Eventi

Teatro Arena del Sole e al Teatro delle Moline: la programmazione 2023/2024

Valter Malosti

41 spettacoli di cui 15 produzioni, 13 coproduzioni, 13 ospitalità e, tra questi, 11 prime assolute e 2 debutti nazionali in scena nelle due sale del Teatro Arena del Sole e al Teatro delle Moline di Bologna, da ottobre a maggio. A inaugurare la stagione alcuni dei più importanti progetti produttivi di ERT: la prima assoluta di Frankenstein (a love story) dei Motus con in scena Silvia Calderoni; Diari d’amore da Natalia Ginzburg, diretto da un grande maestro del cinema, Nanni Moretti, qui alla sua prima regia teatrale con protagonista Valerio Binasco. Valter Malosti dirige il suo nuovo spettacolo Antonio e Cleopatra da William Shakespeare, con una delle interpreti più interessanti della scena contemporanea, Anna Della Rosa. Finalmente a Bologna Pippo Delbono, artista di casa ERT, con il suo ultimo lavoro Amore.

Tra i maestri della scena internazionale Theodoros Terzopoulos con Aspettando Godot; il direttore dell'Odéon di Parigi Stéphane Braunschweig, che dirige La vita che ti diedi di Pirandello, con due grandi attrici come Daria Deflorian e Federica Fracassi.
Molte altre sono le personalità del panorama italiano e internazionale apprezzate dal grande pubblico, come Filippo Timi, accompagnato dai musicisti Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte, con un lavoro che interseca la scrittura di Pasolini con sperimentazioni musicali; Toni Servillo in Tre modi per non morire; Ascanio Celestini con il suo ultimo spettacolo L’asino e il bue; il regista portoghese Marco Martinis che presenta in prima nazionale Pendulum.

Tra le produzioni ERT, Michela Lucenti e il suo Balletto Civile debuttano con Les Fleurs; Veronica Cruciani porta in prima assoluta Le serve che vede in scena l’icona pop del transgender Eva Robin’s; Massimo Popolizio con Uno sguardo dal ponte; Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni / lacasadargilla con Il Ministero della Solitudine; Antonio Moresco con Il Buio; Mario Perrotta con Come una specie di vertigine; Fabio Condemi con il suo horror-teatrale Nottuari; Jacopo Gassmann con The city del drammaturgo britannico Martin Crimp; ed ErosAntEros insieme al gruppo musicale Laibach che debuttano con Santa Giovanna dei Macelli da Bertolt Brecht.

Tra le nuove realtà italiane e del territorio con le quali ERT intraprende o prosegue percorsi di produzione, Matilde Vigna debutta con Chi resta; Roberta Lida De Stefano con la sua nuova pièce Di Grazia; Jacopo Squizzato con un testo dello scrittore Vitaliano Trevisan Scandisk; Kepler-452 con la ripresa del fortunato Il Capitale. Un libro che non abbiamo ancora letto.
E ancora tra gli artisti ospiti: Licia Lanera con lo spettacolo vincitore lo scorso anno del Premio Ubu, Con la carabina; ed Enrico Baraldi con Non tre sorelle / НЕ ТРИ СЕСТРИ.

Anche in questa stagione è centrale la presenza della danza, con la seconda edizione del focus di drammaturgia fisica Carne, curata da Michela Lucenti, che ospita importanti protagonisti della scena mondiale, come il giapponese Saburo Teshigawara con The Idiot e il danzatore e coreografo, componente storico della compagnia DV8 Physical Theatre, Hannes Langolf, con una nuova coproduzione internazionale.
La rassegna di danza inaugura a ottobre con un prologo di quattro giorni: protagonista è il coreografo israeliano Sharon Fridman, grande maestro internazionale, che dirige gli allievi della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro in Le parole del corpo e presenta due storiche performance (147 Abrazos e Hasta Donde) e un nuovo lavoro (Go Figure). A completare il prologo di Carne sono tre giovani artisti, l’autore e regista Giuliano Scarpinato con All about Adam e l’attrice premio Ubu Federica Rosellini in un’inedita collaborazione con la coreografa e danzatrice Francesca Zaccaria nello spettacolo NÃO NÃO (Primo studio).
Nel porre una particolare attenzione al panorama della danza nazionale, Carne sostiene inoltre artisti come Emanuela Serra, Giulia Spattini con il coreografo e performer Paolo Rosini, Emilia Verginelli, Rita Frongia.

GLI SPETTACOLI – TEATRO ARENA DEL SOLE 

La stagione 2023-24 del Teatro Arena del Sole si apre in Sala Leo de Berardinis il 13 e 14 ottobre con il debutto di Frankenstein (a love story) della storica compagnia riminese Motus fondata da Daniela Nicolò e Enrico Casagrande (coproduzione ERT / Teatro Nazionale con Motus con, TPE - Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER - BE, Kampnagel - DE). 
Scritto dalla studiosa e attivista Ilenia Caleo, lo spettacolo, che vede in scena Silvia Calderoni, Alexa Sarantopoulou e lo stesso Enrico Casagrande, si ispira alla struttura a scatole cinesi del libro di Mary Shelley e affronta il tema della mostruosità nel confine tra vivente e non vivente, composizione e decomposizione, carne e corpo artificiale. La “progenie mostruosa” ideata da Shelley è stata interpretata da molti studiosi come una figurazione di un possibile mondo non riproduttivo. Una lettura che trova riscontro nel contemporaneo pensiero della filosofia post umana: «cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta…  È qui che questo lavoro cerca di stare, sul confine fra i mondi, fra le cuciture di carni e pelli diverse».

Il calendario prosegue dal 19 al 22 ottobre con quattro intensi giorni di Carne. Protagonista è un grande maestro della scena internazionale, il coreografo israeliano Sharon Fridman, insieme a tre giovani artisti del panorama italiano: l’autore e regista Giuliano Scarpinato e l’attrice Premio Ubu Federica Rosellini in un’inedita collaborazione con la coreografa e danzatrice Francesca Zaccaria. 
Il prologo del focus si apre il 19 ottobre in Sala Salmon con All about Adam – Indagine danzata sul maschile italiano (in replica fino al 21), un progetto nato dal dialogo fra Giuliano Scarpinato, il performer Cristian Cucco e il musicista Giacomo Agnifili, sui modelli che hanno formato la loro identità maschile dagli anni ‘80 a oggi, ma anche sulla proposta di un nuovo codice da rifondare sulle macerie di questa eredità (produzione ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse).
Il 20 ottobre in Sala Leo de Berardinis è in programma l’esito de Le parole del corpo, il Corso di Alta Formazione della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e Regione Emilia-Romagna e svolto sotto la direzione di Sharon Fridman con la sua collaboratrice Melania Olcina, un approfondimento sulla relazione con gli altri e con la realtà. 
La giornata del 20 ottobre prosegue al Teatro delle Moline con NÃO NÃO (Primo studio), progetto coreografato e diretto da Federica Rosellini e Francesca Zaccaria, due artiste con formazioni diverse, un’attrice, l’altra danzatrice, che qui si mettono in gioco insieme, in una collaborazione produttiva di ERT con Aldes. Lo spettacolo sarà in replica fino al 22 ottobre. 
A chiudere la quattro giornate il 22 ottobre è Sharon Fridman con TRES PIEZAS CORTAS, composto dalle due storiche performance 147 Abrazos e Hasta Donde (che lo vede anche in scena) e il nuovo allestimento Go Figure.

Il programma dell’Arena del Sole ospita l’esordio alla regia teatrale di Nanni Moretti, dal 31 ottobre al 5 novembre, con Diari d’amore da Natalia Ginzburg, e un cast di grandi attori tra i quali compaiono Valerio Binasco e Daria Deflorian (una coproduzione ERT con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria Srls, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne, La Criée - Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens). A partire dagli atti unici Fragola e Panna e Dialogo, il “teatro delle chiacchiere” di Ginzburg diventa per Moretti uno strumento per esplorare i valori e i costumi cari alla società borghese con lo sguardo ironico e sarcastico tipico del regista. Protagonisti di intimità domestiche rassegnate, in cui i conflitti hanno lasciato posto a indifferenza e mediocrità morali, i personaggi affronteranno i temi del matrimonio, della fedeltà, della maternità e dell’amicizia, denunciando le proprie inettitudini di fronte alle complessità e alle tragedie della vita. Lo spettacolo sarà poi in replica al Teatro Storchi di Modena dall’8 al 12 novembre. 

Un altro omaggio alla letteratura contemporanea in Sala Salmon dall’8 all’11 novembre con Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà (una coproduzione ERT / Teatro Nazionale con Permàr / Compagnia Mario Perrotta), spettacolo dedicato a Italo Calvino in occasione del centenario dalla nascita, diretto da Mario Perrotta, premio Ubu 2022 per Miglior nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica. Ripercorrendo il romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore e il personaggio del Nano, Perrotta dà spazio ad alcuni personali interrogativi sulla libertà e l’autodeterminazione, temi che attraversano in modo costante anche i capolavori di Calvino.

Seguono in Sala Leo de Berardinis due riprese: dal 16 al 19 novembre Il Ministero della Solitudine di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni de lacasadargilla, presentato in prima assoluta a VIE 2022 (produzione ERT / Teatro Nazionale con Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato). Con la drammaturgia del testo di Fabrizio Sinisi e la drammaturgia del movimento di Marta Ciappina, lo spettacolo prende le mosse da una notizia del 2018: in Gran Bretagna viene istituito il Ministero della solitudine, affidato a Tracey Crouch, con l’obiettivo di occuparsi dei problemi sociali, emotivi e fisici derivanti da questa condizione. Una riflessione su un luogo – reale e immaginifico – capace di operare intorno alle pulsioni, ai rimossi e alle rêverie di un’epoca che sempre più richiede di ragionare sulle comunità dei viventi: cinque attori, cinque vicende, cinque storie di solitudine. Come si classifica una persona sola? Esiste un sussidio di solitudine? Con cosa bisogna coincidere per essere definiti soli?

Dal 29 novembre al 3 dicembre va in scena Uno sguardo dal ponte da Arthur Miller diretto da Massimo Popolizio e tradotto per l’occasione da Masolino D’Amico (coproduzione ERT / Teatro Nazionale con Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale). «Tutta l’azione è un lungo flashback, – racconta Popolizio – Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi». 

Il focus Carne prosegue con la prima assoluta di Elizabeth I, Sorry for what?, creazione della danzatrice e coreografa Giulia Spattini con Paolo Rosini (una collaborazione produttiva di ERT / Teatro Nazionale, e Balletto Civile, con il sostegno di Drama Teatro, Fuori Luogo Festival Fisiko). In scena dal 23 al 26 novembre presso DAMSLab/Teatro, lo spettacolo affronta la figura di Elisabetta I, combattiva artefice della propria rinascita in un mondo politico costruito da soli uomini ed è realizzato in collaborazione con DAMSLab | Dipartimento delle Arti - Università di Bologna.

E ancora, sempre nell’ambito del focus Carne, debutta dal 7 al 17 dicembre la nuova creazione di Balletto Civile, Les Fleurs, in collaborazione produttiva con ERT / Teatro Nazionale. Attingendo alla poesia di Charles Baudelaire, il collettivo porta in scena la condizione “funambola” dell’artista, le paure, i fallimenti e la gioia che prova conquistando la libertà nell’arte. «Ci guadagniamo la possibilità di mostrarci su un palco perché bruciamo le nostre esistenze in modo totale» – scrive la coreografa Michela Lucenti – «continuiamo imperterriti a trasformare lo spleen che ci colpisce il corpo e la mente in una malinconia eroica vale a dire creativa». Les fleurs è «un inno a fare le valigie, ai compagni di viaggio, agli emarginati, al resistere». 

Gli appuntamenti di danza del Teatro Arena del Sole proseguono poi in primavera: il 9 marzo con l’ospitalità di Io non sono nessuno, lavoro di Emilia Verginelli, performer attiva tra il teatro e il cinema e supportata dalla prima edizione di FONDO Network per la creatività emergente, di cui ERT è parte; e con il debutto il 10 marzo dell’importante coproduzione internazionale di ERT che vede il ritorno a Bologna del coreografo e danzatore Hannes Langolf. Storico interprete e primo artista associato del celebre DV8 Physical Theatre, realizza con il supporto di DV8 nell’ambito di Legacy Commissions una performance che è un'ode pubblica alla vulnerabilità e all'insicurezza, una difesa della nostra possibilità di cambiare, esplorando i modi in cui troviamo il coraggio di restare in piedi nei momenti difficili per poi fare un balzo in avanti e ripartire. 

Il 9 aprile arriva sul palcoscenico dell’Arena del Sole The Idiot del coreografo e danzatore giapponese Saburo Teshigawara, Leone d’Oro alla carriera della Biennale Danza 2022. L’idiota, uno dei più noti romanzi di Dostoevskij, viene raccontato dal corpo dei due interpreti, Teshigawara e la sua storica musa e collaboratrice Rihoko Sato, che riescono nel miracolo di tramutare non solo frasi, ma urla, gemiti, tormenti e affetti in movimento, puro e ammaliante. Uno spettacolo costruito su «voci silenti» e su un «corpo rumoroso».

Dopo una lunga tournée in Italia e all’estero, torna a Bologna Pippo Delbono dal 14 al 17 dicembre con Amore, spettacolo che ha debuttato nel 2021 e prodotto da ERT / Teatro Nazionale insieme a un’ampia rete di collaborazioni nazionali e internazionali.
Amore, nato dall’incontro tra l’artista ligure e il produttore teatrale Renzo Barsotti, attivo in Portogallo, parte proprio da questa terra meticcia per vocazione, crocevia di tradizioni, passioni, nostalgie e malinconie, per uno struggente poetico viaggio di musica e poesia, fatto di immagini e colori che colpiscono al cuore. Pippo Delbono, circondato dagli storici compagni e da grandi solisti del fado, mescola culture diverse e parte alla ricerca del sentimento più umano di tutti: l’amore. 

In occasione del Natale il Teatro Arena del Sole ospita Ascanio Celestini, che dal 26 al 28 dicembre porta in scena il suo nuovo spettacolo L’asino e il bue dedicato alla figura di San Francesco. Nei panni del personaggio-narratore, l’attore immagina come il santo vivrebbe la povertà nell’Italia contemporanea. Celestini racconta allora di un Francesco di oggi e dei compagni che incontra lungo la strada, tra le case popolari e tra coloro che nessuno vede. Alla sua figura si deve anche l’invenzione del Presepe, che allestì per la prima volta a Greccio: «Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri».

Nel nuovo anno il sipario della Sala Leo de Berardinis si apre con un volto molto amato del panorama teatrale e cinematografico italiano: Toni Servillo, in scena dal 10 al 14 gennaio con Tre modi per non morire - Baudelaire, Dante, i Greci, un viaggio attraverso le parole di alcuni grandi poeti. Scritto da Giuseppe Montesano, il testo individua in Charles Baudelaire, in Dante e nei classici greci gli autori che hanno messo in pratica “l’arte di non morire”. Lo spettacolo vuole essere una via per ritrovare le parole che un attore dice con tutto il corpo e la mente, per nutrire la sua e la nostra interiorità: «Siamo inquieti, impoveriti, spaventati, e tutti sentiamo che ci manca qualcosa di cui avremmo un disperato bisogno: ci manca l’amore, ci manca la vita. E allora? E allora non ci resta altro da fare che cercare di diventare vivi».

Prosegue la collaborazione con la Compagnia Teatro del Pratello diretta da Paolo Billi, con il consueto appuntamento di gennaio: dal 9 al 14 va in scena nella Sala Salmon nell’ambito Il pregiudizio spiegato a nonno Petrushka, nell’ambito di “A porte aperte”, una nuova sezione dedicata all’ospitalità di realtà locali impegnate in percorsi creativi sul territorio con un’attenzione all’educazione e al sociale. Sempre nell’ambito della rassegna va in scena il 29 marzo lo spettacolo Rinoceronti di Festina Lente Teatro, tratto dall’omonimo dramma di Ionesco, e che vede in scena un gruppo di interpreti con fragilità e disagio psichico.

Dopo il debutto modenese, dal 17 al 21 arriva sul palco della sala Leo de Berardinis il nuovo allestimento del direttore Valter Malosti, Antonio e Cleopatra, (produzione ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura). Malosti anche in scena nel ruolo di Antonio, è affiancato nei panni di Cleopatra da Anna Della Rosa, attrice tra le più interessanti della scena contemporanea. 
Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano, i due amanti vanno oltre la ragione e i giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere. «Di Antonio e Cleopatra – racconta Malosti – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, della coppia hollywoodiana Richard Burton - Liz Taylor. Ma su quest’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente che esige un nuovo cielo e una nuova terra». Antonio e Cleopatra, come ci suggerisce il poeta, traduttore e docente di letteratura inglese Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: «Visto di fronte è la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare “l’infinito libro di segreti della natura”». 

Dall’1 al 4 febbraio debutta in prima assoluta in sala de Berardins Veronica Cruciani, attrice e regista da sempre molto attenta alle questioni sociali (Premio della Critica 2012 e Premio Hystrio 2022), che dirige l’icona pop del transgender Eva Robin’s e due talentuose attrici quali Beatrice Vecchione e Matilde Vigna, nell’opera di Jean Genet Le serve (coproduzione ERT con CMC/Nidodiragno, Teatro Stabile di Bolzano). Liberamente ispirata a un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica francese negli anni Trenta, la storia delle due sorelle domestiche, Claire e Solange, e del loro rapporto di amore e odio nei confronti della padrona, l’elegante Madame, è trasposta in una città europea contemporanea, focalizzandosi sui temi del potere e del genere. Lo spettacolo replica al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia (11 febbraio).

All’interno della stagione di Arena del Sole si delinea inoltre una traiettoria sul tema del lavoro, che inaugura con Il capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, spettacolo della compagnia bolognese Kepler-452, in scena in Sala Salmon dal 23 gennaio al 4 febbraio. Una produzione ERT / Teatro Nazionale presentata in prima assoluta a VIE Festival 2022 e con successo all’ultima edizione del Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. La pièce prende spunto dal testo di Karl Marx per ripercorrere una delle vicende sociali e politiche che ha fatto molto discutere negli ultimi tempi in Italia: le dure lotte sindacali dopo la notizia del licenziamento di massa nell’estate 2021 degli operai dell’azienda metalmeccanica di Campi Bisenzio. Come è tipico della compagnia, anche questa indagine teatrale è raccontata sul palco dagli attori insieme ai reali protagonisti, tre operai del collettivo di fabbrica GKN. Il testo sarà pubblicato nella collana Linea di ERT e Luca Sossella editore.
Il focus sul lavoro, che prevede inoltre un calendario di attività culturali, prosegue il 26 e il 27 gennaio con la prima nazionale di Pendulum, ideato e diretto dal portoghese Marco Martins, realizzato nell’ambito del progetto europeo Prospero - Extended Theatre. Voce unica nel panorama internazionale, Martins ha ricevuto vari premi ai festival cinematografici di Cannes, Berlino e Venezia, una candidatura all’Oscar, e ha presentato un’installazione video in collaborazione con Michelangelo Pistoletto al Museo del Louvre e al MAXXI di Roma. Pendulum nasce da un processo di ricerca di sei mesi con un gruppo di badanti e domestiche, immigrate di prima o seconda generazione provenienti dalle ex colonie portoghesi in Africa, che dedicano la vita a prendersi cura delle case e famiglie di altri, spostandosi quotidianamente tra la periferia e il centro della capitale Lisbona. Martins, in collaborazione con la scrittrice Djaimilia Pereira de Almeida, si concentra sulle implicazioni di questo movimento pendolare, mettendolo anche in relazione con quello tra il paese di origine e il paese di emigrazione, il Portogallo.
Tocca il tema del lavoro anche il nuovo spettacolo dell’attrice e performer Roberta Lidia De Stefano, (Menzione d’onore del Premio Duse 2022 e Premio Mariangela Melato 2023), che dopo il successo di Kassandra, torna a Bologna dal 13 al 25 febbraio in Sala Salmon con Di Grazia (la voix du patron), un nuovo allestimento in prima nazionale (produzione ERT / Teatro Nazionale, A short term Effet,  Espace des Arts, Scène nationale Chalon-sur-Saône). Dedicata agli stati post-traumatici, la performance è l’esito di una ricerca che affonda le sue radici in un Sud antico e rurale, sfondo di violenze e sfruttamento. È qui che si riapre una “ferita storica” universale: la pratica di guerra dello “stupro di massa”, come quello avvenuto in Ciociaria nel ’44. Un viaggio a corpo aperto che riporta questa ferita nel nostro presente, dove il trittico lavoro-potere-violenza resta ancora una maglia stretta attorno ai più “fragili”.

A seguire, in Sala Leo de Berardinis dal 15 al 18 febbraio, è in programma Aspettando Godot di Samuel Beckett, diretto dal grande maestro greco Theodoros Terzopoulos, una coproduzione ERT (con Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini) presentata in prima nazionale lo scorso anno e che ora riprende la tournée con importanti tappe nazionali e internazionali. Con un cast d’eccezione composto da Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, oltre che dai giovanissimi Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola, Terzopoulos crea un vivo dialogo tra la contemporaneità e il dramma beckettiano, trattato come una lente per leggere e interpretare il presente, tra le sue profonde contraddizioni e le tragiche derive. Nella sua versione, la vicenda è ambientata in un mondo in rovina, in un futuro molto prossimo in cui tutte le ferite attuali e passate appaiono acuite. In questo contesto, si apre l’interrogativo su quali siano le condizioni minime per pensare a una vita che valga la pena di essere vissuta.

Filippo Timi è in scena il 24 e 25 febbraio con Scopate sentimentali – esercizi di sparizione (produzione Vertigo e UFO in collaborazione con ERT), uno spettacolo ispirato allo spirito e allo stile di Pasolini, la cui idea è nata a partire da una chiamata del cantautore Vasco Brondi in qualità di direttore artistico della rassegna “Una disperata vitalità - Conversazioni con Pier Paolo Pasolini” tenutasi a Mantova nel maggio 2022. La pièce è composta da testi originali scritti e interpretati da Timi, accompagnato in scena dai musicisti Rodrigo D’Erasmo (compositore, arrangiatore e polistrumentista) e Mario Conte (sperimentatore di musica elettronica).

Continua la felice collaborazione tra ERT e Arte e Salute Onlus diretta da Nanni Garella, che in Sala Salmon dal 27 febbraio al 3 marzo ripropone Porcile di Pier Paolo Pasolini, spettacolo realizzato con l’inedita collaborazione di Michela Lucenti e Balletto Civile, presentato in prima assoluta la scorsa stagione nell’ambito del progetto di ERT Come devi immaginarmi dedicato a Pier Paolo Pasolini, ideato da Valter Malosti insieme al critico d'arte, scrittore e accademico Giovanni Agosti. Ambientato nell’estate del 1967 a Godesberg (Germania), Porcile narra dei Koltz, una famiglia borghese di ricchi industriali, il cui figlio Julian passa le giornate nell’apatia, portando il peso di un’eredità intollerabile: quella che vide gli industriali collaborare col regime di Hitler. 

Jacopo Gassmann, Premio ANCT (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) per la regia nel 2020, lavora fin dall’inizio della sua carriera con la nuova drammaturgia internazionale: dal 14 al 17 marzo porta al Teatro Arena del Sole The City, di Martin Crimp, una commedia nera, inquieta, kafkiana, incentrata sul potere del linguaggio (una coproduzione di ERT / Teatro Nazionale con LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Teatro dell’Elfo, TPE – Teatro Piemonte Europa). Con un uso dell’ironia che richiama Beckett, Pinter o Mamet, le opere del drammaturgo britannico, fra i più noti e radicali del panorama contemporaneo, sono caratterizzate da una visione della società attuale come luogo di decadimento, compromesso dalla violenza.

E dopo la drammaturgia contemporanea, un classico teatrale del Novecento, in prima assoluta dal 18 al 21 aprile: Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht, una rilettura filtrata dalla realtà di oggi del gruppo ErosAntEros di Davide Sacco e Agata Tomšič in collaborazione con la band slovena Laibach, un collettivo di artisti multidisciplinari noto a livello internazionale soprattutto per la sua musica industrial, e in scena insieme anche Danilo Nigrelli e la compagnia dello Slovensko Mladinsko Gledališče (coproduzione ERT / Teatro Nazionale, Slovensko Mladinsko Gledališče, TNL - Théâtre National du Luxembourg, Teatro Stabile di Bolzano, ErosAntEros - POLIS Teatro Festival). In scena un gruppo di interpreti di tre nazionalità e quattro lingue (italiano, sloveno, tedesco e inglese). Economia, speculazione finanziaria, sfruttamento dei lavoratori, sono i temi al centro del dramma, scritto in seguito al crollo della borsa di New York del 1929: temi urticanti anche oggi, nell’era della “permacrisi” fatta di conflitti internazionali, mancanza di diritti e precarietà del lavoro.

Una ricerca tra diverse discipline per aprire uno spazio del possibile, uno studio-scenario sulla magia come tecnica di un’altra conoscenza: è La mano sinistra di Industria Indipendente (Erika Z. Galli, Martina Ruggeri), a Bologna il 3 e il 4 maggio (coproduzione ERT / Teatro Nazionale con Teatro di Roma - Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura e Teatro Stabile dell’Umbria). Il titolo prende le mosse da un’accezione che nei secoli ha indicato la mano sinistra come mancina, “mancus” ovvero mancante, sbagliata, diabolica, dedita all’occulto. Con Silvia Calderoni e con la collaborazione al suono di Steve Pepe e Iva Stanisic.

A chiudere la programmazione della Sala Leo de Berardinis è un importante nome della scena internazionale: Stéphane Braunschweig, tra i principali registi del teatro contemporaneo e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, porta a Bologna dal 9 al 12 aprile La vita che ti diedi da Luigi Pirandello, coinvolgendo in scena un cast d’eccezione, tra cui Daria Deflorian e Federica Fracassi. Una coproduzione ERT con Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale.
Scritta nel 1923 per la Duse, il testo pirandelliano affronta il tema della maternità e del lutto. Commenta il regista: «Come può una madre sopravvivere alla morte del figlio? si chiede Pirandello. Semplicemente affermando che non è morto. O, più esattamente, fingendo che sia ancora vivo». 

Tra marzo e aprire la Sala Salmon conclude la sua programmazione con due giovani artisti: dal 19 al 24 marzo il regista della compagnia Kepler-452 Enrico Baraldi porta in scena il suo primo lavoro autonomo, Non tre sorelle / НЕ ТРИ СЕСТРИ. Liberamente non ispirato a un’opera di A. Čechov. Lo spettacolo nasce dall’impossibilità di andare in scena a causa della pandemia e dal successivo incontro con un gruppo di attrici di Kiev giunte in Italia grazie al progetto di accoglienza Stage4Ukraine. L’esito è una pièce che si interroga su cosa significhi oggi, in un momento storico così delicato, portare in scena un testo simbolo della letteratura russa. 
Dal 9 al 14 aprile il regista premio Ubu 2021 Fabio Condemi, dopo aver debuttato con Calderòn di Pier Paolo Pasolini la scorsa stagione (produzione ERT, parte della rete europea Prospero e del progetto Come devi immaginarmi) e che sarà in tournée al Teatros del Canal di Madrid il 24 e 25 febbraio e al Teatro São Luiz di Lisbona l’1 e il 2 marzo, torna a Bologna con Nottuari, ispirato ai racconti horror di Thomas Ligotti, maestro del genere weird e abile manipolatore di fantasmi e paure. Una coproduzione ERT / Teatro Nazionale con LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio di Prato.

GLI SPETTACOLI – TEATRO MOLINE 

Dopo l’inaugurazione con NÃO NÃO Primo studio di Federica Rosellini e Francesca Zaccaria nell’ambito della quattro giorni dedicati alla danza, parte del focus di drammaturgia fisica Carne, la stagione 2023-24 del Teatro delle Moline prosegue dal 21 al 26 novembre con Licia Lanera che porta in scena Con la carabina di Pauline Peyrade, spettacolo premiato agli Ubu 2022 come Miglior regia e Miglior testo straniero, che indaga il tema della violenza e vede in scena Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto.
Si narra di una bambina di 11 anni, riconosciuta consenziente allo stupro subito da un amico del fratello maggiore dal tribunale francese: una volta cresciuta, deciderà di farsi giustizia da sola. La storia si sviluppa in un continuo scambio tra passato e presente, il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, ERT presenta un testo lucido e imparziale, che sfugge alla divisione tra buoni e cattivi, analizzando invece i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire comportamenti violenti. 

Dopo il successo di Una riga nera al piano di sopra, Matilde Vigna prosegue la collaborazione con ERT, che produce il suo nuovo allestimento Chi resta, in scena dal 28 novembre al 10 dicembre (in coproduzione con La Corte Ospitale), che la vede alla regia con Anna Zanetti e interprete insieme a Daniela Piperno.
Un delicato lavoro che, a partire dalla perdita della madre, indaga la solitudine di una generazione, quella di chi oggi ha poco meno di 40 anni e non ha figli. Attraversando la grottesca burocrazia post mortem, lo spettacolo racconta responsabilità che emergono e un dolore che divora tutto e riporta all’infanzia.
I testi di Una riga nera al piano di sopra e L’ultima figlia saranno pubblicati nella collana Linea edita da ERT e Luca Sossella.

Il 12 e 13 gennaio va in scena nell’ambito di Carne il dittico Etoile / Star, due atti unici costruiti dalla drammaturga Rita Frongia con e sui corpi di due grandi interpreti internazionali: la coreografa, danzatrice e insegnante di Metodo Feldenkreis Teri Weikel e l’attore Stefano Vercelli. Due artisti poliedrici, che vantano eclettiche e non convenzionali esperienze artistiche, entrambi giunti a quel momento della propria carriera in cui è necessario fermarsi e chiedersi chi veramente si è. Ed è proprio questa verità quella che mira a far emergere Frongia, concependo però una drammaturgia che non «suggerisce chiavi di lettura» bensì consente al pubblico di «immaginare l’indicibile, vedere l’invisibile», invitandolo a far dialogare i propri fantasmi con quelli che l’artista in scena non si astiene dall’evocare.

La programmazione del Teatro delle Moline prosegue dal 6 al 18 febbraio con il debutto di Scandisk (prodotto da ERT / Teatro Nazionale), un testo teatrale tratto dalla trilogia Wordstar(s) dello scrittore Vitaliano Trevisan (edita da Sironi nel 2004), diretto da Jacopo Squizzato, giovane autore, attore e regista veronese formatosi al Piccolo Teatro di Milano e allo Stabile di Torino, già premiato nell’ambito di Tramedautore e tra i finalisti del Bando Registi Under 30 alla Biennale Teatro di Venezia 2017. Autore di romanzi, racconti, drammaturgie e sceneggiature, Trevisan, prematuramente scomparso all’inizio del 2022, è stato uno dei protagonisti assoluti, spesso da una posizione defilata e scomoda, del panorama letterario degli ultimi vent’anni, che ha fatto emergere il lato più scuro dell’immaginario della sua terra d’origine, il Nordest. In Scandisk gli operai di un magazzino di prodotti metallici, mentre spostano e riordinano pile di bancali, progettano un “colpo” che dovrebbe permettere loro di cambiare radicalmente vita, eliminare gli errori e fare tabula rasa. 

Apocalisse Tascabile è lo spettacolo del giovane duo romano Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri, alle Moline dal 20 al 25 febbraio. La pièce è un atto unico eroicomico che con ironia e stravaganza ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, Roma, specchio di una defunta condizione umana. Tema centrale è la fine del mondo vista da svariate prospettive, in particolare quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita.

Dal 5 al 17 marzo debutta Buio, spettacolo scritto e diretto dallo scrittore, saggista e drammaturgo Antonio Moresco e prodotto da ERT / Teatro Nazionale. L’autore immagina il ritorno nel nostro tempo di Santa Rita da Cascia, la religiosa umbra molto venerata in tutto il paese. La Santa, interpretata dalla torinese Alessandra Dell’Atti, è in dialogo con la voce dell’autore, cui rivela la verità sulla propria vita precedente all’ingresso in monastero. Il matrimonio, l’assassinio del marito e la morte precoce dei due figli, cui venne così risparmiato l’onore della vendetta per l’uccisione del padre.

Il duo artistico composto dall’attrice-cantante e autrice Agnese Fallongo e dall’attore-musicista-polistrumentista Tiziano Caputo, con l’attore Adriano Evangelisti, va in scena dal 23 al 28 aprile con I mezzalira. Panni sporchi fritti in casa, una tragicommedia in cui si alternano toni thriller e sipari brillanti. Protagonista, la famiglia Mezzalira, che sopravvive raccogliendo le olive, ma il destino le riserva una serie di infausti accadimenti che ne mettono alla prova l’unione e la costringono a rivedere i propri valori e le proprie consuetudini. 

La stagione al Teatro delle Moline si conclude con il nuovo lavoro di Emanuela Serra, coreografa e danzatrice, dal 2003 nell’organico di Balletto Civile, in scena dal 7 al 12 maggio in I’m not a hero. Indagine sulla società dell’incertezza (collaborazione produttiva tra ERT e Balletto Civile). Il sottotitolo è liberamente ispirato al pensiero del sociologo Zygmunt Bauman, teorico della cosiddetta “società liquida”.  Serra, insieme al coreografo e danzatore Alessandro Pallecchi, porta in scena «una riflessione psichedelica sulla società, sul ruolo del potere, sul destino della libertà».


L’attività di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale è resa possibile grazie a:
Soci Fondatori Comune di Bologna, Comune di Modena, Comune di Cesena, Regione Emilia-Romagna
Soci Ordinari Sostenitori Comune di Castelfranco Emilia, Comune di Vignola, Fondazione di Modena, BPER Banca
Con il sostegno di Ministero della Cultura
Main Partner Fondazione del Monte
Supporter Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0; Assicoop Bologna Metropolitana, Coldiretti Emilia Romagna
Media Partner Rai Radio3, EmiliaRomagnaCreativa, Radio Città Fujiko, Neu Radio, Zero Edizioni
Technical Partners Lepida, Elogic


 


Si parla di