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"Piombo": una canzone vi seppellirà

16 marzo 1978, 40 anni fa: le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro, esponente di punta della Democrazia Cristiana, e uccidono i cinque agenti della scorta. Quasi due mesi dopo, il 9 maggio, Aldo Moro viene trovato ucciso nel baule di un’auto. E’ il culmine dei cosiddetti “anni di piombo”. E Piombo è il titolo di questo originale “musical” che attraversa quei fatti, in equilibrio tra memoria e interrogazione sul presente, proprio nel weekend in cui il popolo italiano viene chiamato alle urne per eleggere il nuovo Parlamento ed esercitare la democrazia.

Cinque attori e due musicisti portano in scena fatti e personaggi emblematici del terrorismo in Italia, rievocando gli sconvolgenti 55 giorni del sequestro Moro e riportando in vita un periodo storico che sembra lontano anni luce dalla società di oggi, eppure pieno di inquietanti similitudini col presente. Associare la parola “musical”, con tutto il suo bagaglio di immaginario collettivo, a espressioni come “anni di piombo” e Brigate Rosse appare quasi una contraddizione. Ma è proprio in questo contrasto che si svela il cuore del progetto: Piombo è un modo nuovo di raccontare uno degli avvenimenti più tragici e controversi della recente storia italiana con i protagonisti del “sequestro Moro” mostrati attraverso un punto di vista inedito, lontano dalla retorica e dai luoghi comuni.

Cosa avrei fatto io se avessi avuto venticinque o trent’anni nel 1978? Cosa avrei fatto se fossi stato un operaio della Siemens? Mi sarei unito alle proteste e alle lotte operaie? E se fossi stato un politico da che parte mi sarei schierato durante il caso Moro, con il fronte della fermezza o con chi chiedeva una trattativa? E se fossi stato un militante della lotta armata avrei avuto il coraggio di darmi alla clandestinità o sarei rimasto con la mia famiglia? E se fossi stato un ostaggio avrei implorato pietà o mi sarei mostrato forte e coraggioso? E se avessi avuto una pistola in mano alla fine avrei avuto il coraggio di sparare? Sono domande impossibili alle quali non si può rispondere, ma si può cercare di capire, di ricostruire, di immaginare. Perché il nodo con il passato è legato stretto e bisogna cercare di scioglierlo delicatamente altrimenti si strappa il filo che ci lega al passato e tutto va perso. E il teatro, la musica, possono provare a sciogliere questo nodo.

(Gipo Gurrado)


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