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Adriaan Roland Holst, un inverno al mare e altre poesie

Sì, lei camminava e parlava alto
lungo il Mare del nord; il giorno
gemeva per aprirsi un varco –
lei lo sovrastava,
parlava ancora con la notte.



Jean Robaey e Marco Prandoni presentano Adriaan Roland Holst, Un inverno al mare e altre poesie, a cura di Jean Robaey, (Raffaelli Editore, terzo volume della collana Lyra Neerlandica).


Lunedì 25 giugno, ore 19:00
La confraternita dell'uva // Libreria - Cafè - Wine Bar
via Cartoleria 20/b
Bologna


Adriaan Roland Holst (Amsterdam 1888 – Bergen 1976) fu a lungo redattore della più importante rivista olandese De Gids (‘La guida’) e determinò in gran parte il gusto poetico tra le due guerre nei Paesi Bassi. Considerato il “principe dei poeti”, il poeta di Bergen (a nord di Amsterdam) dove è vissuto per quasi tutta la vita, fece parte dell’ultima ondata simbolista, dopo i più vecchi W.B. Yeats, Paul Valéry, R.M. Rilke, gli olandesi Albert Verwey e J.H. Leopold e il fiammingo Karel van de Woestijne. Dandy e aristocratico, spesso ermetico, è un autore difficile. Un grande nome dimenticato, un grande solitario.

Nelle sue prime opere perdura un romanticismo sentimentale e malinconico, appare una scorrevolezza di scrittura sempre sostenuta da una forte musicalità. Il suo simbolismo è indissolubilmente legato alla sua stessa persona. Il poeta e critico Van Eyck ha parlato di “simbolismo emotivo” e di magia verbale. Il frequente ricorso, che sembrò in un primo tempo troppo scoperto, al mondo celtico e all’opera in particolare di Yeats lo immette oggi in un circuito internazionale.


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