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“Racconti di giugno” di Pippo Delbono

Uno spettacolo scritto sulla pelle che ripercorre esperienze, incontri e le lotte tra la vita e il teatro

Catania. Uno spettacolo scritto sulla pelle. Quella di un uomo geniale e carismatico, che si racconta, chiedendo al pubblico, di lasciarsi trascinare nel fiume del suo rapimento, con furore, con rabbia, con allegria. Non s'infila in un abitino ben confezionato, ma in scena esibisce la sua "nudità", usa come sipario il suo sguardo "illimitato", la sua fisicità imponente e avvolgente. Apre l'album della sua vita: straordinaria, coraggiosa, tenera, moderno ritratto di una generazione
smarrita, favola dai passaggi noir, inno salvifico all'arte, alla libertà, al teatro come
redenzione.
Delbono cattura, travolge, ipnotizza. Facendo partecipare alle intermittenze del suo cuore, le
sue doppiezze, il labirinto delle sue paure, giù, giù fino in fondo, pulsante come il sangue.

Delbono si dedica allo studio dei principi del teatro orientale che approfondisce nei diversi soggiorni in India, Cina, Bali, dove fulcro centrale è un lavoro minuzioso e rigoroso dell’attore sul corpo e la voce
Narratore generoso e precisissimo nella tecnica, attore talentuoso e senza eguali, annoda i fili della sua esistenza, mettendo in circolo stretto e sorprendente: linguaggio e corpo, parole, stralci dei suoi spettacoli, reminiscenze, coincidenze, sulle note struggenti di Vivaldi, Joplin, Waits.
Ogni movimento dei suoi occhi, ogni gesto, colpisce e lascia il segno, atleta del cuore, poeta della libertà, affiancato dall'amico fraterno Pepe Robledo, silenziosa presenza fondamentale alla consolle.
All'evidenza dei motivi del suo successo, all'eccezionalità del suo viaggio umano e artistico.
La Compagnia Delbono ha fatto tappa in più di cinquanta paesi al mondo, rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.
Per il Teatro Sperimentale di Spoleto ha realizzato l’opera lirica Studio per Obra Maestra.


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