Cucina

5 dolci inventati a Bologna

Non solo mortadella e pasta fresca, quindi. La cucina cittadina si è caratterizzata nei secoli per eccellenti prodotti da forno, pasticci e altre specialità, alcune diventate nel tempo patrimonio nazionale

Raviole

Bologna la Grassa ha un rapporto antico e molto forte con i dolci. Già nel 1249, per capirci, un editto comunale ne limitava il consumo smodato nei banchetti nuziali. Non solo mortadella e pasta fresca, quindi. La cucina cittadina si è caratterizzata nei secoli per eccellenti prodotti da forno, pasticci e altre specialità, alcune diventate nel tempo patrimonio nazionale. Ecco una selezione dei dolci più caratteristici e i più diffusi di Bologna, ancora oggi preparati in casa e presenti in molti forni artigianali della città.

Partiamo dalla Torta di Riso, oggi dolce nazionale ma nata sotto le due torri con il nome di Torta degli Addobbi, il piatto tipico per la festa del Corpus Domini. In occasione della storica processione venivano esposti drappi colorati lungo le strade, gli addobbi appunto. Arriva sulle tavole bolognesi nel XVII secolo. La ricetta originale prevede oltre a riso e zucchero, cedro candito, mandorle, limone e liquore maraschino, rimpiazzato a volte con l’alchermes. 

Il Pan Speziale è un altro dolce bolognese di grande tradizione. È più conosciuto come Certosino, perché preparato, già nel medioevo, dai frati pasticceri della Certosa di Bologna. Tra gli ingredienti, oltre a canditi, zucchero e miele, troviamo farina, uvetta, mandorle, pinoli, cioccolato, cannella, anice e chiodi di garofano. Qualcuno sostiene che l’uso di frutta candita e cioccolato sposterebbe di un paio di secoli in avanti la datazione medioevale. In ogni caso si tratta di un dolce ricco di storia, sempre presente nelle cene di Natale bolognesi.

E parlando di dolci di origine natalizia, non si può non menzionare La Pinza bolognese, da non confondere con quella veneta. La pasta frolla va a chiudere un ripieno di mostarda, quasi avvolgendolo, da qui il nome originario. La ricetta ufficiale, apparsa per la prima volta nel 1644 all’interno di un saggio, prevede anche mandorle, noci, nocciole, fichi secchi, cacao e rhum. 

Troviamo la mostarda anche in un altro dolce tipico felsineo, le Raviole di San Giuseppe, nate per la festa del 19 marzo. Sono piccoli dolci ricavati da dischi di pasta di circa 10 centimetri di diametro, richiusi ad avvolgere il ripieno di mostarda. Il loro segreto è la semplicità, perché qui, rispetto alla Pinza, non ci sono altri ingredienti.

Dulcis in fundo, gli Zuccherini montanari, i famosi biscotti friabili tipici della tradizione della motagna emiliana. Nascono per celebrare matrimoni e feste sulle colline dell'appennino e per tradizione sono da inzuppare nel tè. La ricetta prevede una lenta glassatura, ottenuta secondo il metodo montanaro, una bollitura in zucchero e anice, origine dell’inebriante profumo finale.


Si parla di