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"Erodiàs": il più carnale, il più osceno...

Carnale, osceno, travolgente, anzi il più carnale, il più osceno, il più travolgente: è Erodiàs, uno dei monologhi tutti al femminile scritti da Giovanni Testori, a metà strada tra componimenti poetici e lamentazioni d’amore. L’amore non corrisposto per Giovanni Battista, che rende folle Erodiade (tanto da spingerla a ordinare la sua decapitazione per risentimento), si scioglie in un grammelot che fonde la sacralità della parola all’essenza popolaresca lombarda.

Federica Fracassi – in una straordinaria interpretazione con la quale ritorna a Teatri di Vita dopo i successi di Sinfonia per corpi soli e Eva (1912-1945) – riveste i panni della principessa ebraica “in vetrina”, componendo il “quadro” della follia con emozioni, dubbi, barbe posticce e teste mozzate. Erodiade fagocita il suo stesso amore divenendo copia del Battista: una vera e propria “maschera nella maschera”.


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