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"Mostra Murales" alla Rocca sforzesca di Dozza

Prove generali di Muro Dipinto a Dozza. La Biennale tornerà con la XXVI edizione dall’11 al 17 settembre 2017, ma nel frattempo a preparare il terreno ci pensa la mostra#Murales che sarà inaugurata giovedì 29 giugno alle ore 18.30 nella Rocca sforzesca (dove rimarrà esposta fino al 29 ottobre).

Sulla scia di quanto fatto negli ultimi anni (nel 2015 con #Fondamenta e nel 2016 con Bertocchi, Colliva e Mascellani. Sguardi sull’arte bolognese del ‘900), Dozza si conferma culla dell’arte novecentesca bolognese, continuando il percorso di riscoperta delle origini del Muro Dipinto. Dopo aver indagato il primo lustro di manifestazione annuale (1960-1965), adesso i riflettori si accendono sul decennio successivo, quello del delicato passaggio alla cadenza biennale.

Promossa dalla Fondazione Dozza Città d’Arte e dal Comune di Dozza, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, la mostra #Murales presenta circa 80 opere, metà delle quali portano la firma del maestro accademico bolognese Bruno Saetti (già direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia), particolarmente noto nel Borgo medievale per aver partecipato alla seconda Biennale del Muro Dipinto nel 1967 con l’affresco Sole sul muro rosso (in seguito oggetto di strappo e attualmente esposto in Rocca); nel 1979 Saetti ha poi fatto ritorno al Muro Dipinto come membro della Commissione Inviti.

Una vera e propria esposizione antologica quella a lui dedicata, con opere derivanti da collezioni private e prestate dal figlio Riccardo Saetti, insieme a veri capolavori come Il giudizio di Paride che nel 1928 gli ha consentito l’accesso alla Biennale di Venezia. Le altre 40 opere esposte a #Murales sono di due allievi d’eccezione di Saetti: Paolo Scarpa e Virgilio Mazzetti.

“Sono tre i motivi principali che ci hanno spinto a organizzare questa mostra – spiega Simonetta Mingazzini, presidente Fondazione Dozza Città d’Arte -. Innanzitutto, continuiamo a ripercorrere la storia del Muro Dipinto, ponendo attenzione quest’anno al delicato passaggio a Biennale con la partecipazione di artisti di primo piano, come lo stesso Saetti”. In secondo luogo, “#Murales raccoglie e rilancia la sfida tecnico-scientifica legata alla conservazione delle opere e dunque alla necessità di intervenire nei restauri e nella messa in sicurezza dei dipinti, riproponendo le tecniche di strappo e restauro, e facendo una ricognizione degli interventi conservativi svolti negli ultimi due anni in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, Verona e Brera. Saranno gli stessi studenti accademici, infatti, a occuparsi del restauro dell’imponente strappo di Saetti nel mese di settembre, nel cortile interno della Rocca”. Infine, conclude Mingazzini, “#Murales scommette sul futuro della Biennale puntando sia sul tema degli interventi conservativi con un ruolo di primo piano riservato alle Accademie delle Belle Arti, sia sul coinvolgimento e la collaborazione della rete sociale del territorio: istituzioni, cittadini, scuole, associazioni, attività produttive, storici dell’arte, professionisti, artisti”.


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