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Teatro Arena del Sole e Teatro delle Moline: la stagione 2019-2020

Il titolo scelto per la stagione 2019/ 2020 è Bye bye 900‘? , che vuole essere un‘occasione per riflettere sul presente, per interrogarci su quali strumenti di analisi siamo in grado di ereditare dal secolo scorso e su chi siamo e come cambiamo.

A inaugurare la stagione del Teatro Arena del Sole, dall’11 al 13 ottobre, un appuntamento musicale con Canto per Europa. Viaggio in musica e parola alle origini dell’Occidente: la European Spirit of Youth Orchestra - ESYO, ensemble giovanile internazionale diretto dal M° Igor Coretti Kuret, accompagna una voce narrante, quella del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, in una rilettura del mito fondativo del nostro continente, che vede la principessa fenicia Europa rapita da Giove su una spiaggia dell'attuale Libano.

Arizona, spettacolo diretto dal giovane Fabrizio Falco, anche interprete con una grande attrice italiana come Laura Marinoni, apre invece la stagione della sala Thierry Salmon il 19 ottobre, in scena fino al 27. Il testo del prolifico drammaturgo, sceneggiatore e regista, di teatro e cinema, Juan Carlos Rubio, è una tragicommedia quanto mai attuale, in cui una insolita coppia si occupa di controllare e bloccare il passaggio degli immigrati attraverso il confine tra Messico e Stati Uniti.

Antonio Latella, uno dei maggiori registi italiani contemporanei, tra i più apprezzati all’estero e attuale direttore della Biennale Teatro di Venezia, torna a collaborare con ERT Fondazione per portare in scena La valle dell’Eden (dal 6 al 17 novembre), una grande saga familiare, capolavoro letterario dello scrittore americano, Premio Nobel, John Steinbeck. Lo spettacolo è stato inoltre preceduto dal ciclo di lettura a puntate del romanzo, che ha portato a Bologna tutti i protagonisti della pièce tra sale teatrali, biblioteche e musei cittadini.

Davide Carnevali, drammaturgo italiano, che anche in questa stagione torna a collaborare con ERT Fondazione, dirige Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezz'estate (dal 19 al 24 novembre), uno sguardo al Seicento, attraverso una rilettura di uno degli autori principali del barocco e del periodo elisabettiano.

Tra le ospitalità un altro grande nome del teatro e della danza internazionale, la regista e coreografa argentina Constanza Macras con Hillbrowfication - a part of Space Tales, Future Cities (4 e 5 dicembre), un progetto performativo che coinvolge bambini e giovani provenienti dalla zona di Hillbrow di Johannesburg, un quartiere dove la situazione dei migranti, la violenza e la xenofobia costituiscono aspetti durissimi della quotidianità. A partire dai materiali prodotti durante i laboratori, i partecipanti sviluppano uno spettacolo, immaginando la “Hillbrow del futuro”, utopie e distopie della ghettizzazione e della gentrificazione.

Dopo il debutto a VIE Festival, torna la compagnia Kepler-452 con la nuova produzione F. Perdere le cose (dal 5 al 15 dicembre), uno spettacolo che, scavando nei cavilli legislativi e nelle pieghe della burocrazia, riflette sull’esistenza e l’identità di ognuno di noi, sulla necessità del teatro, sull’importanza dello stare in scena; il tutto raccontando la storia dell’indimenticabile incontro con F., un senza tetto nigeriano che vive in Italia da vent’anni.

Enzo Vetrano e Stefano Randisi, interpretano e dirigono Quando la vita ti viene a trovare. Dialogo tra Lucrezio e Seneca (12 e 13 dicembre), scritto dal latinista Ivano Dionigi. Uno scontro filosofico tra due maestri del pensiero classico, per guardare a due diverse anime che abitano la cultura occidentale da secoli.

Nell’ambito del progetto Elias Canetti. Il secolo preso alla gola, Lino Guanciale approda alla regia, portando in scena il primo testo teatrale dello scrittore bulgaro. In Nozze (dal 17 al 22 dicembre), scritto nel 1932 ma di attualità disarmante, dietro al grottesco e apocalittico narrare degli odi e delle basse bramosie da condominio, Canetti prefigura la folle catastrofe dell'Europa dei nazionalismi tra le due guerre mondiali.

Un appuntamento dedicato al fumetto è quello con Kobane Calling On Stage (18 dicembre), un progetto di Cristina Poccardi e Nicola Zavagli – Teatri d’Imbarco, tratto dal celebre racconto di Zerocalcare, un resoconto del viaggio dell’autore insieme a un gruppo di giovani volontari partiti per la città simbolo della resistenza curda, Kobanê, tra i difensori del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico.

Non manca l’affezionato appuntamento di Capodanno con Tap Factory, uno spettacolo di danza e acrobatica, nato in Francia ma di produzione inglese: performer virtuosi danno vita sul palco a un mix di giocoleria e tap dance, in una brillante narrazione dotata di pura ironia da commedia leggera.

Paolo Billi presenta il nuovo lavoro della Compagnia del Pratello, composta da minori e giovani adulti in carico ai Servizi di Giustizia Minorile, Le orme dei figli (dall’8 al 12 gennaio). Liberamente ispirato alla fiaba di Charles Perrault, Pollicino, e ad alcuni film di François Truffaut, lo spettacolo è ambientato in un luogo immaginario, il cui riferimento alla realtà non sembra però distante: una foresta di figli abbandonati da padri.

Non manca la tradizione teatrale italiana con Gabriele Lavia, che, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca... e non solo, chiude la sua trilogia pirandelliana con I giganti della montagna (dal 9 al 12 gennaio), «l’ultimo dei miti – come afferma il regista – testamento artistico di Luigi Pirandello».

Massimiliano Civica dirige l’Antigone di Sofocle (dal 16 al 19 gennaio), una nuova lettura della tragedia greca che lascia risuonare un messaggio attualissimo: è proprio il carattere delle persone che svolgono un ruolo pubblico a essere una questione di scottante rilevanza politica e interesse comunitario.

Saverio La Ruina mette in scena Mario e Saleh (dal 23 al 25 gennaio), spettacolo che racconta l’incontro tra un occidentale cristiano e un musulmano, all’indomani di un terremoto, in una delle tende allestite nei luoghi del sisma: la relazione ravvicinata tra i due si evolve tra differenze e agnizioni, ribaltando le percezioni che hanno l’uno dell’altro.

Antonio Viganò e Bruno Stori allestiscono Otello Circus (31 gennaio e 1 febbraio), uno spettacolo lirico-teatrale, ispirato alle opere di Giuseppe Verdi e William Shakespeare, ambientato in un vecchio Circo dove tutto sembra appassito e Otello è costretto a rappresentare la sua personale tragedia. In collaborazione con Centro La Soffitta, Dipartimento delle Arti, Università di Bologna.

La giovane compagnia milanese Il Teatro dei Gordi presenta Visite (dal 31 gennaio al 2 febbraio). Ispirato al mito di Filemone e Bauci di Ovidio, lo spettacolo indaga la metamorfosi come segno del tempo, sguardo sul mondo, vitale necessità e dinamica scenica e lo fa raccontando con un linguaggio originale una storia semplice e comune, per cogliere il fondo mitico della realtà a noi vicina.

Marco Paolini torna in Arena del Sole con il suo nuovo lavoro Nel tempo degli dei. Il calzolaio di Ulisse (dal 6 al 9 febbraio), scritto con Francesco Niccolini e con la regia di Gabriele Vacis. Ex guerriero ed eroe, ex aedo, l’Ulisse di Paolini, pellegrino e invecchiato, non ama svelare la propria identità e tesse parole al limite della realtà che diventano mito.

Il duo Angela Malfitano e Francesca Mazza riprende uno spettacolo del suo repertorio, Due vecchiette vanno a Nord (8 e 9 febbraio), in cui le attrici affrontano il tema della morte attraverso l’ironica scrittura del drammaturgo francese Pierre Notte, imbattendosi in un viaggio rocambolesco carico di memorie e conti da chiudere.

Due spettacoli mettono in scena due testi di Giovanni Testori, uno dei maggiori drammaturghi di riferimento del secondo Novecento: Valter Malosti dirige Federica Fracassi in La monaca di Monza (14 e 15 febbraio), una feroce confessione di Marianna De Lyva, in cui come in una soggettiva cinematografica la protagonista, ormai morta, rivive la sua vita. Andrée Ruth Shammah invece riallestisce uno dei testi più noti dell’autore, I promessi sposi alla prova (dal 5 all’8 marzo), un classico della letteratura italiana, per quanto lontano da noi e dallo spirito del nostro tempo, capace di risvegliare dubbi ed emozioni proprie di tutti gli esseri umani, in qualsiasi epoca.

Liv Ferracchiati, giovane drammaturgo tra i più interessanti del panorama contemporaneo italiano, mette in scena Commedia con schianto. Struttura di un fallimento tragico (14 e 15 febbraio), una satira sul sistema teatrale, sugli artisti e sulle debolezze dell’essere umano, ma anche un grido di disperazione da parte di una generazione che prova a lasciare un segno.

Pascal Rambert, personalità teatrale tra le più interessanti del panorama contemporaneo, torna a dirigere un suo lavoro per Emilia Romagna Teatro Fondazione, dopo il successo di Clôture de l'amour e Répétition. Lo fa con Architecture (22 e 23 febbraio), un grande racconto sull’Europa, una brutale storia familiare, un naufragio tra l’inizio della modernità, la prima guerra mondiale e l'Anschluss.

Nell’ambito del progetto “Inventario Pozzati” a cura di Elena Di Gioia, Angela Malfitano porta in scena il 3 marzo Il pittore burattinaio, un omaggio all’artista bolognese d’adozione ed ex assessore alla Cultura del Comune di Bologna, che vede in scena l’allieva ripercorrere i suoi scritti come un testamento visionario che ci parla di futuro e del ruolo dell’arte oggi.

Vuccirìa Teatro presenta Io, mai niente con nessuno avevo fatto (dal 6 all’8 marzo), un testo originale di Joele Anastasi, da lui stesso diretto, che racconta la storia di due cugini nella Sicilia degli anni ’80, che crescono come fratello e sorella, giocando per cancellare la solitudine ancestrale di una famiglia senza padri.

Antonio Rezza e Flavia Mastrella - un combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, Leone d’Oro alla carriera per il Teatro 2018 - portano in scena a Bologna, nell’ambito di una personale che ERT dedica alla compagnia anche a Modena e Cesena, Bahamuth (14 e 15 marzo), nome che identifica un misterioso pesce legato alla mitologia babilonese. Attore camaleontico, dotato di un’esplosività unica Antonio Rezza incarna nello spettacolo l’universo sterminato di oggetti a cui dà vita concreta Flavia Mastrella con le sue creazioni.

Dopo Dieci storie proprio così, tornano in Arena del Sole Emanuela Giordano e Giulia Minoli con un nuovo progetto dedicato alla legalità e al sociale, Se dicessimo la verità (17 marzo): uno spettacolo che affronta le contraddizioni dell’oggi senza mezze misure. «Non possiamo più parlare solo di “infiltrazioni del crimine” – spiegano le autrici – ma di “complicità con il crimine”, di “prassi criminale” a cui ci stiamo abituando, con distratta colpevolezza». Inoltre saranno realizzati nelle scuole laboratori nell’ambito del progetto Il Palcoscenico della legalità.

Emma Dante presenta a Bologna Misericordia (dal 19 al 22 marzo), storia di tre prostitute e un ragazzo disabile da loro cresciuto dopo la morte della madre naturale, avvenuta in seguito a una violenza. Il racconto di una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, in cui la regista siciliana mette in scena la fragilità delle donne, la loro disperata e sconfinata solitudine.

Tra i giovani registi prodotti da ERT, Teodoro Bonci del Bene, dopo aver diretto Gioie e dolori nella vita delle giraffe di Tiago Rodrigues, reinventa la favola nera degli innamorati di Verona in Romeo and Juliet. Melo-drama (dal 21 marzo al 5 aprile), attingendo al vasto mondo della musica, per lo più leggera, cercando di vestire e spogliare allo stesso tempo gli elementi caratterizzanti il testo shakespeariano.

Altro grande ritorno per Teatri Uniti e Toni Servillo con Eternapoli (dal 26 al 29 marzo), spettacolo che ERT Fondazione ospita in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, tratto dal romanzo Di questa vita menzognera, edito da Feltrinelli nel 2003, in cui lo scrittore napoletano Giuseppe Montesano racconta la storia di un personaggio, il Calebbano, ambiguo e senza scrupoli, compromesso con la criminalità organizzata.

Alessandro Serra, dopo il successo di Macbettu, dirige Il giardino dei ciliegi (dal 2 al 5 aprile), una rilettura dell’opera di Čechov, in cui non c’è trama, ma tutto è nei personaggi: una partitura per anime, i dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Un unico respiro, un’unica voce. 

Il lungo sodalizio tra ERT e il regista Nanni Garella con la compagnia Arte e Salute conduce nel 2020 al debutto di Racconti dalla Foresta di Arden (dal 21 al 24 aprile): un universo metaforico, foresta limitrofa alla città, suo specchio, luogo delle trasfigurazioni e delle metamorfosi, deposito di antichi racconti di magia, d’amore, di armonia fra uomo e natura, tutto ciò che sembra scomparso nell’immaginario dell’uomo moderno.

Pietro Babina torna a collaborare con ERT con il suo nuovo spettacolo Alla voragine (Là dov’è l’ingresso, è anche l’uscita) dal 12 al 24 maggio, una riflessione sulla nascita e sulla morte, su quell'attraversamento del mondo che ognuno di noi è chiamato a compiere, nel tempo destinato.

La stagione del Teatro Arena del Sole si conclude con una grande produzione diretta dalla regista argentina di casa a Berlino, Lola Arias, già applaudita a Bologna per Atlas des Kommunismus. Arias presenta un importante progetto di teatro partecipato e documento, Lingua madre (dal 26 al 30 maggio), lavoro che si interroga sul concetto di maternità, tema centrale nel dibattito contemporaneo sui rapporti di genere. Lo spettacolo verrà realizzato in diverse città del mondo e con varie comunità, come un laboratorio mobile. Lingua madre rientra inoltre nella programmazione prevista per l’ultima edizione, dopo Right to the City e Home, di Atlas of Transitions Biennale, progetto internazionale promosso da ERT con Cantieri Meticci e Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, con il coinvolgimento di sei paesi europei. La terza e ultima tappa di Atlas of Transitions, oltre lo spettacolo, prevede una Summer School ed eventi collaterali nel mese di giugno.

La stagione del Teatro delle Moline inaugura il 9 ottobre con Talk Show, spettacolo di Sotterraneo, un talk ragionato e divertente in cui la compagnia interroga se stessa con la dovuta autoironia e con Nicola Borghesi dei Kepler-452 a fare da sparring-partner.

Si prosegue con Non domandarmi di me, Marta mia (dal 24 al 27 ottobre), uno spettacolo scritto da Katia Ippaso, diretto da Arturo Armone Caruso e con Elena Arvigo, che nel ruolo di Marta Abba rievoca il rapporto elettivo con il suo maestro Luigi Pirandello proprio nella notte della sua morte, in cui si fa vivo non solo il fantasma dello scrittore siciliano, ma vengono chiamate a raccolta anche le eroine pirandelliane.

Maurizio Cardillo porta in scena Il sadico del villaggio (dal 21 al 24 novembre), un omaggio al grande scrittore, sceneggiatore e autore televisivo e radiofonico, Marcello Marchesi, inventore di alcune battute e caroselli rimasti impressi nella memoria sociale e culturale italiana.

Oltre al debutto della nuova produzione ERT, Racconti della Foresta di Arden, nel calendario della sala Thierry Salmon, il regista Nanni Garella mette in scena al Teatro delle Moline Personaggi in cerca d’autore (Underground) (dal 3 all’8 dicembre) con gli attori e i nuovi allievi della compagnia Arte e Salute, riadattando un grande classico di Pirandello, un capolavoro di meta-teatralità.

Annig Raimondi dirige e interpreta La terra desolata (The Waste Land) (dal 13 al 15 dicembre), romanzo di T. S. Eliot pubblicato nel 1922 e dedicato a Ezra Pound: un testo che sottolinea la condizione dell’uomo moderno che, persa la propria centralità, tenta di recuperarsi assumendo tonalità sempre diverse.

La compagnia romagnola quotidianacom presenta Sembra ma non soffro (dal 17 al 20 dicembre), secondo episodio della “Trilogia dell’inesistente_esercizi di condizione umana”, uno spettacolo che con ironia affronta il tema del dolore: in scena due figure chiuse in una striscia di un fumetto, come in un recinto angusto, da cui cercano di uscire.

Torna nella stagione del Teatro delle Moline Archivio Zeta con L’ospite inatteso. Incubo di Fëdor Dostoevskij (dal 31 gennaio al 2 febbraio), un percorso polifonico nell’universo Dostoevskij: nel 1862 intraprese un lungo viaggio in Europa, che sconvolse la sua anima e lo trasformò in un uomo in preda alla sua terribile angoscia.

Roberto Magnani in MACBETTO o La chimica della materia (dal 7 al 9 febbraio), una lettura del testo di Giovanni Testori incentrata sulla musicalità del teatro e che nasce dalla volontà di proseguire una particolare ricerca rivolta agli aspetti sonori della lingua teatrale; un percorso di ricerca cominciato con E’ bal e che si inscrive nella storia del Teatro delle Albe, di cui Magnani è parte.

In collaborazione con Centro La Soffitta, Dipartimento delle Arti – Unibo, ErosAntEros presenta il nuovo lavoro Vogliamo tutto! (dal 3 all’8 marzo) uno spettacolo sul ‘68, in cui parola, musica e video fanno dialogare le lotte di ieri con quelle di oggi.

Fabrizio Arcuri mette in scena per la prima volta in Italia Un intervento (dal 18 al 20 marzo), testo del 2014 firmato dal giovane e pluripremiato drammaturgo inglese Mike Bartlett con Rita Maffei e Gabriele Benedetti, nei panni di A e B, due amici che la pensano in modo diverso su tante cose, ma che sanno come discutere di questioni importanti, su ciò che accade nel mondo mentre le nostre vite continuano apparentemente come sempre, fra amori, tradimenti, amicizie, piccoli egoismi quotidiani.

Stefano Moretti presenta The Yalta Game (dal 27 al 29 marzo), scritto da Brian Friel a partire da La signora col cagnolino di Anton Čechov, uno spettacolo che gioca tra verità e finzione sovrapponendo i due piani, tra la vita che i due protagonisti vivono alla luce del sole e quella furtiva, illecita e sconosciuta.

La stagione si conclude con Vuoti d’amore (dal 7 al 9 aprile), di e con Elisa Lolli e Gabriele Tesauri, una commedia che non lascia scampo ai sentimenti, un tuffo nei ricordi di due persone, un viaggio all’interno di una passione comune: quella per il teatro.


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