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Le 10 mostre di febbraio da non perdere

Un decalogo per appassionati d'arte, di storia, di bellezza in generale. Dal numero uno al numero dieci (ma non è una classifica!) ecco i consigli per il mese più corto dell'anno

Il decalogo delle mostre di febbraio? Eccolo! Una manciata di ottimi consigli per godersi le bellezze della città, ben cutodite nei palazzi e nei musei di Bologna. 

Ecco le 10 mostre da non perdere a febbraio: 

1. Italo Zuffi. Fronte e retro

Fronte e retro è il titolo della mostra personale di Italo Zuffi (Imola, 1969) che si articola in due spazi, il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e Palazzo De’ Toschi, sede delle iniziative dedicate  all’arte contemporanea di Banca di Bologna, dove è prevista l'apertura in primavera. Per il MAMbo la mostra prosegue il lavoro di indagine sull’arte italiana che il museo porta avanti da anni, a conferma della linea di ricerca che discende storicamente dalla GAM, presentando un artista legato al territorio in cui sorge il museo stesso; mentre per Banca di Bologna, nella Sala Convegni di Palazzo De’ Toschi, si tratta della prima personale dedicata a un artista italiano.

Fronte e retro è idealmente divisa in due momenti, in grado di richiamarsi e rilanciarsi reciprocamente: da una parte, al MAMbo, un percorso che permette di rileggere il lavoro dell’artista prendendo in considerazione uno spettro di opere che va dagli esordi, alla metà degli anni Novanta, fino al 2020. Dall’altra, a Palazzo De’ Toschi, una serie di nuove produzioni, di lavori realizzati per l’occasione e in
reazione alle caratteristiche dello spazio, tocca alcuni degli aspetti nodali della sua ricerca recente.

La mostra, nel suo insieme, ruota attorno ad alcuni nuclei tematici che da sempre sostengono il lavoro di Zuffi e si traducono in contrasti e opposizioni che possono agire sul corpo (talvolta quello dell’artista stesso) come sulla forma scultorea: tra le idee di costruzione e al contempo di distruzione/caduta; di lavoro e, insieme, di dispersione di energia; di mollezza e di rigidità; di fragilità e di competizione (soprattutto rispetto al sistema dell’arte).

Mostra personale a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri
- promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e Banca di Bologna
Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19

Ingresso:
€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto

2. Pasolini '42

Il 5 marzo di cento anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. In questa ricorrenza la Biblioteca dell’Archiginnasio ha deciso di allestire una mostra dedicata alla sua formazione intellettuale e ai suoi esordi letterari, avvenuti proprio a Bologna tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta. I documenti esposti, per la maggior parte provenienti dalle collezione dell’Archiginnasio, ma anche dalla Biblioteca Universitaria di Bologna, dal Centro studi archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna, Archivio storico dell’Università di Bologna, dalla Biblioteca Cantonale di Lugano e dal Liceo Ginnasio Luigi Galvani, sono in parte già stati utilizzati per la banca dati Pasolini ’42 realizzata dalla Biblioteca dell’Archiginnasio nel 2015 e dove possono essere consultate le riproduzioni digitali integrali dei primi scritti di Pasolini.

Alcuni materiali esposti sono particolarmente rari, come la rivista ‘Il Setaccio’, di cui Pier Paolo Pasolini, appena ventenne, fu uno dei fondatori e tra i principali redattori. La biblitoeca dell’Archinnasio possiede tutti i numeri, sfogliabili online.

Al centro dell’esposizione il primo scritto pubblicato da Pasolini, il suo vero e proprio esordio letterario.
Si tratta di un articolo sulla poesia contemporanea, comparso nell’aprile del 1942 su Gioventù italiana del Littorio. Bollettino del Comando federale di Bologna, che fino alla riscoperta avvenuta nel 2015 non risultava citato in alcuno studio o bibliografia.

La mostra, a ingresso gratuito, rimarrà aperta dal 15 febbraio al 19 marzo 2022 nei seguenti orari: da lunedì a venerdì 9 > 19; sabato: 9 > 18; domenica chiusa.

3. Il Dante di Wolfango

Dal 28 novembre 2021 a Santa Maria della Vita, la mostra Il Dante di Wolfango, a cura di Laura Pasquini e Alighiera Peretti Poggi, si propone di celebrare il Sommo Poeta, attraverso i lavori che tra il 1963 e il 1968, a lui dedicò il pittore bolognese Wolfango Peretti Poggi, acuto lettore ed interprete della Commedia. Nel 1972 Wolfango illustrò per i tipi di Rizzoli un’edizione di lusso delle tre cantiche della quale ormai esistono pochissimi esemplari. L’artista ci ha lasciato, però, moltissimi accurati disegni preparatori con cui è possibile ricostruire la nascita e l’iter creativo delle 100 tavole che illustrarono l’edizione a stampa. La mostra presenta inoltre un corpus originale di disegni monocromi che il pittore realizzò, all’inizio degli anni Duemila, sulle “Similitudini dantesche”, temi estrapolati dal testo poetico per il loro carattere eminentemente “astorico”.

Eventi nell’ambito della mostra “Il Dante di Wolfango” a questo link

Orari: dal martedì alla domenica 10.00 - 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)

Ridotto € 6 per i possessori Card Cultura

4. Artificial Botany

Mutamenti. Le metamorfosi sintetiche di fuse* e Francesca Pasquali è il titolo del progetto curato da Federica Patti per das.05, la quinta edizione di das-dialoghi artistici sperimentali. Per questa edizione CUBO Unipol lancia una doppia esposizione all’insegna di un’esperienza diffusa, immersiva e variegata che coinvolge i diversi spazi del Museo d’impresa sull’idea di mutevolezza, caducità, evoluzione che le nozioni, le immagini, i supporti, le tecnologie e gli elementi culturali attuano nel tempo, incessantemente, proprio come i processi di trasformazione che avvengono in natura.

A CUBO in Porta Europa, dal 18 gennaio al 22 maggio 2022, si sviluppa Artificial Botany di fuse*, una video installazione accompagnata da una serie di stampe realizzate secondo diversi metodi, interventi open air in dialogo visivo diretto con artefatti antichi e originali.

Artificial Botany, cuore del progetto espositivo per das05, è un sistema in real time creato da fuse* per esplorare le potenzialità espressive delle antiche illustrazioni botaniche attraverso l'utilizzo di algoritmi di machine learning. Un sistema di GAN (Generative Adversarial Network) è stato allenato con diversi dataset di immagini (immagini di foreste, illustrazioni botaniche, immagini di foglie); grazie all'addestramento competitivo delle due reti neurali, il sistema è in grado di ricreare nuove immagini artificiali inedite, che mantengono elementi morfologici simili alle immagini originali. Affinando il modello e integrando il concetto di transfer learning a modelli precedentemente sviluppati, Artificial Botany genera un immaginario dall'estetica complessa, peculiare, aliena.

La ricerca si è sviluppata attingendo da archivi di pubblico dominio contenenti illustrazioni botaniche dei più grandi artisti del genere, tra cui Maria Sibylla Merian, Pierre-Joseph Redouté, Anne Pratt, Mariann North ed Ernst Haeckel. Prima dell'invenzione della fotografia, le illustrazioni botaniche e gli erbari, infatti, erano l'unico modo per archiviare visivamente le molteplici varietà di piante esistenti al mondo e per carpirne l’essenza prima che la loro naturale evoluzione portasse alla successiva metamorfosi.

Fra i più antichi e conosciuti erbari, quello di Ulisse Aldrovandi è ancora oggi riferimento di una forma mentis e di un metodo: iniziato nel 1551, oggi completamente digitalizzato ad alta risoluzione e fruibile online. In occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla nascita dello studioso, CUBO Unipol entra in relazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna esponendo il XVIII Volume dell’erbario dipinto originale accanto alle creazioni digitali di fuse*.

5. Vetri dal Rinascimento all'Ottocento: la collezione di Cappagli Serretti

Per celebrare l’importante donazione della preziosa collezione Cappagli Serretti (117 vetri), i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, in particolare con il Museo del Vetro di Murano, organizzano una mostra curata da Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica e Mauro Stocco.

L’esposizione è l’occasione per ammirare l’intera raccolta da poco acquista (2020), che va ad incrementare il già cospicuo patrimonio museale di vetri. Nelle sedi del Museo Civico Medievale e del Museo Davia Bargellini sono infatti custoditi capolavori dell’arte vetraria, che grazie alla donazione vedono implementate e integrate, nella varietà delle tipologie e delle provenienze, le loro ricche raccolte.

La collezione Cappagli Serretti è di grandissimo pregio non solo per il considerevole numero di oggetti e per la loro indubbia qualità artistica, ma anche e soprattutto per il fatto che essa consente di avere una panoramica ampia ed esaustiva sulla vetraria europea dal Seicento agli inizi del Novecento.

La mostra permette infatti di allargare lo sguardo ben oltre gli orizzonti italiani per conoscere, ad esempio, il mondo vetrario inglese e spagnolo del Settecento o la colorata produzione boema dell’Ottocento.

Le varie manifatture sparse nel continente non costituivano mondi a sé stanti, isolati gli uni dagli altri, ma erano in realtà in stretta relazione condividendo tecniche, forme e motivi decorativi, ma mantenendo sempre degli specifici caratteri che le contraddistinguono. Spicca per unicità e qualità tecnica il gruppo di opere del Seicento veneziano, come l’esuberante calice con gambo a stelo di fiore o la raffinata alzata decorata da una catenella in vetro acquamare.

Ben documentato dagli oggetti esposti in mostra è poi il fenomeno, ancora poco studiato, della produzione veneziana ed europea settecentesca a imitazione di quella boema.

Accanto ad oggetti pregiati presenti nelle tavole aristocratiche o borghesi, è presente nella collezione anche un notevole gruppo di oggetti “popolari” o d’uso più comune, quali i vetri utilizzati nelle spezierie come strumenti da laboratorio (storte, imbuti, versatoi). La mostra si pone quindi come un’occasione unica per avvicinarsi al mondo del vetro, scoprirne le tecniche di lavorazione, i segreti e - soprattutto - la sua fragile bellezza.

Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito

6. Real Bodies Experience

Dal 5 febbraio 2022 riapre la mostra a Palazzo Pallavicini: tutti i venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso). Nuova Real Bodies Experience è una mostra totalmente inedita che approda per la prima volta in Italia, all’interno del prestigioso Palazzo Pallavicini a Bologna. L’anatomia ha origini antiche, il suo nome appunto deriva del greco classico (anatomè, tagliare e dissezionare attraverso). Le prime sue tracce come studio scientifico risalgono alla scuola medica di Alessandria d’Egitto. In epoca medioevale lo studio del corpo subì un freno a causa da di timori religiosi e ostili divieti. Durante il rinascimento subì un’evoluzione radicale anche grazie all’osservazione diretta dei cadaveri.
Ora, grazie alla moderna tecnica della plastinazione presente a Real Bodies Experience, è possibile ammirare la vera anatomia umana con corpi e organi trattati in modo da poter essere conservati ed esposti al pubblico senza difficoltà. Inoltre alla mostra è possibile entrare ancor di più all’interno del corpo umano grazie alle avanzate tecnologie di realtà virtuali presenti a Palazzo Pallavicini di Bologna. Un viaggio all’interno del corpo umano, dall’inizio alla fine del suo sviluppo. Si vivranno esperienze uniche in realtà virtuale e si osserveranno da vicino l’anatomia umana insieme ad una sensazionale scoperta della Bio-meccanica e robotica grazie ad un’audioguida completa e gratuita.

Orario di apertura dal 5 febbraio 2022: venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso). Orario di apertura dal 2 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022: dal mercoledì al venerdì ore 10.00 – 19.00 (ultimo ingresso 18);  sabato, domenica e festivi ore 10.00 –  20.00 (ultimo ingresso 19). Orario periodo natalizio: dal 26 al 30 dicembre 2021, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19; 1° gennaio 2022, aperto dalle 14 alle 19; dal 2 al 9 gennaio 2022 aperto dalle 10 alle 19.

7. Francesco Giuliari - Le cose non stanno che a ricordare

Le sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, ospitano dal 14 gennaio al 1° maggio 2022  la mostra Francesco Giuliari - Le cose non stanno che a ricordare. Curata da  Angelo Mazza e Mirko Nottoli, la mostra nasce dal gesto generoso della moglie di Francesco Giuliari, Laura Coppi Giuliari, la quale ha donato alla Fondazione ventiquattro dipinti, distribuiti tra il 1968 e il 2008, e quarantacinque incisioni che bene illustrano la produzione dell’artista.

Si tratta di una donazione che trova motivazione nei forti legami di Francesco Giuliari con la città di Bologna, dove ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-1976.

La Fondazione Carisbo ha dato alle stampe il catalogo dei dipinti donati e preannuncia una seconda esposizione dedicata esclusivamente alla grafica, con la pubblicazione del catalogo generale della produzione di Francesco Giuliari in questo specifico settore dell’espressione artistica.

Orari di apertura

- da martedì a venerdì, ore 15.00-18.00
- sabato e domenica,  ore 10.00-18.00
- festivi 17, 18, 25 aprile + 1° maggio, ore 10.00-18.00
lunedì chiuso

Ingresso libero

8. Les Filons Géologiques

Negli spazi di Sala Farnese e delle sale espositive al secondo piano di Palazzo d’Accursio a Bologna, ha inaugurato il 3 dicembre 2021 l’esposizione Les Filons Géologiques, curata collettivamente da Black History Month Bologna e Black History Month Firenze, con il contributo del Comune di Bologna.

Visitabile fino al 20 febbraio 2022, la mostra porta a Bologna uno spaccato internazionale dell’arte contemporanea afrodiscendente, creando un ponte con il mese della cultura black, celebrato a febbraio in tutto il mondo.
Les Filons Géologiques presenta il lavoro di tredici artisti che rivolgono la loro ricerca a realtà intergenerazionali e transnazionali, con opere in grado di spostare le percezioni della geografia e della storiografia come definizioni e fattori della pratica contemporanea.

Les Filons Géologiques riunisce più generazioni di artisti alle prese con una ricerca intrinseca di percorsi fluidi che rompono le percezioni storiche consolidate e le narrazioni nazionalistiche. Le opere in mostra sviluppano le nozioni di diaspora con una potenza e un'urgenza che sconvolgono la linea del tempo e invitano a scoprire cosa soggiace al variegato contesto italiano.

Il progetto, che prende il nome da un verso di Allure, poesia dell’autore martinicano Aimé Césaire, è realizzato in collaborazione con The Recovery Plan, Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Collezioni Comunali d’Arte, Centro Studi Amilcar Cabral, Villa Romana, Numeroventi, October Gallery, Murate Art District e Africa e Mediterraneo.

Inaugurazione venerdì 3 dicembre 2021, ore 16.00

Orari apertura mostra: dal 4 dicembre 2021 al 20 febbraio 2022, ogni sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.30

Ingresso gratuito previo ritiro biglietto c/o la biglietteria delle Collezioni Comunali d’Arte

Per accedere è necessario essere in possesso del Super Green Pass

9. Giovanni Boldini

A Palazzo Albergati di Bologna, dal 29 ottobre 2021 al 13 marzo 2022, una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Boldini, con oltre 90 opere, in occasione del novantesimo anniversario della sua morte avvenuta a Parigi nel 1931.

Il fascino femminile, gli abiti sontuosi e fruscianti, la Belle Époque, i salotti: questo è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. La mostra antologica Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima, sviluppata su un registro narrativo cronologico e tematico al tempo stesso, presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca. Ecco quindi celebri opere come Mademoiselle De Nemidoff (1908), Ritratto dell'attrice Alice Regnault (1884), La contessa Beatrice Susanna Henriette van Van Bylandt (1903), La contessa De Rasty coricata (1880 ca.), La camicetta di voile (1906 ca.). Una rassegna che però non si ferma all’esperienza internazionale e creativa di Boldini ma che, attraverso alcune importanti opere di confronto, presenta anche opere di artisti a lui contemporanei.

Orario apertura
tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Venerdì 29 ottobre la mostra apre alle ore 15.00

10. Il maestro del Neoclassicismo Antonio Canova alla Pinacoteca

Il percorso espositivo vuole approfondire il tema dei rapporti tra Antonio Canova (1757-1822) e la città di Bologna, le sue istituzioni ed i suoi artisti, evidenziando inoltre il ruolo dello scultore nella storia della collezione della Pinacoteca. Il maestro del Neoclassicismo italiano contribuì infatti ad operazioni diplomatiche di straordinaria rilevanza per il patrimonio artistico della città, recuperandolo in larga parte dalla Francia, dove era stato accumulato dopo le spoliazioni napoleoniche.

Dipinti, sculture, manoscritti e documenti provenienti da diverse istituzioni museali, biblioteche e archivi affiancheranno le opere del museo, il cui percorso espositivo permanente sarà parte integrante del progetto. Di particolare rilevanza è il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e quello dei Musei Civici di Bassano del Grappa. Fondamentali sono stati anche i prestiti generosamente concessi da istituzioni bolognesi come le Collezioni Comunali d’Arte, la Biblioteca dell’Archiginnasio, l’Università di Bologna e la Fondazione Carisbo, oltre che dalla Pinacoteca Civica di Cento.

L’esposizione, che costituisce anche un'occasione per rievocare le origini della più vasta collezione pubblica di arte bolognese, s’inserisce come progetto pilota all’interno di una programmazione di iniziative con cui la Pinacoteca Nazionale di Bologna intende rinnovare la propria presenza nel tessuto culturale della città, rendendo esplicito il legame tra il patrimonio del museo e la storia del territorio e quindi rinsaldando il legame tra passato e presente.

La mostra è promossa in sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Bologna e si è avvalsa della collaborazione della Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e della casa editrice Electa.

​Orari di apertura:

martedì, mercoledì ore 9-14
da giovedì a domenica e festivi ore 10-19
lunedì chiuso (chiuso il 25 dicembre 2021 ed il 1 gennaio 2022)
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura

Prezzo biglietti per il periodo dal 4 dicembre 2021 al 20 febbraio 2022:
Durante il periodo della mostra "Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca" il costo dei biglietti è il seguente:

- intero è di € 10,00
- ridotto (18 ai 25 anni) € 2,00
- ridotto (possessori Card Cultura, Bologna Welcome Card Easy o Plus) € 6,00

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