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"Ultima notte" Teatro Ridotto

Una donna sola danza con i suoi fantasmi in una notte d’inverno. Scrittrice, madre, moglie, figlia, donna inquieta, poetessa. Fragile e risoluta. Silvia Plath ha attraversato tutti gli stadi dell’esistenza come una farfalla notturna va alla lampadina: bruciandosi. A 31 anni, si è suicidata lasciando una marito e due figli in tenera età.

Parla Sylvia Plath, poetessa negli anni ’50 del 900, citando Tagore. È la notte dell’11 Febbraio del 1963, la notte raccontata sulla scena. Sylvia ripercorre i momenti salienti della sua vita, possessioni rituali, momenti di confusione, questi attimi contrastanti che le lasciano tormenti ma anche respiri dati da danze liberatorie come se sprigionasse quel buio che vive in lei .
Ricorda il padre e le sue enormi e lucide scarpe nere; pensa alla sua carriera e al suo nascondersi dietro altri volti, altri personaggi, altre vite da lei create; ripensa al marito, e alle lunghe serate di silenzio che lui occupa in lettura e lei in cucito; ripensa ai figli e alla maternità, e al sentirsi strozzata da sè stessa, dalla rigidezza dei ruoli, dall’essere figlia, madre, moglie, scrittrice, con uno stato d’animo ansioso .”Il buio filtra dalle fessure, non possono contenere la mia vita”, ripete, il senso che la vita non possa essere contenuta, che più la rinchiudi, più la rendi schema, più lei si ribella, straborda, e non puoi più essere madre o figlia, o scrittrice, puoi essere solo vento, spirito: libera.
Sylvia combattuta, in questa notte, tra luci e ombre, tra sorrisi, isteria e introspezione, sceglie la sua libertà, libertà che ha lo stesso volto della morte. Quella notte, la sua “ultima”, dopo aver portato latte caldo ai bambini ancora molto piccoli, la poetessa accende il gas e si abbandona. Sylvia sta scappando dalla vita, ma lei parla proprio di coraggio, poco prima di morire, quando si immedesima in Maria Maddalena, personaggio controverso, icona cattolica ma anche profana, come lei divisa tra luci e ombre, rigidezza e libertà.

Produzione Teatro Ridotto
Regia Renzo Filippetti
Con Lina Della Rocca


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