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Mostre personali di Hetherington, Cappa, Manzotti

La Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte in Via San Felice 18 - Bologna inaugura le mostre personali di:

RIVKAH HETHERINGTON

RAFFAELE CAPPA

STEFANO MANZOTTI

"Chiamerò moderna quell'arte che ... presenta il fatto che l'impresentabile esiste. Quella che rende visibile che c'è qualcosa che può essere concepito e che non può né essere visto né reso visibile ". Jean - Francois Lyotard

L'arte come cura, come rimedio gradevole e indolore è il cuore dell'operato di Dr. Rivkah Rebecca Hetherington. Se già un secolo fa Freud definisce la creatività come un processo di reazione difensiva che permette all’artista di risolvere i suoi conflitti interiori, la mediazione terapeutica del bello tra il malessere e l'essere attualmente supera la sua azione sull'artista ed interessa ogni mente che entra in contatto psicofisico con l'oggetto estetico. L'opera quale espressione di vissuti collettivi ed individuali provoca inevitabili viaggi, consci ed inconsci, nei meandri della mente, propria e altrui, e questa sua capacità di attivare sensazioni e di far riemergere contenuti sommersi fa dell’arte lo strumento terapeutico più gentile e inaspettato. Ogni fatto estetico, in effetti, è uno stimolo superlativo per il sistema neurale specchiante di ognuno di noi portandoci a rivivere ogni immagine proposta attraverso il prisma della propria esistenza, trasformando così ogni fatto artistico nel "nostro" fatto artistico.



L'emergere di un'immagine nella mente da un vortice di cose vissute impegna anche l'atto creativo di Raffaele Cappa. Il vortice, il caos primordiale è la base di ogni opera dell'artista Romano e Aquilano di adozione che coinvolge la pasta colorata e la sua esistenza informale con forme citate, corpi estrapolati da una quotidianità affollata e rumorosa. A volte queste presenze, naufraghi nel fiume policromo, alzano la voce in frasi altrettanto pubbliche e ritagliate da una parlata comune. La scelta di costruire un linguaggio artistico che pacifica l'unicità del tratto pittorico con la dozzinalità del collage, rivela un impegno estetico basato su una profonda conoscenza della vita attuale, intenta a far convivere in ogni suo elemento individualismo e collettivismo. L'atto pedagogico di ritagliare e ricomporre la vita, immergendola nel fiume dei colori/sentimenti personali, è la strategia meta-riflessiva di Cappa nel stimolare l'autocoscienza in ognuno di noi.

L’abilità di comprendere la mente altrui, evitando così di confondere il proprio mondo interno con quello degli altri, ovvero la meta cognizione appare iniziale anche nel fare artistico di Stefano Manzotti. Quando le parole si "stringono" alle immagini oltre il solito percorso narrativo, figurale e lineare, di costruzione delle conoscenze e delle immaginazioni personali e collettive, si assiste a una valorizzazione del contributo di straniamento che genera l'associazione dei due sistemi comunicativi, linguistico e raffigurativo. L'intreccio tra chiarezza letteraria e estraniazione immaginativa emerge così quale il vero potenziatore di ogni pratica di interpretazione intersoggettiva e negoziazione intersoggettiva del senso e del significato di ogni opera artistica. I racconti, dei quali Manzotti spesso offre al pubblico solo un paragrafo, incarnano questa scrittura polialfabetica sorta dal confluire di parole e immagini che va oltre la storia riconoscibile per immergersi nel vortice di infinite variazioni della fantasia.

Denitza Nedkova

Presentazione critica a cura della dott.ssa:

Denitza Nedkova

Curatrice mostra:

Deborah Petroni

Sponsorizzata e pubblicizzata da:

Durata mostra:

dal 28 aprile - 10 maggio 2018

dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato

Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito







 


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