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Dimore celebri: qui vissero re, cantanti, scultori e attori

Re, scienziati, cantanti, scultori e attori. I personaggi illustri e le loro dimore in città

Re Enzo, Galvani, Farinelli, Baruzzi per arrivare all'attore Gino Cervi. Tutti questi personaggi illustri hanno "abitato" a vario titolo a Bologna. 

1) Non fu una vera propria dimora bolognese, quanto meno non la scelse Enzo di Hohenstaufen, meglio conosciuto come Re Enzo. Nato nel 1220 da Federico II e Adelaide, nobile di origine germanica, è diventato Re di Torres e di Gallura, quando a 18 anni sposa Adelasia di Sardegna, vedova Visconti, che di anni ne ha dieci in più. Il matrimonio non piace però a Papa Gregorio IX che non gradisce uno svevo su quel trono e più tardi scioglie l'unione per infedeltà di Enzo. Sposa in seguito un'altra donna dalla quale ha un figlio, Enrico, ma ha avuto anche una figlia illegittima, Elena. Per il resto, si sa che non disdegnava affatto la compagnia femminile.

Enzo, come il padre, è uomo di poesia e cultura, tanto da essere definito "Falconetto", per la garbata prestanza, ma anche per le sue doti di condottiero. Partecipa valorosamente a numerose battaglie, ma nel 1249 i bolognesi lo sconfiggono a Fossalta, così viene catturato e portato in città. Imprigionato nel palazzo che prende il suo nome, non vive in anguste segrete e in catene, ma trattato con tutti i riguardi, con servitù a disposizione e spesso "visitato" dalle amanti. Il padre ne chiede più volte la liberazione che viene sempre negata. Qui muore nel marzo 1272, il suo corpo viene imbalsamato vestito di abiti regali e sepolto con tutti gli onori a spese del Comune di Bologna nella chiesa di S. Domenico. 

2) Carlo Broschi detto "Farinelli", o "Farinello", nasce ad Andria nel 1705 e muore a Bologna nel 1782. Comincia a studiare la musica già da bambino, viene condotto a circa 10 anni a Napoli, dove probabilmente fu evirato, e dove, sotto la protezione della famiglia Farina (da qui il nome d'arte 'Farinelli') studia canto con il famoso maestro Nicolò Porpora che aveva formato anche altri "castrati", e che lo porta al successo a soli 15 anni. 

Broschi si esibìsce varie volte nei teatri bolognesi: nel 1727, a soli 22 anni, interpreta Ceraste nell'Antigona di Orlandini confrontandosi con Antonio Bernacchi, maestro della scuola di canto cittadina. Qui entra nelle grazie del conte Sicinio Pepoli, e nel luglio del 1730 Farinelli e suo fratello Riccardo vengono ammessi all'Accademia Filarmonica di Bologna come membri onorari. Nel 1732 viene insignito della cittadinanza bolognese e poco dopo acquista un terreno fuori Porta Lame (oggi via Zanardi 30) dove si fa costruire una villa nella quale si stabilsce definitivamente ad agosto del 1761. Farinelli ha anche una residenza in centro, in via Santa Margherita 6, e nelle sue dimore ospita anche altri artisti. Muore il 16 settembre 1782.

Purtroppo gli archivi musicali del Farinelli andarono perduti dopo la sua morte e la villa divenne sede degli uffici dello zuccherificio per poi essere abbattuta nel 1949. Venne sepolto nella Chiesa di Santa Croce del Convento dei Cappuccini che però con l'arrivo dei francesi alla fine del Settecento, fu soppresso, per far posto alla Villa Revedin. Nel 1810 i resti del Farinelli furono traslati alla Certosa di Bologna: il monumento funerario del 1845 è stato voluto dalla nipote. Bologna gli ha dedicato un giardino nella zona compresa tra via Marco Polo, via Vasco de Gama e piazza Giovanni da Verrazzano, nei pressi del luogo dove sorgeva la villa. 

3) Luigi Galvani (Bologna 1737 - 1798) dimora in quella che adesso si chiama Via Marconi, al civico 13. La sua casa è ora sede di una banca e l'unica testimonianza del passaggio del grande scienziato è un medaglione che lo ritrae e la scritta in italiano e latino: "Nato accolsi Galvani e 'l piansi estinto per lui fu l'uno all'altro polo avvinto"

Si laurea all'Alma Mater in medicina e in filosofia nel 1759, è insegnante di anatomia e ostetricia presso l'Accademia delle scienze e l'università di Bologna, ma "perde il posto" quando rifiuta di giurare fedeltà alla Repubblica Cisalpina, istituita da Napoleone Bonaparte con la Campagna d'Italia. 

Esercita anche come medico, ma è soprattutto ricercatore. Nel 1791 pubblica il trattato "sulle forze dell'elettricità nel moto muscolare" che lo rende celebre in tutta Europa tanto che fu coniato il il termine "galvanismo".

Lo scienziato è spesso visto in abbinamento alle "rane" sulle quali condusse esperimenti per dimostrare che l'elettricità intrinseca all'animale produce la contrazione dei muscoli. Le sezionò lasciando solo le zampe posteriori attaccate alla colonna vertebrale e, unendo i nervi a un filo di metallo, osservò che, i lampi del temporale provocavano il movimento degli arti.

Galvani muore a 61 anni e viene sepolto nella Chiesa del Corpus Domini, in via Tagliapietre. A lui è dedicata la Piazza dietro la Basilica di San Petronio e la statua che lo ritrae mentre sfoglia un libro che gli è valso anche un proverbio in dialetto bolognese "lè piò fazìl che Galvani al vòlta pagina" (è più facile che Galvani volti la pagina) ad indicare un'impresa praticamente impossibile. 

4) Villa Baruzziana in passato non era un ospedale per pazienti con disturbi neuro-psichici, ma un’opera architettonica di Cincinnato Baruzzi, allievo dello scultore Canova. Nato a Imola il 16 marzo 1796 da Vincenzo Luigi, ingegnere, e Maria Tadolini, figlia del famoso architetto Francesco, Baruzzi frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna e a soli 18 anni vince il premio "dell'alunnato" e il concorso che lo porta a Roma per perfezionare gli studi, dove entra nel laboratorio di Antonio Canova. Nel 1819 vince il premio, istituito dallo stesso scultore per i giovani artisti e alla morte del maestro viene incaricato dagli eredi di prendere la direzione del famoso studio di via delle Colonnette.

Nel 1831 è nominato professore di scultura nella Pontificia Accademia di Bologna fino al 1860, quando va in pensione, pur riscuotendo lo stipendio. Diventa così professore onorario dell'Accademia e ispettore delle opere plastiche a disposizione del ministero.

Nel 1836 acquista e restaura 'Villa Eliso', sul colle dell'Osservanza, dove raccoglie numerosi dipinti, sculture e bozzetti del Canova). 13 anni dopo la villa viene occupata dagli Austriaci e le sue collezioni vanno perdute. Vi si ritira nel 1860 (anno della morte della moglie Carolina Primodi) dove vive completamente isolato e dove muore il 26 gennaio del 1878, praticamente dimenticato dalla cultura ufficiale. 

Lasciò la villa e di tutti i suoi beni il Comune di Bologna perché provvedesse all'istituzione del premio Baruzzi, tuttora attivo, per incoraggiare giovani pittori, scultori e musicisti.

5) Il famoso attore Gino Cervi nasce a Bologna nel 1901 e precisamente in via Cartoleria 3, nel quartiere Santo Stefano. Figlio di un critico teatrale, segue il padre sin da bambino e a 23 anni esordisce a fianco della celebre attrice Alda Borrelli che iniziò la sua carriera di attrice in città. Nel 1928 conosce l'attrice Angela Rosa Gordini e la sposa: dal loro matrimonio nasce Antonio ('Tonino'), che divenne regista e produttore cinematografico e che a sua volta ebbe una figlia,Valentina, anche lei attrice.

Da Pirandello a Goldoni, a Dostoievskij a Shakespeare, nel 1938, fonda la compagnia del Teatro Eliseo di Roma, insieme ad Andreina Pagnani, Paolo Stoppa e Rina Morelli, di cui assumerà la direzione. Il grande schermo lo 'assolda' nel 1932 con "Frontiere", ma la fama arriva con il regista Alessandro Blasetti, che lo chiama come protagonista di una serie di film storici, e poi nel 1942, lo dirige in "Quattro passi fra le nuvole".

Il culmine della carriera negli anni cinquanta con la straordinaria interpretazione del sindaco emiliano Peppone accanto a Don Camillo, il francese Fernandel, serie tratta dai racconti di Camillo Guareschi. La televisione lo consacra con le inchieste del commissario Maigret, ispirata ai romanzi del belga Georges Simenon. 

Cervi omaggiò in TV anche il liquore prodotto a Bologna diventando protagonista della pubblicità della "Vecchia Romagna, il brandy che crea un'atmosfera". Muore nel 1974 nella sua casa di Punta Ala, a causa di un edema polmonare. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma con la moglie e il figlio. Bologna gli ha dedicato un giardino in zona San Donato. 


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