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"Factory per Canetoli 1850": un mosaico di artisti che se le dicono di santa ragione

Dal 24 al 26 la mostra collettiva "Factory per Canetoli 1850".

Da "Factory per Canetoli 1850", intesa come fabbrica di stupore, è possibile trovare il dialogo spiazzante tra ricercati oggetti di design e opere di artisti esordienti, affiancati a nomi già noti; il dialogo è spiazzante perché, appunto, incoerente. [...]Immaginiamo una passeggiata nei salotti, nelle camere da letto, nelle sale da pranzo di persone diverse per carattere, formazione, gusto, sentimento, raccolte in un unico, grande ambiente. In questi frammenti di possibile, vediamo Richard Blackstar, Mirco Campioni, Alessandro Ferrini Avanzini, Claudia Tamponi e Hermione Stavros dirsele di santa ragione. Si confrontano, affrontano ma anche provocano, chiedendo al visitatore uno sforzo per ricomporre il mosaico.

In occasione di Arte Fiera 2020, espongono dal 24 al 26 Gennaio:

RICHARD BLACKSTAR
(Riccardo Franceschini, Bologna, 1982) propone un astrattismo
asciutto, duro, con tele aggredite da spesse colate di smalto. Grazie ad una tavolozza prevalentemente scura, ma rischiarata dai toni del grigio e del bianco, si limita a suggerire un tratto da prima avanguardia, restando, tuttavia, ben saldo nel contemporaneo. In alcune installazioni il colore fa un balzo nella terza dimensione, animandosi grazie a stroboscopiche scatole luminose, che inaugurano l’ultima produzione dell’artista.

MIRCO (IS DEAD) CAMPIONI
Gli iconici personaggi di Mirco Campioni (Bologna, 1985) sono supereroi e relativi antagonisti, spogliati dei loro consueti ruoli e sottoposti ad un rimescolamento che non vuole essere solo estetico, ma anche concettuale. Grazie al sapiente uso della tecnica ad olio su tela, i buoni ritratti da Campioni diventano cattivi e, viceversa, ai cattivi lo spinoso compito di salvare il mondo dalla, ormai evidente, banalità del male; per farlo, l’artista si appella anche alla illustre tradizione iconografica italiana, prevalentemente quella rinascimentale, in un divertente gioco di rimandi e allusioni.

FERRO THE IRON
Alessandro Ferrini Avanzini (Bologna, 1989) presenta una serie di lavori grafici dalle evidenti suggestioni oniriche, con frequenti autoritratti, in cui corpi smembrati e stralci di vegetazione fluttuano su sfondi neutri o eleganti motivi decorativi. Elaborati
disegni, realizzati con tecnica mista, che strizzano l’occhio alle illustrazioni anatomiche dei primi del ‘900 e agli erbari della tradizione botanica.

CLAUDIA TAMPONI
Una voce fuori dal coro è, invece, quella della giovanissima Claudia Tamponi (Carbonia, 1994), che utilizza il pennello con precisione fotografica. I suoi ritratti iper realistici sono realizzati ad olio su tela, con un impeccabile dominio della tecnica
e una attenzione ai dettagli che tradisce una sensibilità spiccata per la resa emotiva del ritratto, aspetto che emerge in modo chiaro nei lavori esposti.

HERMIONE STAVROS 
(Giorgia Reggiani, Mirandola,1984) rimanda espressamente al
panorama POP in senso lato, ritraendo, su grosse tele e supporti spesso di recupero,
i mostri sacri del mondo della musica e del cinema. La sua pittura acrilica non è
accurata, ma piuttosto irrequieta e chiassosa – sia nel tratto che nei toni, ed esprime
la volontà di deflagrare piuttosto che descrivere e rassicurare.


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