Eventi

Creatività brasiliana al Retrògusto

Approdano a Bologna i piemontesi ASUMA Brazilian Quartet, un progetto fresco e accattivante, miracolosamente in equilibrio tra jazz e tradizione brasiliana e dove intelligenza creativa e smisurato affiatamento si tengono magicamente per mano.

Meglio specificare che, senza troppi giri di parole, gli ASUMA rappresentano a tutti gli effetti una delle rare sintesi moderne del brazilian jazz meglio riuscite e pù convincenti degli ultimi 10 anni e che, come ogni valido percorso di lunga durata, ci insegna quanto determinanti siano state le singole strade formative percorse prima di quel lungimirante 2006 che li ha visti nascere, e la costanza e la determinazione espresse dal momento del loro incontro.

A parlarcene è Enzo Antonicelli voce del quartet:

Come nasce questa passione per la musica brasiliana?
La passione per la musica brasiliana è sempre stato un punto fermo per Alessandro Fassi, ideatore del quartet e bassista di questo progetto e, per ciò che mi riguarda, ha rappresentato una parte importante durante il mio periodo di formazione. E poi è capitato che nel 2005 Alessandro mi abbia chiesto di aiutarlo a mettere su un quartet che rivisitasse questa immensa e straordinaria cultura. Dissi subito di si...

E' così nacquero gli Asuma Brazilian Quartet...
Nacquero l'anno successivo, a Luglio del 2006. Da lì la cernita dei musicisti, prove e riprove, repertorio da selezionare e riarrangiare... insomma tanto lavoro duro fino al debutto “live” del 12 giugno 2007! Ricordo ancora quel giorno... a me tremavano le gambe e tutti quanti noi eravamo pervasi da una emozione profonda. Era anche presente un sacerdote che dopo averci ascoltato volle darci la sua benedizione.

Direi che quel sacerdote ci aveva visto lungo?
Ah ah ...Può essere, perché no! Non saprei rispondere a questa domanda. Posso solo dirti che la crescita di questi lunghi anni è stata indubbiamente determinata dall'impegno impiegato da ciascuno di noi.
Ognuno di noi elabora uno studio individuale sui brani selezionati per poi cercare l'elemento alchemico che possa unirci quando proviamo tutti e quattro insieme.. e credimi quello è uno dei momenti che amo di più durante la formazione di un brano.

Cosa vi affascina del Brasile?
Indubbiamente la cultura, la sua storia travagliata e le contaminazioni subìte che l'hanno messo nella condizione di creare realmente un genere così tanto contraddistinto. Amiamo le contaminazioni e, personalmente, non capisco chi nel 2017 non riesca ad evolvere il proprio concetto di jazz restando fedele solo ed esclusivamente alla sua pagina storica più tradizionale.
La musica deve essere evoluzione ed educazione. Se non salvassimo le contaminazioni non daremmo senso, ad esempio, ad un percorso straordinario come quello di Miles Davis. E lui è solo uno dei tanti esempi che potrei citarti.
E poi da cantante posso dirti che nonostante ogni idioma racchiuda indubbiamente un suo fascino particolare, quello brasiliano, la sua lingua e le sue inflessioni sembrano proprio nate per essere cantate e per tirare fuori dal suo canto la sua immensa poesia.

Parlando di canto Enzo, la tua voce ha una marchiatura insolita, direi esclusiva.
Dici? In realtà credo il mio canto racchiuda ciò che realmente sono e vivo musicalmente.
Lascio che siano gli altri a valutare e giudicare la mia voce. Quello che posso dirti è che amo le voci che concepiscono la propria vocalità come suono, meglio ancora se suono duttile, affinché possano avere maggiore adattamento possibile con ciò che succede durante i live, per cercare la giusta amalgama con i musicisti i quali, non dimentichiamocelo mai, è giusto che possano esprimersi in modo differente dalla serata precedente.. ogni concerto è assolutamente a sé. Da qui la necessità di adeguare la propria vocalità senza mai snaturarne l'essenza.
Mi piacciono le voci passionali, espressive, viscerali e che conoscono il significato di ciò che stanno cantando.
Non amo le voci col freno a mano o quelle che approcciano gli arrangiamenti sempre allo stesso identico modo.... diciamo che non fanno per me.

Quanto vi ha fatto crescere musicalmente portare il vostro progetto in tutta Italia?
Direi tantissimo. Soprattutto ci ha insegnato a misurarci con pubblici ovviamente differenti. Quando suoni nei club hai il pubblico a 50 cm da te e senti sulla pelle la loro partecipazione... è straordinario.

Oltrettutto, documentandomi, ho visto che avete portato a segno moltissime date!
Eh si... direi che siamo alla soglia dei 220 concerti e questo risultato fa parte dell'impegno di cui parlavo prima...

Due parole per definire gli altri componenti del quartet?
Bè... cosa potrei risponderti secondo te? Vedi, per me Massimiliano Simini alla batteria, Fabio Gorlier al pianoforte e Alessandro Fassi al basso sono certamente ottimi muscisti, senza i quali non sarebbe stato possibile realizzare 11 anni di sodalizio artistico così profondo. Ma è anche il caso di dire che questa grande esperienza musicale ci ha permesso di consolidare un rapporto che negli anni è diventato sempre più fraterno. E' come suonare in famiglia, non a caso li chiamo i miei fratelloni.

Con l'Emilia mi sembra di capire che abbiate avuto sempre un buon feeling...
Direi di si. Sono particolamente calorosi e questo aiuta e gratifica chi come noi è nomade della musica. Conosciamo il pubblico di Piacenza, Parma, Ferrara, Modena e per la prima volta proveremo l'esperienza del cuore dell'Emilia, il pubblico di Bologna!

Venerdì 19 Gennaio 2018 al RetròGusto di Via Toscana 122 /a, Bologna. Ore 21,00 circa. Per prenotazioni: 3883209057, info@retrogustobologna.it

ASUMA Brazilian Quartet:
Enzo ANTONICELLI, voce
Massimiliano SIMINI, batteria
Fabio GORLIER, pianoforte
Alessandro FASSI, basso.

R. Piccinini


Si parla di