E’ il tipico “snack” da passeggio per sagre, fiere e manifestazioni di sorta. In tavola, si comporta come un antipasto, da servire con insaccati, formaggi e sottaceti. Come molte altre ricette della via Emilia, l’uso di grassi animali abbonda, come lo strutto usato per la frittura. Nei fatti, le scuole di pensiero producono due tipi di crescentina. L’una, più diffusa nelle sagre, ha forma tonda, una superficie molto frastagliata e all’assaggio è più croccante. L’altra, più familiare, ha forma romboidale, superficie liscia, e in bocca si presenta morbida. Scegliere una delle due è questione di gusto, ma la ricetta che segue si ispira alla seconda versione. Vediamo come si prepara:

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Ingredienti (4 persone):

500 g di farina tipo 00
25 g di lievito in polvere (1 bustina)
2 cucchiai olio Evo
30 cc di latte freddo

500 g di strutto

Difficoltà: Medio/bassa
Costo: Basso
Tempo: medio (60 min)

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Preparazione:
Lavorare l’impasto su tagliere fino ad incontrare una consistenza omogenea ma un poco rilassata. Fare riposare riposare mezz’ora e poi tirare a sfoglia, con uno spessore di 3-4 millimetri. Una volta distesa, tracciare tagli obliqui tra loro a distanza di 10 cm l’uno dall’altro. Il risultato deve essere una scacchiera di rombi.
In un tegame capace mettere a disciogliere lo strutto. La temperatura di quest’ultimo non deve essere né troppo bassa (non frigge), né troppo alta (fa fumo), altrimenti la crescentina sarà rispettivamente troppo unta o troppo cotta. Una volta calate le formine di impasto, lo sfrigolio deve produrre molte “bolle”, ma deve essere poco rumoroso. Quando il bollore si affievolisce, girare la crescentina sull’altro lato. Da scolare infine con una ramaglia, e disporre poi su diversi strati di carta assorbente.

Servizio: Da servire subito dopo la cottura, separata o farcita da salumi, formaggi semiliquidi, e sottaceti.