Eventi

Giornate FAI d'Autunno: i luoghi aperti a Bologna e dintorni

Palazzo Vasse Pietramellara

Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano le “Giornate FAI d’Autunno”, il grande evento autunnale di piazza che il FAI dedica al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. 

Anche in questa edizione – l’undicesima – i giovani volontari della Fondazione metteranno a disposizione la loro energia e il loro entusiasmo per aprire al pubblico 700 luoghi speciali in 350 città d’Italia, selezionati perché meritevoli di essere conosciuti e valorizzati e molti dei quali solitamente inaccessibili, dove verranno proposte visite – a contributo libero - che permetteranno ai partecipanti di cogliere lo splendore delle città in cui viviamo e dei territori che ci circondano. Una benefica immersione tra arte, storia e natura e anche una preziosa occasione per approfondire la missione del FAI e prendere consapevolezza, una volta di più, dell’immenso e variegato patrimonio di cultura e ambiente del nostro Paese. La manifestazione si inserisce nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre e si svolgerà nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria.

L'evento è animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con il supporto di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture attivi da nord a sud della Penisola. Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati di 350 città italiane. La Delegazione e i Gruppi FAI di Bologna hanno aderito con entusiasmo proponendo 11 aperture diffuse in tutto il territorio della Città Metropolitana

Tra i numerosi luoghi aperti in tutte le regioni (QUI i luoghi aperti a Bologna e provincia) ci saranno palazzi, ville, chiese, castelli, aree archeologiche, musei, siti militari, esempi di archeologia industriale, luoghi dell’istruzione e centri di ricerca, che saranno mostrati attraverso lo sguardo appassionato e originale dei giovani del FAI. Come di consueto non mancheranno itinerari nei borghi, percorsi naturalistici e visite a luoghi “verdi” quali parchi, giardini storici e orti botanici, anche in ambito urbano, nel solco del crescente impegno della Fondazione per la diffusione di una maggiore “cultura della natura”.

Bologna: i (meravigliosi) luoghi accessibili nel weekend delle Giornate FAI d'Autunno

Ecco alcuni luoghi unici per bellezza e valore sul territorio: il meraviglioso Palazzo Vassè Pietramellara (Via Farini 14, orari di apertura: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10,00 alle ore 18,00 – ultimo turno visita 17,30) che si trova accanto all’attuale Galleria Cavour e ospita incredibili saloni affrescati e una particolare e rara Meridiana interna. Per la sua eccezionalità l’apertura di questo palazzo è stata riservata agli iscritti FAI come segno di ringraziamento speciale al sostegno fondamentale che tutti gli iscritti danno alla Fondazione.

Ancora, Palazzo Lambertini Taruffi edificio cinquecentesco di grande rilievo storico e artistico che ospita dal 1908 lo storico Liceo Classico M. Minghetti e racchiude secoli di storia patrizia e borghese della nostra città (Via N. Sauro 18, orari di apertura: sabato 15 dalle 15,00 alle 18,00 e domenica 16 dalle 10,00 alle 18,00 - ultimo turno visita 17,30).

Di grandissimo rilievo anche l’apertura di Casa Saraceni (Via Farini 15, orari di apertura: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10,00 alle ore 18,00 – ultimo turno visita 17,30) considerato uno fra gli edifici di maggiore interesse che il Rinascimento cittadino abbia prodotto tra la fine del secolo XV e l'inizio del secolo XVI, è oggi sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Per consentire la massima partecipazione a questo speciale evento di piazza si è deciso di consentire, come è sempre avvenuto storicamente nelle Giornate del FAI, l’accesso a questi tre beni senza previa prenotazione ma con la possibilità di mettersi in fila e partecipare alle visite in gruppi di visita gestiti dai nostri volontari del FAI e dagli studenti coinvolti nel progetto Apprendisti Ciceroni (come accade nello specifico a Palazzo Lambertini Taruffi dove saranno gli studenti del Liceo Minghetti a narrarci la storia del palazzo che quotidianamente li ospita nel loro percorso di formazione scolastica).

Sempre a Bologna una apertura molto speciale: la Chiesa ortodossa di San Basilio il Grande. In questo luogo il Gruppo FAI Ponte tra Culture di Bologna accoglierà i visitatori alla scoperta un piccolo scrigno di tesori che coniuga al suo interno elementi della tradizione orientale ortodossa ed elementi della tradizione barocca occidentale. Visite su prenotazione agli orari indicati sul sito di Giornate FAI d’Autunno 2022.Tantissime sono anche le aperture che coinvolgono tutto il territorio della Città Metropolitana di Bologna.

Non solo splendidi palazzi ma anche itinerari naturalistici unici per le loro caratteristiche: è il caso delle Grotte di Labante a Castel D'Aiano, apertura a cura del Gruppo FAI Appennino Bolognese che prevede un vero e proprio viaggio nella natura: una bellissima cascata e il suo laghetto nascondono 2 grotte, la “Grotta dei Tedeschi” e la “Grotta di Labante”, la grotta primaria nei travertini più grande in Italia (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle 9:30 alle 16:30 senza necessità di prenotazione).

Altri comuni, altre bellezze da scoprire

Dall’appennino si passa poi alla pianura con due importanti aperture nel territorio del Comune di San Giovanni in Persiceto a cura del Gruppo FAI Pieve di Cento: la Chiesa della Madonna della Cintura a San Giovanni in Persiceto, con visita delle Chiese della Madonna della Cintura e, a seguire, del Crocifisso (orari: domenica 16, dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022) e il Museo d'Arte Sacra e Quadreria Civica di San Giovanni in Persiceto, ospitato nell'edificio seicentesco della Canonica della Collegiata e che raccoglie incredibili opere pittoriche della Scuola Bolognese, prodotti tra il XV e XIX secolo (Orari: sabato 15, dalle ore 14:30 alle ore 17:30 e domenica 16, dalle ore 10:30 alle ore 13:00 e dalle ore 14:00 alle ore 18:30 su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022).

Spostandoci a Imola troviamo un’altra apertura eccezionale a cura del Gruppo FAI Imola Dozza e Valle del Santerno. Si tratta del Palazzo comunale della città di Imola, molto noto anche per gli interventi dell’Arch.Cosimo Morelli, luogo che per eccellenza rappresenta la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità e che si svela al pubblico in tutta la sua bellezza (orari: sabato 15, dalle ore 14:30 alle ore 18:30 e domenica 16, dalle ore 8:30 alle ore 18:30 senza prenotazione). Proprio in considerazione dell’importanza dell’apertura una delle visite sarà curata proprio dal Sindaco di Imola (su prenotazione, disponibilità sul sito di Giornate FAI d’Autunno 2022).

Sono ben tre, e tutte di grandissimo interesse, le aperture a cura del Gruppo FAI Savena Idice Sillaro che vanno a completare l’ampio programma di queste nostre Giornate FAI d’Autunno 2022. Nel Comune di Medicina potranno essere oggetto di visita (su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022) l’Osservatorio astronomico che ospita due importanti radiotelescopi: la grande Croce del Nord, in funzione dal 1964, e una antenna parabolica da 32 metri di diametro, aggiunta al sistema nel 1983 (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10,00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18,00) e le Ville Simoni Pasi e Modoni Gennari, che vi faranno conoscere il progetto di urbanizzazione tardo settecentesca di Medicina (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 15:00 alle ore 18,00). A Castel San Pietro è invece aperta la splendida Villa La Riniera, edificio di impianto cinquecentesco del quale sarà possibile ammirare anche l’incredibile circostante parco storico con essenze arboree ad alto fusto (Orari: sabato 15 e domenica 16 dalle ore 10,00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18,00 senza necessità di prenotazione)

I luoghi visitabili a Bologna: 

Casa Saraceni 

Casa Saraceni, palazzo collocato in Via Farini 15 nel pieno centro di Bologna, è considerato uno fra gli edifici di maggiore interesse che il Rinascimento cittadino abbia prodotto tra la fine del secolo XV e l'inizio del secolo XVI. La storica residenza fu edificata per volere della nobile famiglia Saraceni e ospita oggi la sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

La costruzione del Palazzo risale ai primi anni del Cinquecento e può essere attribuita, verosimilmente, al volere di Antonio Saraceni, nobile bolognese e componente del Senato cittadino tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500. L'edificio venne costruito sulle fondamenta di una casa che apparteneva alla famiglia Clarissimi dal XIII secolo. Una lapide posta nell'adiacente vicolo San Damiano ricorda la torre di Alberto Clarissimi, trasformata nel 1469 nell'attuale altana e tuttora riconoscibile. Sfarzosa e importante dimora, Palazzo Saraceni fu scelto, dopo la cacciata dei Bentivoglio, nel 1510, come la sede più appropriata dove ospitare due ambasciatori veneti a seguito del pontefice Giulio II. Nel 1930, il palazzo è passato alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, che ne ha promosso l'ampio e articolato progetto di restauro del 2001, con opere di manutenzione straordinaria.

La partitura architettonica dell'edificio è modulata secondo un ordine ritmico rigoroso, nel quale ha un ruolo importante l'ornato in terracotta che impreziosisce il disegno delle finestre e del cornicione. Il palazzo è costruito su due ordini con un ampio porticato i cui grandi archi a tutto sesto dalle ghiere in cotto (sette in tutto) s'innestano sui capitelli in arenaria che coronano le possenti colonne, anch'esse in cotto. Il primo dei due piani dell'edificio, diviso dal sottostante da un marcapiano, è riconoscibile per le finestre a bifora incorniciate da archi che richiamano quelli del portico e ornate con oculi al centro dei pennacchi e fantasiose decorazioni. Al di sopra, finestrelle rettangolari precedono l'ampio e ricco cornicione, in cotto come tutti gli elementi decorativi della facciata del palazzo, posto a concludere il mirabile saggio d'architettura quattrocentesca (ancorché edificato nei primi anni del 1500).

La visita del Palazzo permetterà di scoprire un edificio giunto, nella sua composizione architettonica complessiva, pressoché intatto dal 1500. All'interno del Palazzo sarà poi possibile ammirare il grande scalone decorato e le sale del piano nobile che ci racconteranno una storia di rinnovamento: l'intervento decorativo voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna a seguito dell'acquisto dell'edificio nel 1930. Si tratta di decorazioni pittoriche affidate prevalentemente a un artista locale, all'epoca piuttosto in auge e oggi quasi del tutto dimenticato, Roberto Franzoni.

ORARIO
Sabato: 10:00 - 18:00
Domenica: 10:00 - 18:00
DURATA VISITA
40 minuti

Chiesa di San Basilio Grande

La chiesa ortodossa di San Basilio Il Grande, appartenente alla giurisdizione canonica del Patriarcato di Mosca, è un piccolo scrigno di tesori che coniuga al suo interno elementi della tradizione orientale ortodossa con quelli della tradizione barocca occidentale in un equilibrio che sorprende il visitatore. Situata in Via Sant'Isaia, nel centro di Bologna, è stata la prima chiesa ortodossa in Emilia-Romagna, occupando fin dal 1973 la sede nell'ex Oratorio di S. Anna, antica chiesa fondata dai padri certosini, la cui storia risale alla metà del ‘300.

Nel 1356 i monaci certosini acquistarono una "casa con grande orto" in via Sant'Isaia per costruirvi il loro ospizio cittadino a breve distanza, circa 2 miglia dalla Certosa, edificata nel 1334 ai piedi del colle della Guardia dove sorge il santuario della Madonna di San Luca. Le fonti ci dicono che nel 1443 la chiesa, annessa all'ospizio e probabilmente preesistente, viene destinata dai certosini a custodire la preziosa reliquia di una parte del cranio di S. Anna, già donato nel 1435 dal cardinale Niccolò Albergati, vescovo di Bologna e membro dell'ordine certosino, alla sua amata Certosa. Ampliata nel Settecento e affrescata tra il 1715 e il 1721 dal pittore bolognese Gioacchino Pizzoli (1651-1731), nel secolo successivo in seguito alla soppressione napoleonica della Certosa nel 1797 e alla secolarizzazione dell'ospizio la chiesa viene chiusa. Riaperta al culto nell'800 la chiesa viene di nuovo chiusa nel 1943 quando i bombardamenti danneggiano gravemente l'intero fabbricato. A partire dal 1973 la chiesa, passata in mano alla chiesa ortodossa, viene arricchita da un nuovo apparato decorativo che si affianca a quello esistente generando stupore e curiosità nei visitatori.

La chiesa, inglobata nella fabbrica dell'antico ospizio, occupa una superficie quadrata suddivisa in 3 navate, quella centrale è divisa in due campate quadrate coperte da due cupole a calotta ribassata su pennacchi. Le due campate distinguevano il presbiterio dallo spazio riservato ai fedeli ed erano suddivise da una balaustra in legno. Nelle navate laterali molto strette si aprono nella prima campata due piccole cappelle quasi nicchie con altari e nella seconda campata a sinistra un altare e a destra la sacrestia. La decorazione pittorica è opera dell'artista bolognese Gioacchino Pizzoli il quale si inserisce nella grande tradizione della scuola bolognese nel campo della quadratura e della pittura d'ornato.

Le visite, realizzate principalmente dai volontari del Gruppo FAI Ponte tra Culture di Bologna, vi porterà alla scoperta di questa chiesa che racchiude al suo interno tantissime testimonianze storiche del suo passato di luogo di culto cattolico e molteplici curiosità ed elementi artistici riconducibili invece all'attuale funzione del culto cristiano ortodosso. Un'occasione unica di unire la riscoperta storico-artistica a quella culturale, religiosa e sociologica.

ORARIO
Sabato: 12:00 - 16:00
Domenica: 13:00 - 18:00
DURATA VISITA
35 minuti

Palazzo Lambertini Taruffi 

Palazzo Lambertini Taruffi sorge nel centro di Bologna in quella che un tempo era Via del Poggiale e oggi è Via Nazario Sauro. Il Palazzo è stato una delle residenze della prestigiosa famiglia bolognese dei Lambertini che dal XII secolo ha legato le proprie vicende alla città di Bologna dando alla Chiesa di Roma anche un Papa noto per la grande cultura, il cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, divenuto Benedetto XIV. L'edificio, di grande rilievo storico, è stato acquistato dal Comune di Bologna nel 1908 per farne la sede del Liceo Classico Marco Minghetti e ancora oggi ospita questa importante istituzione scolastica.

Il palazzo, voluto nel 1570 dal conte Cesare Lambertini, appartenente a un ramo cadetto della famiglia, sorge su un'area che si estende lungo il terrapieno addossato alla seconda cinta muraria fra il Belvedere del Borgo delle Casse, il Belvedere di San Gervasio e Via dei Maggi. Già nel 1572, a seguito di alcune problematiche economiche della famiglia, i lavori furono interrotti e ripresero solo nel 1591. Alla morte di Cesare il palazzo passa alla giovanissima Imelda, figlia naturale legittimata e costretta a sposare, a 12 anni, il cugino Bartolomeo Lambertini, per riunire le sostanze dei due rami della famiglia. Nel 1770 fu acquistato dai banchieri Filippo e Antonio Taruffi, i quali avviarono notevoli lavori di rinnovazione dell'edificio. In particolare, fu ingrandito e reso più monumentale il grande scalone di collegamento tra i due loggiati e fu realizzato un piccolo teatro. La famiglia Taruffi, inoltre, arricchì le sale al pianoterra con alcuni ragguardevoli medaglioni neoclassici. Vari furono i passaggi di proprietà nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1908 l'edificio fu acquistato dal Comune di Bologna che lo destinò al Liceo-Ginnasio Marco Minghetti, istituito nel 1898 con sede, fino a quel momento, presso Palazzo Tanari, in Via Galliera.

L'edificio presenta un volume severo in laterizio a vista, con spigoli accentuati dall'uso del bugnato. Il fronte, impostato su un basamento a scarpa, si articola su tre piani, oltre al mezzanino. Nell'ordine inferiore si aprono tre finestre trabeate, profilate da bugne di arenaria che ornano anche la grande porta d'ingresso. L'interno del Palazzo si apre con uno splendido loggiato, ritmato da volte a crociera e illuminato da tre arcate che incorniciano una piccola corte. Da questo loggiato si accede a tutte le parti dell'edificio, in particolare alle grandi sale del pianterreno, coperte con imponenti volte a vela, e alle scale monumentali. Lo scalone, di stile settecentesco, conduce alla loggia del piano nobile, coperta da un soffitto ligneo ravvivato da decorazioni pittoriche di epoca seicentesca e illuminato da una serie di arcate sostenute da agili colonne ioniche in macigno. Anche questa loggia è di straordinario fascino ambientale. Nella parte trabeata posta di fronte allo scalone, l'iscrizione "CAES. LAM. POD. COM" ricorda Cesare Lambertini, conte di Poggio Renatico, cui si deve la costruzione del Palazzo.

Durante le Giornate FAI i visitatori saranno accompagnati alla scoperta di questo Palazzo storico partendo dal grande loggiato al piano terreno per poi scoprire, una volta salito il grande scalone monumentale settecentesco, il bellissimo piano nobile dell'edificio. In questo percorso i visitatori avranno anche modo di ammirare alcuni importanti soffitti lignei decorati a testimonianza di un tratto tipico dell'edilizia aristocratica bolognese della seconda metà del 500, che ritroviamo in molte nobili dimore coeve, come Palazzo Fava o Palazzo Magnani.

ORARIO
Sabato: 00:00 - 00:00 / 15:00 - 18:00
Domenica: 10:00 - 18:00
DURATA VISITA
40 minuti

Palazzo Vassé Pietramellara

Palazzo Vassé sorge in Via Farini n. 14, cuore del centro di Bologna e crocevia di quell'area dove, nel Medioevo, sorse una delle più antiche Università del Mondo, a un passo da San Petronio e Piazza Maggiore. Il Palazzo, di grande importanza storica, ha subito numerosi danni a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e per tale ragione all'originale nucleo storico dell'edificio (oggetto delle visite in Giornate FAI) si affianca oggi l'attuale Galleria Cavour. L'attuale proprietà ha avviato numerosi e importanti interventi di valorizzazione e restauro della porzione storica dell'edificio oggetto di visita.

Il Palazzo fu costruito per volere della famiglia Vassé Pietramellara a partire dal 1550 circa, trasformando alcuni edifici già di loro proprietà. La famiglia Vassé, di origine francese, giunse a Bologna al seguito di Carlo d'Angiò durante la guerra contro Manfredi (fratello di Re Enzo) per il regno di Napoli. In particolare, 1490 Giacomo Vassé viene a Bologna per studiare decidendo poi di rimanere in città. Gli ottimi rapporti con la Chiesa di Roma garantiscono alla famiglia un seggio nel Senato Bolognese: sotto Benedetto XIV, papa bolognese, il potere della famiglia si rafforza sempre più. Il palazzo segue i fasti della famiglia, che per secoli intesse rapporti culturali e politici con il Papato e che lo amplia e abbellisce chiamando a raccolta importanti artisti, architetti, pittori e incisori che decorano i bellissimi Saloni e realizzano quello che è un vero e proprio gioiello di Bologna: la bellissima Meridiana che segue le fasi solari attraverso dei fori che permettono anche di scrutare il cielo notturno.

Il Palazzo, di stampo cinquecentesco, presenta un apparato decorativo assolutamente di rilievo. Interessanti sono certamente le importanti pitture realizzate da Giovanni Battista Cremonini alla fine del ‘500. Ciò che maggiormente colpisce il visitatore è però la lunga galleria dotata di un'insolita meridiana (un calendario solare) e di due fori per le osservazioni del cielo notturno realizzata da Domenico Santi, detto il Mengazzino. Il Palazzo viene successivamente arricchito nel 1674 da Gian Giacomo Monti che realizza un nuovo apparato decorativo nel cortile del palazzo mentre Gabriele Brunelli realizza il complesso apparato scultoreo che orna l'imponente scalone.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante la visita sarete accompagnati alla scoperta degli spazi più prestigiosi del Palazzo che comprendono il cortile interno, il grande scalone decorato e le meravigliose sale affrescate del piano nobile. Punto focale della visita è la suggestiva galleria della Meridiana, dotata appunto di un'insolita meridiana (un calendario solare) e di due fori per le osservazioni del cielo notturno. La suggestione di questi spazi unici sarà peraltro accompagnata dal racconto delle vicende storiche della famiglia Vassé Pietramellara.

ORARIO
Sabato: 10:00 - 18:00
Domenica: 10:00 - 18:00
DURATA VISITA
40 minuti

Il palazzo comunale della città di Imola

Il palazzo comunale della città di Imola si affaccia sulla piazza principale del centro storico, una piazza rinascimentale tra le più belle della Romagna. Il Palazzo, è collocato all'incrocio tra il cardo e il decumano dell'impianto urbanistico dell'antica Forum Cornelii, fondata nell'82 a.C. da Lucio Silla lungo le sponde dell'antico fiume Vatreno, oggi Santerno. La città è posizionata lungo la via Emilia in un territorio collocato all'imbocco della valle disegnata dal suo fiume.

Il Palazzo Comunale fu eretto agli inizi del Duecento per volontà delle magistrature comunali, per le funzioni di governo. Nel Medioevo il palazzo fu sede del Podestà e dei Giudici che amministravano la giustizia mentre nei locali al piano terreno erano collocate delle botteghe. Il palazzo fu restaurato nella seconda metà del Settecento, fino ad assumere l'aspetto attuale su progetto all'architetto Alfonso Torreggiani e terminato nel 1771 sotto la direzione dell'architetto Cosimo Morelli.

La settecentesca facciata esterna del palazzo comunale prospettante su piazza Matteotti è costituita da un fronte a tre piani. L'ingresso è costituito da un portale a tutto sesto, adornato da quattro colonne con basamento a spigolo e capitello ionico, sulle quali poggia un balcone ondulato. Uno scalone monumentale conduce al primo piano alla “Sala dei Capitani”, alla “Sala del Gonfalone” e al bellissimo “Appartamento del Magistrato” con una serie di pregevoli e peculiari stanze in successione.

Il palazzo comunale presenta una settecentesca facciata esterna su piazza Matteotti, costituita da un fronte a tre piani. L'ingresso è costituito da un portale adornato da quattro colonne sulle quali poggia un balcone ondulato. Entrando dal portale si accede all'androne del palazzo che conduce allo scalone monumentale. Saliti al primo piano si entra nella stanza del centralino, che era l'antica Anticamera per le udienze podestarili. Da qui si accede sia nella Cappella del magistrato, oggi sede di riunione della Giunta Comunale sia nella Sala del gonfalone o Sala del balcone. Da qui si entra nell'Appartamento del Magistrato con alcune pregevoli stanze in successione molto decorate: la Sala del caminetto, la Sala rossa o Sala dei matrimoni e la Sala gialla. Sempre dalla Sala del gonfalone, si entra nell'anticamera della Sala consiliare o Sala verde. Da qui si accede nella Sala del Consiglio dove si riunisce tutt'oggi il Consiglio Comunale della città.
ORARIO
Sabato: 14:30 - 18:30
Domenica: 08:30 - 18:30

Labante, la grotta primaria nei travertini più grande in Italia

Nel cuore dell'Appennino Bolognese, nella Valle del torrente Aneva si conserva un prezioso gioiello della natura: Labante, la grotta primaria nei travertini più grande in Italia. Una bellissima cascata e il suo laghetto che nascondono 2 grotte: la "Grotta dei Tedeschi" e la "Grotta di Labante". In questo luogo è possibile assistere ad uno spettacolo unico, non ripetibile perché cambia sempre e si presenta diverso in ogni momento.

Questa grotte sono state denominate anche "Grotte Viventi" e il suo travertino, qui chiamato "spunga" venne usato dagli etruschi per la necropoli di Misa a Marzabotto e negli anno ‘60 per ricostruire il Santuario di Brasa.

Le Grotte di Labante sono un sito di importanza comunitaria (SIC) e si trovano nel comune di Castel D'Aiano. Probabilmente è la grotta primaria di travertini più grande del mondo, infatti, le cavità naturali di questo tipo non superano i 4-5 m di lunghezza mentre quelle di Labante raggiungono i 51 m con un dislivello di 12.

In occasione delle giornate FAI avrai la possibilità di visitare degli angoli solitamente chiusi al pubblico. Innanzitutto entreremo all'interno della piccola Grotta dei Tedeschi, un mondo sotterraneo fatto di oscurità, di profumo di terra e di silenzio interrotto solamente dallo scrosciare delle acque. Ma da dove arriva l'acqua della cascata? dal prato sovrastante che appartiene alla Chiesa di San Cristoforo. La storia di questa antica chiesa parrocchiale è indissolubilmente legata alla grotta, da cui è stato preso il travertino per costruirla. Grazie al FAI entrerai nella sua sacrestia, un posto che custodisce al suo interno numerosi manufatti, foto storiche e documenti della sua storia e del territorio su cui sorge. Da qui, con una facile passeggiata su sentiero CAI raggiungeremo la chiesa di Santa Maria di Labante all'interno della quale scoprirai un'altra caratteristica labantese: i presepi di travertino o 'spunga'.
ORARIO
Sabato: 09:30 - 16:30
Domenica: 09:30 - 16:30


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