.

L’attuale biblioteca è del 1957 ed è collocata nel grande salone ex refettorio. Ha una consistenza di circa 35.000 volumi e opuscoli, con 32 incunaboli, 226 cinquecentine, con catalogo informatizzato. Conserva l’Archivio Rubbiani (Fabbriceria san Francesco), l’Archivio storico della Provincia Bolognese dei Frati Minori Conventuali e un prezioso Archivio musicale (circa 3000 manoscritti di cui 800 autografi e musicologia a stampa con cataloghi).

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5. ARCHE. Intorno all'edificio anticamente vi era un'area cimiteriale, dove vennero seppelliti diversi personaggi illustri. Ora rimangono i bellissimi mausolei (arche) di alcuni glossatori, giuristi appartenenti alla Scuola di Bologna, risalenti al XIII secolo, Accursio, Odofredo e Rolandino de' Romanzi. 

6. DA CHIESA A CASERMA. Durante gli anni del saccheggio delle truppe francesi, alla fine del 1700 la chiesa venne  non solo sconsacrata, ma anche spogliata di opere d’arte e trasformata in caserma mentre il convento venne soppresso. Fu riaperta al culto nel 1842 ma dopo alcuni decenni divenne magazzino militare. Grazie al lavoro di Alfonso Rubbiani, restauratore bolognese, acquisì nuovamente l'aspetto primitivo tra il 1886 e il 1919. 

7. BOMBARDAMENTI. Come il complesso di San Giovanni in Monte, anche San Francesco venne colpita e seriamente danneggiata dal bombardamento del luglio 1943. Venne restaurata ancora una volta e nel 1949 tornò ad essere luogo di culto. 


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