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Jessy Lanza: un r’n’b che arriva dal futuro

Jessy Lanza al Locomotiv Club venerdì 17 marzo. Un r’n’b che arriva dal futuro. Un futuro aereo, etereo, pieno di grazia, avvolgente. Ma, quando serve, anche ferocemente affilato. La canadese Jessy Lanza è, semplicemente, una delle gemme più preziose nella scena elettronica contemporanea.

Lo è fin dai suoi primissimi esordi, quando ha prestò la voce ad alcune parti di “It’s All True”, il quarto album di studio dei Junior Boys, anno 2011. Da lì con Jeremy Greenspan, uno dei due Junior Boys, si consolida un’intesa artistica intensissima che porta all’esordio di Jessy come solista: l’anno è il 2013, il titolo dell’album è “Pull My Hair Back”, l’etichetta è la prestigiosa Hyperdub (ovvero la label guidata da Kode9 che, tra le varie cose, ha anche rivelato al mondo il talento di Burial), l’applauso di critica e pubblico è unanime e soprattutto oltre ogni previsione – il Guardian arriva a scrivere “la più recente e forse la migliore fra le nuove ‘soul girls’ più eteree”.

Da lì arriva una conferma dietro l’altra, con collaborazioni estemporanee con Caribou, Morgan Geist, Taso, Dj Spinn, e con una resa live sempre calibratissima, in illuminato equilibrio fra grazia ed energia, fra ricami melodici e adamantini ricami di synth e drum machine. Il 2016 è l’anno di “Oh No”: sempre su Hyperdub, sempre creato col piccolo aiuto di Jeremy Greenspan, sempre con un riscontro di pubblica e di critica ad altissimi livelli (da Mixmag ad Uncut passando per NME e The Quietus, le recensioni sono tutte improntate all’entusiasmo), ma anche con la capacità di far evolvere il suo suono su rotte ancora più vaste, esplorando più che nel precedente LP la battuta veloce. Una svolta che si riflette anche nei suoi live show, sempre più innervati di ritmo e carica dinamica senza però perdere nulla della classe “educata” che la ha permesso di diventare una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo, in un territorio dove il soul stile Aaliyah o Janet Jackson viene reso astratto ed finisce coll’incontrare in modo erratico le suggestioni emotive alla Cocteau Twins o certe derive geometricamente hip hop, passando per un approccio compositivo iper-contemporaneo e digitalizzato.


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