Economia

'Le lancette dell'economia bolognese': lavoro, Bologna al vertice

L'assessore al Bilancio: "Se l’Emilia-Romagna è la locomotiva del paese, Bologna è il motore". Nel 2018 ha il tasso di occupazione più alto. Ecco come va l'economia bolognese

"Se l’Emilia-Romagna è la locomotiva del paese, Bologna è il motore di questa locomotiva: nel 2018 la città metropolitana di Bologna è la città metropolitana con il tasso di occupazione più alto: il 72,4% in leggera crescita sul 2017 (+0,6%)". Lo scrive l'assessore comunale al Bilancio Davide Conte commentando "le lancette dell'economia bolognese", ossia il rapporto su lavoro, prezzi, commercio, imprese e turismo pubblicato dalla Città Metropolitana. 

Lavoro

La città metropolitana di Bologna nel 2018 è al vertice delle province italiane per quanto riguarda i livelli occupazionali. Secondo il rapporto, il tasso di occupazione, pari al 72,4%, in crescita dello 0,6% rispetto al 2017, collocando la nostra realtà territoriale in seconda posizione tra le 107 province italiane, alle spalle della sola provincia autonoma di Bolzano.

Il dato emiliano-romagnolo è pari al 69,6%, mentre quello italiano (58,5%). 

Nella Città metropolitana di Bologna nel 2018 risultavano occupate 466 mila persone, con un aumento di circa 2.300 lavoratori rispetto al 2017 (+0,5%). A livello regionale si registra una crescita più sostenuta rispetto all’area metropolitana (+1,6%), mentre il dato italiano si posiziona a un livello intermedio (+0,8%). Gli ultimi dati diffusi dall’Istat a livello nazionale evidenziano che a febbraio 2019 la stima degli occupati è in leggerissima flessione rispetto a gennaio (-0,1%).

Nell’ultimo mese si riducono sia il numero di donne occupate (-8.000) che quello degli uomini (-7.000). Il tasso di occupazione scende al 58,6%. Nella Città Metropolitana di Bologna nel 2018 risultano occupate oltre 218 mila donne, con un aumento di quasi 1.300 lavoratrici rispetto al 2017 (+0,6%). Per quanto riguarda gli uomini si registra una crescita più contenuta dell’occupazione rispetto al 2017 (+0,4%), pari a 1.000 occupati in più. 

Bologna con il suo tasso di disoccupazione al 5,6% si colloca tra le zone del paese meno in difficoltà per quanto concerne questo fenomeno; in una graduatoria crescente tra le 107 province italiane la nostra si colloca in 13^ posizione a pari merito con Piacenza e Lecco. Guidano la classifica Bolzano, Reggio Emilia e Cuneo; altre 2 province della nostra regione, nell’ordine Parma e Forlì-Cesena, si piazzano meglio del capoluogo felsineo.

Disoccupazione

Bologna ha il tasso di disoccupazione più basso tra le Città metropolitane italiane, seguita da vicino da Firenze
(5,8%). 

Nella Città metropolitana di Bologna nel 2018 risultavano disoccupati poco meno di 28mila cittadini, con una
crescita dell’11,2% che corrisponde a circa 2.800 persone in più in cerca di lavoro rispetto al 2017. A livello regionale, invece, si assiste a un importante calo dei disoccupati rispetto all’anno precedente: -9,6%
(pari a una diminuzione di circa 13.500 persone); anche a livello nazionale si registra una consistente
diminuzione nell’ammontare delle persone in cerca di occupazione, che calano del -5,2%. 

Per quanto riguarda la disoccupazione, in provincia di Bologna nel 2018 le donne registrano un aumento (+5,2%), mentre il numero dei disoccupati uomini cresce di oltre 2.000 unità (+19,3%), portandosi sui livelli del 2016.
Le donne disoccupate sono oltre 15 mila, un valore superiore di circa 2.500 unità rispetto ai disoccupati di
sesso maschile.

Nel 2018 nella Città metropolitana di Bologna sono state autorizzate complessivamente meno di 4 milioni di ore
di Cassa Integrazione Guadagni, poco più della metà di quelle concesse nel 2017 (-45,7%). 
Separando la Cassa Integrazione ordinaria da quella straordinaria e in deroga, si vede come questo forte calo sia
attribuibile al calo sostanziale della gestione straordinaria (-2,5 milioni di ore); lo strumento in deroga sta esaurendo la sua funzione (-75%). In notevole diminuzione la Cassa Integrazione anche a livello regionale (-46,9%) e nazionale (-37,6%).

Turismo 

Sulla base dei dati diffusi dalla Regione Emilia-Romagna, nel 2018 sono arrivati complessivamente nella nostra
città oltre 1.500.000 turisti che hanno soggiornato almeno una notte nelle strutture alberghiere ed extra alberghiere; l’incremento rispetto al 2017 è di oltre 112.000 arrivi, pari in termini percentuali al +8%.
Prosegue quindi il trend particolarmente favorevole del turismo bolognese: negli ultimi dieci anni i turisti in città sono infatti aumentati di oltre il 75%. Negli altri comuni della Città metropolitana lo scorso anno il turismo ha mostrato un incremento sostenuto, seppur di entità inferiore rispetto all’anno precedente quando si è assistito a un aumento a due cifre: gli arrivi nel 2018 sono aumentati di circa 45.700 unità, risultando complessivamente quasi 830 mila (+5,8%).

A Bologna nel 2018 crescono in maniera più significativa i turisti italiani (quasi 63.000 in più pari al +8,4%) rispetto
agli stranieri (oltre 49.000 in più pari al +7,5%). Nel resto della Città metropolitana i turisti italiani crescono (+10,8%), mentre quelli stranieri fanno registrare un leggero segno negativo (-1,3%).

Nella nostra città nel 2018 le “presenze” di turisti, cioè il numero complessivo delle notti trascorse nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere, ha superato complessivamente la cifra record di tre milioni, 46.438 pernottamenti in più rispetto al 2017 (+1,6%). Si evidenzia come la stragrande maggioranza dei pernottamenti in città (pari a oltre 2,5 milioni di notti; 83,4%) sia avvenuto in strutture alberghiere. 

La tendenza positiva del capoluogo è confermata dal dato riferito all’insieme degli altri comuni della Città metropolitana, dove i pernottamenti sono risultati complessivamente quasi un milione e settecentomila
(71.107 in più rispetto al 2017; +4,4%). Rispetto al capoluogo nel resto della Città metropolitana cresce lievemente l’utilizzo delle strutture extra-alberghiere, che valgono il 18,2% del totale delle notti trascorse dai turisti.

Nel 2018 si è fermata la crescita dei pernottamenti di turisti italiani a Bologna (+275 unità, pari a un incremento percentuale nullo); ancora in aumento le presenze straniere (+3%), che ormai in città sono la maggioranza.
Nel resto della Città metropolitana crescono i pernottamenti degli italiani (+8,4%), mentre quelli degli stranieri calano di 2,8 punti percentuali.

Aeroporto Marconi

I passeggeri dell’aeroporto G. Marconi di Bologna nel 2018 hanno sfiorato la quota di 8,5 milioni (voli nazionali,
internazionali e transiti), stabilendo per l’ennesima volta un record. L’aumento rispetto al 2017 è stato del +3,8%
(quasi 310mila viaggiatori in più). La crescita è stata di entità maggiore per i passeggeri sui voli internazionali, che hanno superato i 6,5 milioni (+4,4% e oltre 270mila viaggiatori in più), mentre i passeggeri sui voli nazionali hanno registrato un aumento del +1,8% (35mila viaggiatori in più).

I primi dati del 2019, relativi al primo bimestre, indicano un ulteriore aumento: rispetto allo stesso periodo del 2018 i
viaggiatori dello scalo Marconi sono cresciuti del 7,8%.

Imprese

In città, a fine 2018, si evidenzia su base annua un ulteriore calo delle imprese operanti nel commercio (-2,1%,
quantificabile in una perdita di 185 imprese attive), nelle manifatture (-1,4%, -28 imprese) e nelle costruzioni (-0,7%, -28 imprese). 

Da segnalare gli aumenti fatti registrare dalle attività professionali (69 nuove attività, +2,9%), dal comparto “alloggio e ristorazione” (59 nuove attività nell’arco di un anno; +1,9%), dalle imprese di informazione e comunicazione e da quelle operanti nel settore finanziario e assicurativo (49 e 25 nuove aziende, pari rispettivamente a un +3,4% e a un +2%).

Il 2018 fa registrare, per la prima volta dal 2005, un calo, seppure lieve, del numero di imprenditori extracomunitari operanti in città. Al 31 dicembre 2018 erano 3.122, in calo di 8 unità su base annua (-0,3%). Gli asiatici, in calo del -1,4%, rappresentano ancora oltre il 50% del totale. In forte calo gli imprenditori africani, scesi del -3,3%. In controtendenza gli imprenditori provenienti dall’Europa non comunitaria e dal Resto del Mondo, cresciuti su base
annua rispettivamente del +4,1% e del +4%. 

Export

Le esportazioni dell’area metropolitana di Bologna hanno superato nel 2018 i 14,5 miliardi di euro. La variazione registrata nella nostra provincia rispetto al 2017 (+6,2%) è superiore sia a quella regionale (+5,7%) che a quella nazionale (+3,1%). 
In regione, Bologna primeggia ancora nella graduatoria provinciale per valore delle esportazioni: 14,547 miliardi di euro esportati da imprese dell’area metropolitana bolognese contro i 12,956 esportati dalle imprese d el modenese (+2,3% sul 2017). Bologna rappresenta da sola circa un quarto dell’intero export regionale.

Anche per l’anno appena passato si conferma la fase espansiva delle importazioni, cresciute nel bolognese del 7,6% sul 2017. La bilancia commerciale bolognese con l’estero è in attivo per circa 6 miliardi di euro. 

Anche nel 2018 si riscontra un cospicuo aumento dei transiti camionistici: sono stati registrati quasi 815 mila
transiti, +7,3% rispetto al 2017. Nello stesso periodo i carri merci transitati allo scalo ferroviario dell’Interporto sono stati poco meno di 42.000, in forte calo rispetto al 2017 (oltre 4.200 carri in meno, pari a un -9,2%).

Lo scorso anno è calato notevolmente anche il traffico merci all’Aeroporto Marconi, dove la flessione rispetto al
2017 è quantificabile in un -3,3% (quasi 1.400 tonnellate di merce in meno). I primi dati del 2019, relativi al solo mese di gennaio per l’Interporto e al primo bimestre per l’Aeroporto, confermano i trend dei transiti camionistici e delle merci aviotrasportate (rispettivamente +7,6% e -0,8% sullo stesso periodo del 2018), mentre i carri ferroviari hanno dato segnali di ripresa, con un aumento del +7,8%. 

Per quanto riguarda i protesti (cambiali, tratte, assegni bancari) levati a carico di ditte e persone residenti nel comune di Bologna, si registra nel corso del 2018 un fortissimo calo del valore economico rispetto al 2017 (-26,4%); riprende vigore il trend calante iniziato nel 2011 ed arrestatosi nel corso del 2017. Rispetto al 2010 il valore dei protesti è calato del 90%. Diminuisce, ma in maniera meno accentuata, anche il numero assoluto: si è passati infatti dai 3.633 protesti del 2017 ai 3.508 del 2018 (-366 unità; -3,4%).

La singola voce che ha visto nel 2018 il calo maggiore è quella degli assegni bancari protestati, diminuiti in numero assoluto di quasi i due terzi (per un corrispettivo controvalore in diminuzione di circa il 75%). A livello comunale, nell’anno appena trascorso sono avvenuti 55 fallimenti, in netto calo rispetto agli 80 dell’anno precedente (-31,3%).
Nella Città Metropolitana la diminuzione è stata minore: si è passati dai 158 fallimenti del 2017 agli attuali
137 (-13,3%). Il settore più colpito in città rimane quello del commercio (17 fallimenti nell’anno solare, in calo rispetto ai 23 del 2017), seguito dalle costruzioni (12 fallimenti contro i 16 dell’anno prima). 

Cresce il fatturato del settore manifatturiero, +2,0% rispetto al 2017, sostenuto dalle vendite all’estero (+3,2%). Tengono gli ordinativi (+0,7%), grazie al +1,5% della domanda estera, e la produzione (+0,9% rispetto alla fine del
2017). Ma negli ultimi tre mesi dell’anno le dinamiche di crescita si sono sostanzialmente azzerate. Resta importante il sostegno della metalmeccanica, su tassi di crescita superiori al manifatturiero in complesso per produzione, fatturato e ordini (siamo tra il 2% e il +3%). Le esportazioni si mantengono vicine al +4%. Ottima la performance del packaging dove il fatturato cresce nel corso del 2018 del +3,7%.

Preoccupano però gli ordinativi esteri, il cui calo dell’ultima metà dell’anno azzera di fatto la crescita iniziale. In flessione l’alimentare, con produzione, fatturato e ordinativi che perdono oltre un punto percentuale, nonostante i
buoni risultati sui mercati esteri (+3,1% le esportazioni, ed una domanda estera che accelera negli ultimi tre mesi del +4,9%). 

In crescita le costruzioni: +1,4% il volume d’affari nel 2018. In diminuzione le vendite del commercio al dettaglio (-1,7%), tengono gli alimentari (+0,7%), in flessione il comparto non alimentare (-2,6%). Stabile la grande distribuzione, -0,2% complessivo ed un parziale recupero nella seconda metà dell’anno, ed il commercio all’ingrosso, nonostante la svolta di fine anno (+2,8% tra ottobre e dicembre).

Mercato immobiliare

Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, a fine 2018 nel territorio comunale di Bologna sono accatastate oltre 225mila unità immobiliari di tipo residenziale (categorie catastali A1-A9), in leggera crescita rispetto all’anno
precedente (+630 unità); allargando il confronto su scala decennale, l’aumento rispetto al 2009 è stato di oltre
4.000 nuove abitazioni (+1,9%).

La componente ‘‘A3 - Abitazioni di tipo economico’’ è quella che registra l’aumento più rilevante, con quasi 800 nuove unità nell’anno solare appena chiuso (+0,5%). In aumento anche le ‘‘A2 - Abitazioni di tipo civile’’ (+419
unità), mentre fanno registrare un segno negativo le ‘‘A4 - Abitazioni di tipo popolare’’, calate di 563 unità
nell’anno solare.

Nel complesso le unità immobiliari bolognesi sono 400.428, in lievissima crescita sul 2017 (+0,1%). Tra le tipologie non residenziali, si evidenziano i trend calanti di uffici (-3,1% in dodici mesi), laboratori artigianali (-2,6%) e negozi (-1,4%); in crescita invece le autorimesse (+608 pari al +0,5%).

Il numero di abitazioni progettate nel 2018 (108) indica una battuta d’arresto per l’attività edilizia: rispetto al 2017 sono state progettate 40 abitazioni in meno, e anche la superfice utile abitabile, altro parametro di riferimento, è calata in maniera significativa (-37,9%).

Nel 2018 crescono sensibilmente le compravendite immobiliari in città (+10,8%). Dopo un 2017 difficile il mercato immobiliare bolognese ha visto una ripresa, particolarmente accentuata nel corso del secondo trimestre 2018, quando le transazioni sono aumentate di oltre il 20% su base annua.

Inflazione e prezzi

L’inflazione a Bologna, che già aveva ripreso a salire nel corso del 2016 e del 2017, chiudendo rispettivamente
al +0,2% e al +0,9%, prosegue la sua crescita. Al termine del 2018 il tasso medio si porta al +1,4%, valore più
alto a partire dal 2013. 

L’inflazione media sotto le due torri (+1,4%), per quanto ancora contenuta, risulta nel 2018 superiore a quella nazionale (+1,2%) e in significativa ripresa rispetto al 2017 (+0,9%).

Nel 2018 i prezzi hanno segnato aumenti in molte divisioni di prodotto e diminuzioni solo in pochi comparti. Nel 2018 a Bologna hanno registrato cali effettivi di prezzo solo le divisioni dell’istruzione (-11%) e, molto distaccata, delle comunicazioni (-3,5%). 

Tra i maggiori aumenti si segnalano quello degli altri beni e servizi (passati dallo 0,9% al +4%) e quello delle
bevande alcoliche e tabacchi (dal +0,1% al +3,1%). Il comparto dei trasporti, che è il terzo per crescita (+2,8%), segna un aumento inferiore rispetto a quello registrato nel 2017 (+3,3%). 

Dal confronto sui dati riferiti alle divisioni in cui si articola l’indice dei prezzi al consumo emerge che nella nostra città i comparti più "caldi" sono: bevande alcoliche e tabacchi (+4,0%), altri beni e servizi (+3,6%), servizi ricettivi e di ristorazione(+3,2%), prodotti alimentari (+2,9%) e abitazione (+2,9%). Ancora in forte contrazione il settore relativo alle comunicazioni (-8,0%), ma risultano in calo anche le divisioni ricreazione e spettacoli (-0,4%) e abbigliamento e calzature (-0,2%).


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