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Colazione a Palazzo Boncompagni con assaggio speciale della mostra “Aldo Mondino. Impertinenze a Palazzo”

Sabato 11 marzo, a partire dalle ore 10 fino alle ore 13, la Fondazione Palazzo Boncompagni invita il pubblico e la stampa a una “Colazione a Palazzo”. L’evento propone al pubblico un assaggio speciale della mostra “Aldo Mondino. Impertinenze a Palazzo” (Palazzo Boncompagni, 30 gennaio – 10 aprile 2023) con un caffè offerto a tutti da Esssecaffè per celebrare l’opera Mekka Mokka, il grande tappeto di preghiera islamico di Aldo Mondino, un vero mosaico realizzato con chicchi di caffè di varia tostatura esposto nella Sala delle udienze papali.

Oltre al caffè verrà offerta anche la tenerina, dolce tipico bolognese di cioccolato, in riferimento ad altri grandi eccezionali mosaici presenti in mostra, come The Bizantine World (1999), tavola di 190x240 cm realizzata con innumerevoli cioccolatini dagli involucri multicolori come “anomale” tessere di un grande mosaico, ed Eldorado (2000), skyline della città di New York realizzato con i cioccolatini Peyrano. La cioccolata è protagonista anche in un’altra opera ironica, Scultura un corno del 1980, una colonna a forma di corno composta da cinque elefanti in cioccolato.

Un’occasione unica per gustare in modo nuovo la mostra dedicata a un grande maestro del Novecento. Attraverso l’assaggio del caffè e del cioccolato, materiali che rappresentano il fil rouge dell’esposizione, il visitatore avrà la possibilità di entrare in sintonia con lo spirito profondo di una rassegna che vuole sorprendere e stimolare i sensi. 

All’evento saranno presenti Antonio Mondino, figlio dell’artista e fondatore dell’Archivio Aldo Mondino, e Silvia Evangelisti, curatrice della mostra, oltre a Chiara Segafredo di Esssecaffè, che potrà dare spiegazioni al pubblico sulla diversa tostatura dei chicchi di caffè del tappeto.

Aldo Mondino (Torino 1938-2005). Straordinario ed eclettico artista, nelle sue opere ha sempre giocato concettualmente con l’ambiguità del linguaggio e agendo sul significato letterale delle parole ha mescolato le carte e creato “situazioni” paradossali ma credibili in termini di narrazione. Mondino ha vissuto a Parigi, dove tra il 1959 e il 1961 ha seguito i corsi di Heyter all’Atelier 17 e all’Ecole du Louvre, oltre al corso di mosaico tenuto da Gino Severini. Dopo essere rientrato in Italia, a Torino e Roma, ha viaggiato in Medio Oriente, dal Marocco alla Palestina, e in India, ed ha esposto in musei di grandi città americane, New York e Chicago, ed europee, Parigi, Londra, Vienna e Ginevra.

La mostra. Curata da Silvia Evangelisti, la mostra, “Aldo Mondino. Impertinenze a Palazzo” realizzata grazie al sostegno di Emil Banca, presenta fino al 10 aprile una quindicina di lavori di grandi dimensioni particolarmente significativi della poetica dell’artista, scelti in ragione del loro rapporto con la straordinaria sede dell’esposizione e a testimonianza della grande inventiva e qualità delle opere, così come per mettere in luce la capacità di Mondino di scegliere in modo geniale ed eterogeneo i materiali dei suoi lavori, da quelli tradizionali come la pittura o il bronzo (significativo in mostra Viola d’amore del 1985 e Gerusalemme del 1988), a quelli più stravaganti, come, nella Sala del Papa, Jugen Stilo, lampadario realizzato con penne biro Bic per la personale di Mondino alla Biennale di Venezia del 1993.  All’interno del grande camino della Sala è collocato Trofeo del 1996, due gambe femminili divaricate in bronzo e vetro, mentre al centro della stessa, che diventa il centro simbolico della mostra, lo straordinario Mekka Mokka del 1988, grande tappeto di chicchi di caffè di diverso colore (a diverso stadio di tostatura) offerti da EssseCaffè. Completano la mostra una serie di opere esposte nella loggia e nelle tre sale interne di Palazzo Boncompagni: tra queste, Turcata del 2001, con gli iconici dervisci danzanti che ipnotizzano il visitatore, Tappeti Stesi del 1993, tappeti realizzati con un materiale insolito, il tamburato (un pannello isolante utilizzato nella costruzione edilizia), e i divertenti “quadri a quadretti”, Gallo e Serpente del 1963, dove Mondino torna all’ “infanzia” della pittura.


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